Giulio Tarro: "Con le modifiche in Senato la Commissione parlamentare sulla gestione Covid non potrà accertare nulla"

13 Novembre 2023 06:00 Francesco Santoianni


di Francesco Santoianni

Morta prima del nascere la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid che ora, stravolgendo la stesura già approvata dalla Camera, in quella approvata l’8 novembre dal Senato, non potrà più indagare su "eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza, della proporzionalità e dell'efficacia, contraddittori o contrastanti con i princìpi costituzionali" né sulla “legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe”, né “sull'utilizzo dello strumento della decretazione d'urgenza". In più ora la Commissione non avrà la possibilità di potere esaminare documenti secretati né di indagare sulle responsabilità e decisioni prese dalle autorità regionali.

E dire che il partito della Meloni, con tanto di cartelli contro il Green Pass, il 21 luglio 2021, aveva occupato la Camera dei deputati. Su questo stravolgimento di una Commissione che aveva suscitato tante speranze abbiamo intervistato il prof. Giulio Tarro.

<<Già nella versione approvata dalla Camera dei Deputati erano scomparsi importanti compiti riportati nella stesura iniziale quali, ad esempio, “verificare e valutare la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe nonché dell’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza” ma, con quanto approvato ora dal Senato, è evidente che l’istituenda Commissione nulla potrà accertare sul perché di sconcertanti direttive quali, ad esempio, quella che “sconsigliava” di effettuare autopsie sui morti per Covid (impedendo così di comprendere che erano i trombi ad uccidere) o il diniego di terapie che già allora si sapeva essere efficaci (rifugiandosi nella “tachipirina e vigile attesa”).>>

Direttive legittimate dalla “scienza ufficiale”?

<<Durante i due anni di emergenza Covid, quasi mai considerazioni scientifiche si sono tradotte in direttive politiche, limitandosi la “scienza ufficiale” ad accettare supinamente quello che era stato già deciso dal Governo. In molti casi con risultati surreali, come, ad esempio le sbalorditive giravolte sul vaccino Astrazeneca. Sintetizziamo i fatti.

Il 3 febbraio 2021 l’Aifa dichiara “A seguito delle numerose interpretazioni di stampa delle ultime ore, AIFA precisa che la posizione della Commissione tecnico scientifica è rimasta invariata rispetto a quella espressa nella riunione del 30 gennaio. In attesa di ulteriori studi, l’indicazione per il vaccino AstraZeneca resta preferenzialmente per la popolazione tra i 18 e 55 anni e senza patologie gravi, per la quale sono disponibili dati più solidi”.

Il 18 febbraio 2021: Aifa “suggerisce” di somministrare AstraZeneca ai soggetti fino ai 65 anni di età in buone condizioni di salute e vaccini Pfizer e Moderna alle persone più anziane o fragili.

L’11 marzo 2021, dopo che Norvegia e Islanda avevano sospeso la somministrazione del vaccino Astrazeneca per la segnalazione di numerosi casi di trombosi, il premier Draghi, dopo un incontro con il Commissario europeo Von Der Leyen, dichiara che “non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino Astrazeneca.” Pochi minuti dopo la nota Ansa che pubblicava la dichiarazione Aifa, che “cautelativamente” sospende a tutti in Italia la somministrazione del vaccino (facendo infuriare migliaia di persone in fila davanti ai centri vaccinali).

L’11 marzo 2021 Ema esclude la correlazione tra casi di trombosi e il vaccino di AstraZeneca.

Il 19 marzo 2021, conferenza stampa di Aifa, Comitato tecnico scientifico, ministero della Salute: “Il vaccino Astrazeneca è sicuro e non ci sono indicazioni per limitarne l’uso per età o per altre categorie di rischio. Nessun rischio per le donne che prendono la pillola. Ora avanti con la vaccinazione senza indugi. Chi rifiuta il vaccino di AstraZeneca, dovrà aspettare prima di riceverne un altro”.

Il 31 marzo 2021, la Germania sospende il vaccino Astrazeneca per gli under 60,

Il 7 aprile 2021 dichiarazione di Franco Locatelli portavoce del Comitato tecnico scientifico: “L’Ema ha valutato nuovi dati resi disponibili per quanto riguarda lo sviluppo di fenomeni trombotici. Il nesso di causalità, seppure non dimostrato definitivamente, è plausibile. Sì ad AstraZeneca per gli over 60”.

Il 3 maggio 2021, considerato che il vaccino Astrazeneca nessuno lo voleva più, dichiarazione del generale Francesco Figliuolo (commissario straordinario del Governo per l’emergenza Covid) “Ci sono effetti collaterali ma sono infinitesimali. Se non impieghiamo tutti i vaccini, il ritmo della campagna non raggiunge gli obiettivi nei tempi prefigurati.”

L’11 maggio 2021, dopo il clamore suscitato dalla morte di una ragazza di Sestri Levante susseguente alla inoculazione di vaccino Astrazeneca, Circolare del Ministero della Salute che esclude questo vaccino per gli under-60 e che consiglia a coloro che lo hanno già utilizzato come prima dose la somministrazione di Pfizer o Moderna (che, come è noto, si esplicano in due dosi).

È da evidenziare che questo asservimento della “Scienza ufficiale” alle esigenze del Governo e del suo Commissario straordinario per le vaccinazioni già aveva toccato il fondo quando, di fronte al ritardo nella consegna dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche, in Italia, fu stabilito che il periodo intercorrente tra la somministrazione di due dosi vaccinali poteva essere 42 giorni per Pfizer e Moderna, invece dei 21-28 prescritti dall’Ema e dalle stesse case farmaceutiche.>>

Asservimento che si direbbe si perpetui ancora oggi. Sui social c’è stata molta indignazione per la sua esclusione dalle celebrazioni e da un convegno scientifico per il cinquantennale dell’epidemia di Colera nell’area napoletana nonostante lei avesse avuto un ruolo di primissimo piano in quella emergenza.

<<Per carità. Mi sono risparmiato, così come è stato come per ogni decennale di quella epidemia, interviste e passerelle congressuali. Bazzecole in confronto a quello che hanno subito tanti colleghi medici radiati dall’Ordine per aver osato criticare la gestione dell’emergenza Covid. E anche per riparare torti così gravi sarebbe stata fondamentale una Commissione parlamentare di inchiesta degna di questo nome.>>

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