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Articolo di Eros Rossi Fomin, studente di architettura di Fermo
"Ma questa non è la nostra America", apre il suo ultimo articolo Ernesto Galli della Loggia, visibilmente turbato.
Dopo un'equiparazione implicita di Trump a Hitler, e di Zelensky ai leader di Austria, Ungheria e Cecoslovacchia del 1938, Ernesto inizia a rivelare senza peli sulla lingua la propria visione – condivisa con gli altri scribacchini del Corriere e degli altri megafoni dell'impero.
Trump sarebbe "perfettamente in linea del resto con quello che è apparso subito il suo programma: all’interno una democrazia senza liberalismo e dunque senza élite, all’estero un impero americano senza l’Occidente e dunque senza soft power."
Si dirà, può essere che della Loggia abbia scritto male quello che voleva dire? Voleva forse denunciare l'élite americana che è salita al potere con Trump (ignorando che da sempre vi sia un'oligarchia al potere in Usa)? Ebbene no, per della Loggia gli USA sono TRISTEMENTE diventati anti-elitari, con un leader – come direbbe Marx – bonapartista dal supporto popolare, "populista". Un incubo per le élite! Che disgrazia il suffragio universale!
"Tra il suffragio universale da un lato e i diritti inviolabili di libertà individuale dall’altro c’è stato un felice incontro storico, ma non c’è alcun nesso necessario. Infatti, mentre il primo, il suffragio universale, garantisce l’affermazione della volontà della maggioranza indistinta, dei desiderata della massa; i secondi, i diritti di libertà, tutelano, invece, purché ciò non nuoccia a qualcun altro, la sfera di libertà del singolo, la libertà di ogni individuo di vivere al modo che preferisce, di credere ciò che vuole, di pensare anche le idee più sgradevoli e malviste, di stamparle e diffonderle come vuole, perfino di insegnarle."
Perfino insegnarle! Strano che lo stesso della Loggia comunque durante la pandemia Covid-19 e il conflitto ucraino post-2022 abbia sempre "espresso la propria idea" di voler mettere a bando e censurare qualunque idea contraria alla sua, contro insomma i "no-vax" e i "putiniani" (tanto da condannare persino il papa come filorusso). Ma c'è stata sin troppa libertà secondo della Loggia! È ora di smetterla col suffragio universale, populista, e pensare ai soli pregi della libertà individuale, "aristocratica", dice lui (inteso in senso positivo, considerandosi lui stesso come tale, "aristos", "migliore").
"Dunque il suffragio universale incarna per sua natura il principio popolare, mentre i diritti individuali hanno invece un’origine, e conservano un carattere, in un certo senso aristocratico. Garantiscono la sfera di libertà del singolo o dei pochi contro i più, ma garantiscano anche che nelle società governate dalla volontà delle maggioranze esistano le élite e le istituzioni che le alimentano. Le istituzioni dove le élite stesse perlopiù operano (in generale tutte quelle che hanno a che fare con il sapere e la cultura in senso lato, dalla burocrazia alla stampa, alle università): nelle quali ciò che conta essenzialmente è il merito."
Le élite sarebbero tali grazie al proprio merito! Ecco un’altra verità dimenticata dal 1789 che della Loggia ci ricorda.
"Fino ad oggi questa parte dell’Europa e gli Stati Uniti sono stati governati da un regime liberal-democratico, un regime, per l’appunto, che contemperava in vari modi diritti ed elezioni, élite e volontà popolare."
Ora invece, piange della Loggia, non è più così, e la colpa è dei populisti!
"L’arrivo di Trump sulla scena segna una drammatica frattura storica tra questi due ambiti. D’ora innanzi nella sua democrazia senza élite — anzi loro nemica — deve contare sempre e comunque solo chi ha vinto le elezioni, solo la volontà popolare da lui rappresentata e basta. E cioè, in pratica, unicamente Lui, solamente il Grande Demagogo, l’idolo della maggioranza."
Che stupida la maggioranza! Dovrebbero governare quelli che pagano della Loggia, che gli garantivano la sua quota di finanziamenti USAID. Non quelli che soddisfano le richieste della maggioranza!
"Bando alle élite e alle competenze, appunto."
Le competenze!!!
"Oggi vi sono tre grandi centri di potenza geopolitica sulla scena del mondo — Stati Uniti, Russia, Cina — ma esiste, sia pure molto a malapena, un solo impero mondiale, quello americano. E l’impero americano è tale, però, solamente perché di esso fa parte l’Europa, tutta l’Europa che vuole essere libera. Solo chi domina l’Europa, infatti, può aspirare a dominare il mondo."
Rileggiamo le ultime due frasi (con cautela! senza rischiare aneurismi, mi raccomando): "L'impero americano è tale perché di esso fa parte l'Europa", insomma, senza avere colonie europee, come potrebbe considerarsi impero? "Tutta l'Europa che vuole essere libera". Libera??? Libera stando sotto l'impero americano!? "Solo chi domina l'europa può aspirare a dominare il mondo".
Insomma, il servo svendipatria sta esplicitamente scrivendo di auspicarsi il dominio del proprio Paese, così da poter garantire, sotto comando americano, il controllo del mondo da parte di quella dotta, illuminata e competente élite di cui si sente parte.
Non voglio condannare esclusivamente lo "scritto" di questa serpe senz'anima; egli è semplicemente uno che non ha avuto peli sulla lingua ed ha espresso ciò che pensano tutti i suoi colleghi “competenti”.
Almeno della Loggia riconosce che oggi vi siano tre superpotenze. Ma la Russia non era, secondo i “competenti”, in procinto di crollare col suo PIL da terzo mondo e le armi fatte coi chip delle lavatrici, e la Cina non doveva collassare col suo mercato immobiliare e le scarse innovazioni?
"Incorporando nel suo impero il nostro continente, gli Stati Uniti sono l’unica superpotenza che ancora oggi può pensare di dominare indisturbata entrambe le sponde di uno dei tre grandi oceani della Terra, a differenza della Russia e della Cina la quale ad appena un centinaio di chilometri delle sue coste ha già la spina nel fianco di Taiwan. Sempre grazie all’Europa gli Stati Uniti, poi, dominano di fatto insieme all’Atlantico anche il Mediterraneo, sicché essi sono così in grado di tenere sotto controllo oltre uno snodo fondamentale del commercio e delle comunicazioni mondiali, oltre l’Africa, anche l’epicentro (attuale e con ogni probabilità anche futuro) dello scontro epocale tra l’Islam e il mondo storicamente cristiano."
Ecco che si ripropone lo schema dello scontro di Civiltà! Dobbiamo avere garantite le colonie africane e far abbassare la cresta ai barbari musulmani d'oltremare. E per questo solo stando sotto l'impero americano avremo i mezzi per fare da scagnozzi arroganti e prenderci la nostra fetta del mondo.
Ma ora che il padroncino ci ha scaricati? Come faremo? Il panico di della Loggia sta tutto in questa domanda.
"Non basta. In forza del legame storico con l’Europa l’America può infine contare in ogni evenienza su un patrimonio gigantesco e multiforme di iniziative, di risorse umane e tecniche, di capacità intellettuali, che ancora oggi hanno sede in questa parte del mondo. Senza le quali, ad esempio, essa non sarebbe mai riuscita a disporre di quell’arma che le permise di annichilire il Giappone nell’agosto del 1945.
Ma l’impero americano o è democratico o non è. Non può essere. Democratico significa non solo tenuto insieme dal vincolo di istituzioni egualmente democratiche, di scambi commerciali senza ostacoli e di movimenti umani liberi."
È grazie a "noi europei" (sorvoliamo di quale nazionalità fossero, nellospecifico, gli scienziati che aiutarono gli americani a sviluppare le atomiche...) che l'impero ha potuto "annichilire il Giappone"! È un merito, riconoscetecelo! Voi americani dovreste esserne grati!
Grazie a noi avete le bombe democratiche che hanno piegato il mondo, la giungla!
E noi europei invece siamo grati della "cultura", della musica, "arte", modo di vivere che ci hanno portato gli americani nel nostro decrepito letamaio! Qui della Loggia elenca dunque i “contributi” , per poi aggiungere finalmente:
"Vuol dire cioè quell’insieme di cose cui gli Stati Uniti hanno dato a partire dagli inizi del Novecento un contributo decisivo modellando, si può dire per sempre, l’immaginario occidentale e dando forma al vero cuore del loro potere sul mondo moderno, quello che si chiama appunto il soft power, il potere soffuso, invisibile. Che alla fine non è altro che il magico potere della libertà."
Il soft power è libertà.
"Che fino ad oggi ha spinto tanti di noi, in tante occasioni, a unirsi in silenzio all’antica invocazione God bless America: «Iddio benedica l’America!». Ma l’America che abbiamo conosciuto, non quella che annunciano le truci parole del suo nuovo capo."
Se il mondo che si sta profilando all’orizzonte inquieta i “competenti”, l’élite dalle pulsioni aristocratiche i cui interessi sono difesi da della Loggia, non possiamo che salutarlo con gioia. Peggio di quanto c’è stato prima non potrà mai essere
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