Democrazia sostanziale per spodestare l'oligarchia liberale


di Pablo Baldi

La liberal-democrazia è una strana bestia. Liberali e democratici hanno a lungo immaginato e lottato per società diverse prima dell’affermarsi della liberal-democrazia.

Il liberalismo è l’ideologia borghese per eccellenza. La sua espressione piú pura presenterebbe questi elementi:

•suffragio ristretto per censo, ossia votano solo i ricchi

•dietro all’ideologia dello “Stato minimo” si nasconde la difesa politica della stratificazione economica. I poteri statali vengono divisi e si messi a garanzia della “libertà economica”.

•diritti civili garantiti. Le varie “libertà di” formali, che sono libertà sostanziali solo per chi ha i mezzi materiali per goderne. Altrimenti, si è costretti a vendere il proprio lavoro per un salario.

Passando alla democrazia, Aristotele è molto più concreto di molti moderni: la definisce come il governo dei poveri. Per contrapposizione, la versione moderna della democrazia - quella rappresentativa - avrebbe queste caratteristiche se applicata fino in fondo:

•suffragio universale

•sovranità popolare senza separazione dei poteri. La volontà popolare di Rousseau non ammette limiti e divisioni. Ciò è nettamente in contrasto con la dottrina liberale dello Stato minimo, volta alla difesa delle disuguaglianze economiche.

•diritti sociali garantiti. Libertà sostanziale dai bisogni essenziali. Non si possono avere gli strumenti per partecipare attivamente alle decisioni collettive senza casa, viveri e un’esistenza garantita in generale, ma la loro mercificazione li rende beni acquistabili sul mercato solo per chi possiede le risorse monetarie necessarie.

Scelte che subiamo

Le stesse persone che si battono per la cessione dei poteri statali all’Unione Europea e per diminuire la regolazione statale dell’economia (per lasciare mano libera al mercato) si scandalizzano quando l’affluenza alle urne cala. La cittadinanza è svuotata di ogni significato se il voto diviene uno strumento irrilevante. Se la cittadinanza non può incidere sulla direzione dell’economia, la politica è degradata a teatrino in cui rappresentanti della stessa élite si battono faziosamente su questioni irrilevanti.

Decenni di “mancano le risorse” e “dobbiamo rispettare i vincoli europei” si dimostrano decenni di menzogne visto che magicamente sono comparsi centinaia di miliardi per il riarmo. Per gli ospedali e le scuole non c’erano e continuano a non esserci. È evidente che ciò sia frutto di SCELTE POLITICHE che subiamo senza nessuna possibilità di influenzarle. La nostra classe politica è inerme nei confronti degli ordini statunitensi e le pressioni della finanza. La popolazione non ha voce in capitolo nella politica estera e in politica monetaria.

La banca centrale indipendente e la politica monetaria delegata alla Banca Centrale Europea implicano l’impossibilità per la politica di deprezzare la propria moneta per favorire le esportazioni. L’unico modo per aumentare la competitività delle merci italiane sul mercato internazionale è aumentare il grado di sfruttamento dei lavoratori: tagli alla spesa pubblica, salari reali sempre piú bassi, meno tasse progressive sui redditi e piú tasse regressive sui consumi sono solo alcune delle DECISIONI che sono state prese in nome dell’inevitabilità dell’austerità. Gli economisti o gli “esperti” prendono le decisioni perché sono competenti, ossia sanno come compiacere le forze del mercato e si fa passare questo come l’unica strada percorribile. Si maschera il fatto che non ci fanno decidere sul nostro destino con l’idea che il nostro destino fosse già determinato dalla “dura realtà”, quando la realtà è dura solo per chi le scelte “inevitabili” le subisce. La stessa narrazione è presente nella propaganda bellica: la guerra è inevitabile, il riarmo è inevitabile, i sacrifici (nostri) sono inevitabili. La realtà è che il trasferimento di ricchezza dai lavoratori dell'industria bellica o alla finanza è evitabilissima, ma i suoi beneficiari non lo diranno mai.

Il 63% degli italiani pensa che i dazi statunitensi siano una dichiarazione di guerra nei nostri confronti. E i politici muti.

Il 62% degli italiani pensa che l’Italia dovrebbe rimanere neutrale nel conflitto russo-ucraino. E i politici hanno già mandato 12 “pacchetti” di aiuti (armi) all’Ucraina.

Riguardo al genocidio dei palestinesi: il 21% degli italiani vorrebbe allearsi con i palestinesi e il 70% vorebbe che l’Italia rimanesse neutrale.1 I politici e gli imprenditori vanno in tv a dire che abbiamo smesso di vendere armi ad Israele, MENTENDO.2

Il 66,3% attribuisce all’Occidente (Usa in testa) la colpa dei conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente. Opinione “sottorapresentata” nel parlamento italiano nei media mainstream, per usare un eufemismo.

Solo il 31,6% degli italiani è d’accordo con l’aumento della spesa militare al 2% del PIL, mentre l’obiettivo è già passato al 5%.

Si inizia il grande riarmo mentre tra il 2013 e il 2023 la spesa sanitaria privata pro-capite è aumentata del 23%3 perchè “non c’erano soldi”. Negli stessi anni i milionari in Italia sono passati da 281’000 a 457’000, arrivando a 517’000 nel 2024. Queste le stime a ribasso, poi c’è la banca svizzera UBS che ritiene che ci siano 1’300’000 milionari in Italia. Il 5% più ricco delle famiglie possiede il 47,7% della ricchezza nazionale.4

Mi risulta difficile parlare di democrazia. Le decisioni collettive dovrebbero riguardare come viene prodotta e come viene distribuita la ricchezza. Può sembrare astratto, ma equivale a dire che non si può parlare di “potere del popolo” quando non abbiamo alcuna incidenza sul lavoro che facciamo, sul perché lo facciamo e su come viene divisa la ricchezza che è il nostro lavoro a creare.

Il fatto che siamo insoddisfatti dei nostri lavori e non ci riconosciamo nel sistema politico sono due facce della stessa medaglia. L’economia è politica perchè non c’è niente di neutrale nell’organizzazione della produzione e distribuzione di ricchezza: è frutto di scelte politiche e se queste scelte non sono compiute da noi significa che siamo sudditi.

Dovremmo superare l’idea che rispettare le forme basti a garantire un sistema politico sano e pretendere cambiamenti sostanziali. I formalismi sono vuoti senza la sovranità necessaria a rendere effettiva la volontà popolare. La sovranità è la possibilità di applicare le decisioni collettive, le quali non vengono prese anche perchè sarebbero inapplicabili a causa dei vincoli esterni ad essa.

La sovranità è relativa agli Stati. Il volume del potere statale corrisponde allo spazio di decisione collettiva, l’altra faccia della sua diminuzione è l’accrescimento dell’influenza dei poteri sovranazionali, del mercato e della criminalità organizzata.

La definizione di sovranità di Machiavelli rimane attuale: avere il controllo della propria moneta e non avere soldati stranieri sul proprio territorio. Se gli Italiani vogliono decidere sulla propria economia e sulla propria politica estera dobbiamo uscire dall’Unione Europea e dalla NATO.

La democrazia è sempre piú formale: è la possibilità di esprimere la propria opinione piú che una sua reale influenza sulla realtà. È la mancanza di democrazia sostanziale, ossia l’impossibilità di decidere sulla nostra economia a creare sentimenti “antisistema”.

La possibilità di incidere sulla produzione e distribuzione della ricchezza non è sul piatto, c’è un’ élite globalista, liberista e fintamente progressista contro gli eredi degli eredi del fascismo che dal fascismo hanno imparato soprattutto a mettere una sverniciata di retorica sovranista alla svendita della patria e una retorica rivoluzionaria/anti-sistema alla difesa dello status quo. La loro fortuna è la repellenza della controparte, la “sinistra”, guerrafondai che vogliono svendere l’economia italiana alla finanza statunitense e che ci tengono a dimostrare che sono i buoni, gli inclusivi, quelli da parte di tutte le minoranze ma contro la stragande maggioranza della popolazione: i lavoratori. Chiamando chiunque non è come loro “populista” ammettono di essere elitisti.

Belle alternative… Chissà perchè l’affluenza alle urne è cosí bassa… Sicuramente sarà per la mancanza di “cultura civica”, non per la mancanza di dignità della classe politica.

Che fare?

Il disfattismo fa gli interessi del nemico, sicché la resa dopo una battaglia persa non è tra le opzioni. Partecipare in un gioco truccato è ingenuo, ossia combattere all’interno della democrazia borghese sempre piú oligarchica è controproducente. O ci si compromette o non si esiste.

Non ci rimane che costruire un’alternativa dal basso. Informiamoci, incontriamoci, socializziamo le esperienze per costruire risposte collettive. Dobbiamo unirci per unire le nostre lotte, dobbiamo organizzarci per renderle efficaci. La coscienza viene forgiata attraverso la teoria e la prassi. Serve conoscere il mondo per sapersi muovere e serve sapersi muovere per conoscere il mondo: comprensione e azione non sono momenti separati. L’alternativa può nascere solo dalla sua organizzazione nella quotidianità. La democrazia è una bella idea ma è prima di tutto è partecipazione concreta. Riportare al centro il principio per cui è la collettività a dover prendere le decisioni che riguardano tutti, perché questa è la politica, non una X ogni 5 anni in un gioco truccato. ALLO STUDIO, AL LAVORO E ALLA LOTTA!

1https://www.censis.it/governo-pubblico/gli-italiani-guerra-il-16-pronto-combattere-il-19-diserterebbe-il-26-meglio-pagare

2https://altreconomia.it/leonardo-ammette-lexport-di-armi-in-israele-e-fa-cadere-la-maschera-del-governo/

3https://www.censis.it/rapporto-annuale/sindrome-italiana

4https://www.corriere.it/economia/risparmio/25_giugno_21/il-5-degli-italiani-possiede-meta-della-ricchezza-nazionale-cresce-solo-il-patrimonio-di-chi-e-gia-ricco-e-i-milionari-sono-1-3-658f022e-2739-408a-9783-4c7959508xlk.shtml

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