Daniele Luttazzi - Il manuale di retorica sionista del 2009: il più grande atto di accusa oggi contro Israele


di Daniele Luttazzi* - Fatto Quotidiano, noncediche


Riassunto della puntata precedente: letto oggi, il manuale di retorica sionista scritto nel 2009 da Frank Luntz per un’organizzazione di attivisti Usa (bit.ly/4eFaizJ) è un micidiale atto d’accusa contro l’Israele dell’apartheid, dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità, e rende evidente la disonestà intellettuale di quella propaganda. Condenso alcuni suggerimenti dell’opuscolo di Luntz: gustatevi la risata sarcastica che vi verrà spontanea leggendoli.

LUNTZ:

“11) Il vostro obiettivo è portare chi vi ascolta dalla parte di Israele. Cominciate dicendo che ENTRAMBI, israeliani e palestinesi, meritano un futuro migliore. Ricordate che Israele vuole la pace. Mettete in risalto i valori che condividiamo con Israele: democrazia, libertà, sicurezza, pace. Solo a questo punto direte cosa vuole Israele: che i palestinesi pongano fine alla violenza e alla cultura dell’odio in modo che le recinzioni e i check-point non siano più necessari ed entrambe le parti possano vivere in pace. E che l’Iran e i terroristi di Gaza appoggiati dall’Iran smettano di lanciare razzi su Israele in modo che entrambe le parti possano avere un futuro migliore.

12) Non parlate di religione.

13) Parlate del futuro, non del passato.

14) Date speranza. È quello che il pubblico vuole sentire. Dite: ‘Dobbiamo misurare l’impegno reciproco per la pace con le azioni, non con le parole. Uniamoci e realizziamo una nuova era di apertura e tolleranza. Dichiariamo che la violenza e lo spargimento di sangue non prevarranno. Dobbiamo dare speranza a tutti i popoli del Medio Oriente’.

15) Usate domande retoriche invece di attacchi diretti. Dite: ‘È troppo chiedere che i leader di Hamas condannino tutte le attività terroristiche? È irragionevole insistere che smettano di uccidere bambini innocenti prima che Israele faccia concessioni per la pace? Perché il mondo tace sugli obiettivi dichiarati da Hamas? Come posso fare pace con chi mi vuole morto? Se il Messico lanciasse razzi sugli Stati Uniti, cosa farebbero gli Stati Uniti?’

16) “Se… Se… Se… Allora”. Date ad Hamas l’onere di fare la prima mossa per la pace. ‘Se Hamas rinuncia al terrorismo… Se Hamas riconosce il nostro diritto a esistere… Se Hamas sostiene gli accordi di pace internazionali… Allora siamo disposti a fare la pace oggi stesso”.

17) Concetti semplici, ripetuti e ripetuti e ripetuti. Cominciate con messaggi positivi: empatia per ENTRAMBE le parti; empatia per il dramma dei palestinesi. Poi: Israele vuole la pace. Poi: democrazia, libertà, pace, rispetto reciproco, due nazioni che vivono fianco a fianco, bambini che crescono senza paura per la loro sicurezza.

18) Reciprocità. Il mondo vede Israele e i palestinesi come Davide e Golia. Ma stavolta Davide sono i palestinesi. Mettete i due popoli sullo stesso piano. ‘Israeliani e palestinesi hanno lo stesso diritto a…’

19) Cooperazione, collaborazione e compromesso: la gente vuole questo dalla relazione fra i due popoli. Usate le tre parole insieme per potenziare il loro effetto.

20) Parole e frasi che funzionano: affidabilità (la volete dai leader palestinesi); costruire (invece di concedere, che è paternalistico e crea simpatia per il dramma dei palestinesi); sparano razzi deliberatamente contro le popolazioni civili (la parola chiave è deliberatamente: c’è un’intenzione dietro quei razzi); immagini vivide (descrivete com’è doversi recare di notte nei rifugi sotto i bombardamenti); prima la pace, poi la discussione sui confini (per spiegare perché la soluzione due popoli-due Stati al momento non è realistica); Israele sta lavorando a una soluzione (questo dimostra buona volontà, evoca un progresso, dà speranza: i tre elementi chiave di una comunicazione efficace)”. (2. Fine)

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