I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

07 Febbraio 2025 17:00 Giuseppe Masala


di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

Con il passare dei giorni dall'entrata alla Casa Bianca di Donald Trump si sono fatte sempre più insistenti le voci di un possibile vertice tra il Tycoon americano e il Presidente russo Vladimir Putin con la finalità di sbloccare il prima possibile la crisi ucraina e riportarla in un alveo di risoluzione del conflitto attraverso la diplomazia.

Assieme alle voci che accreditano la possibilità di un vertice tra i due leader si fanno sempre più insistenti anche le indiscrezioni sui possibili punti della Road Map che dovrebbe portare alla pace nell'est europeo. A questo proposito è di ieri un articolo del quotidiano inglese Daily Mail che delinea il possibile piano proposto da parte statunitense.

Secondo il giornale britannico, i punti della road map per la pace in Ucraina, studiata dallo staff di Trump prevederebbe i seguenti punti:

  • Zalensky deve accettare un cessate il fuoco entro il 20 di Aprile, così da ottenere l'arresto dell'avanzata della Russia;

  • Deve essere firmata una dichiarazione che annuncia ufficialmente il divieto di adesione dell'Ucraina alla Nato;

  • Kiev riconoscerà la sovranità della Russia sulle zone occupate (peraltro già annesse con legge costituzionale dalla Federazione Russa) e si ritirerà dall'Oblast russo di Kursk;

  • Verrà istituita una zona demilitarizzata (non è stato chiarito quanto profonda) posta sulla linea di contatto tra le due forze armate;

  • La suddetta zona demilitarizzata sarà sorvegliata da truppe europee e forse anche britanniche. Non verranno però inviate truppe statunitensi;

  • La ricostruzione ucraina sarà finanziata con investimenti della Unione Europea stimati in 486 miliardi nell'arco di un decennio;

Per quanto riguarda i tempi di implementazione dell'accordo la road map pubblicata dal Daily Mail prevede:

  1. a) Colloquio telefonico tra Zelensky e Putin entro Febbraio;

  1. b) Per la fine di Febbraio o inizio di Marzo sarebbe previsto un incontro tra i leader;

  1. c) Entro il 20 aprile sarà annunciata la dichiarazione di cessate il fuoco;

  1. d) Entro il 9 Maggio, i termini dell'accordo saranno resi pubblici, evitando così l'ulteriore imposizione della legge marziale e della mobilitazione.

Inoltre sarà previsto – non è ben chiaro a quale titolo – l'ulteriore aiuto americano anche in termini militari così da favorire l'adesione dell'Ucraina alla UE entro il 2030.

Un piano di pace, come si può vedere, a tappe forzate e studiato in maniera molto furba così da lasciare ad una lettura superficiale, la sensazione di un accordo equanime che tenta di mediare tra gli interessi di tutti. In realtà però si tratta di un accordo che sancirebbe la netta sconfitta della Russia sul piano diplomatico. In altri termini, la Russia dopo aver visto le sue armate nettamente vincitrici sul campo di battaglia, dovrebbe accettare la sconfitta netta sul tavolo diplomatico.

Si può sostenere questa tesi, innanzitutto sulla scorta di quanto i russi dichiararono nel 2021 nelle loro lettere inviate agli statunitensi e alla Nato (e nei successivi vertici di Ginevra) in cui chiedevano una nuova architettura di sicurezza europea che sostanzialmente prevedeva il ritiro delle armi nucleari americane dal teatro europeo, il ritiro delle truppe della Nato sulle posizioni del 1991 (come peraltro promesso dall'allora segretario di stato USA James Baker) oltre ovviamente alla promessa solenne che la Nato mai più si sarebbe allargata verso Est minacciando direttamente la Russia.

Di tutte queste richieste non vi è alcuna traccia nella proposta di pace che gli americani vorrebbero imporre e anzi, a ben vedere, vi è il totale respingimento delle reali richieste russe. Da un lato infatti, la proposta di accordo tratta il conflitto ucraino come una semplice disputa di natura territoriale non tenendo in considerazione che il reale conflitto non era tra la Federazione Russa e l'Ucraina ma tra la Federazione Russa e la Nato nascosta dietro il paravento del governo fantoccio di Kiev. Come se non bastasse il previsto utilizzo di truppe europee e britanniche sul fronte del conflitto come forze di interposizione porterebbe ad un risultato paradossale, ovvero che le truppe della Nato sarebbero comunque al confine della Russia. Poco importa se poi il “marchio” di queste truppe non avrà lo stemma della Nato ma quello Europeo e dell'Union Jack, sempre truppe di paesi appartenenti alla Nato sarebbero. In altri termini assisteremo al paradosso di aver visto la Russia entrare in guerra affinché l'Ucraina non entri nella Nato per vedere la Nato entrare in Ucraina sotto le mentite spoglie delle truppe di pace.

Altro tema da non sottovalutare è l'entrata dell'Ucraina nell'Unione Europea sostanzialmente promessa da Washington. Lasciando perdere il salasso a cui l'Europa dovrebbe sottoporsi per ricostruire il paese ex sovietico non si può dimenticare un altro fondamentale aspetto: la UE sta operando per costituire l'Esercito Unico Europeo. Dunque si riporrebbe il problema di fondo: la Nato entrerebbe di fatto in Ucraina per il semplice fatto che l'Ucraina entrando nella UE parteciperebbe all'esercito europeo che è composto per la maggior parte di paesi appartenenti anche alla Nato. Se non è zuppa è pan bagnato!

Insomma, a ben vedere il piano statunitense sembra studiato da dei giocatori delle tre carte con la finalità di turlupinare i polli che gli capitano a tiro. Il punto di fondo è però anche un altro: ben difficilmente una vecchia volpe della diplomazia come Sergey Lavrov si farà prendere per i fondelli e a Washington questo non possono saperlo.

Allora a questo punto sorge la domanda fondamentale: il piano americano ha il reale obbiettivo di arrivare alla pace o vuole solo spingere la Russia a rovesciare il tavolo diplomatico facendo ricadere su Mosca la responsabilità di un inasprimento (se non allargamento) del conflitto?

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