di Carlo Rovelli*
Facevo fatica a capire lo strano fatto che nonostante i ripetuti inviti a fermarsi gli Stati Uniti "non riescano" a tenere a freno Israele. Ma forse qualcosa si chiarisca ricordando gli eventi degli anni '60 e '70 in Indonesia. Una dittatura brutale ha massacrato milioni di persone. Il mondo, compresi gli Stati Uniti, si indignava, condannava, e chiedeva di smettere. Ma di nascosto, ora si sa, gli Stati Uniti sostenevano il massacro, forse il più violento della seconda metà del secolo scorso, perché conveniva alla loro geopolitica.
Le armi americane venivano inviate in Indonesia, in maniera indiretta, perché fosse meno palese. Venivano inviate in Indonesia via Israele. Oggi il governo di Israele è solo un braccio armato dell'impero.
Gli inviti a fermarsi sono una facciata, e molto ipocrita: se gli USA volessero davvero fermare Israele basterebbe una telefonata o la minaccia di diminuire le forniture di armi.
Invece inviano portaerei di sostegno, armi e munizioni a non finire, e ora perfino uomini per "difendere" Israele, cioè garantirne l'impunità, qualunque efferato crimine il governo Israeliano continui a commettere. Come giustamente ha recentemente ribadito Netanyahu con insistenza, parlando al senato americano, "Noi (Israele) combattiamo per i vostri (USA) interessi". Il lavoro sporco gli Americani cercano di farlo fare ad altri. Poi provano a salvare la faccia con inviti a "non esagerare".
Morti e distruzione, intanto, continuano a crescere. E la "colpa" da una parte e dall'altra, è sempre assegnata alla parte opposta, in una spirale di stupide accuse reciproche che ricorda i litigi dei bambini degli elementari e sprofonda nel passato. A fermarsi davvero, e cercare riconoscimento dei problemi altrui, non ci pensa nessuno.
Anzi, si soffia sul fuoco, per meglio "sconfiggere i nemici"...
*Post Facebook del 1 ottobre 2024
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