Il giorno in cui Fubini scoprì il "pilota automatico"

26 Aprile 2021 14:46 Fabrizio Verde

L’Italia è condannata a una politica di austerità eterna fino alla completa autodistruzione dell’economia e del tessuto sociale? Sembra proprio che sia questo il triste destino che attende Roma, con il nuovo governo Draghi mero esecutore - nonostante la tanto sbandierata autorevolezza dell'ex direttore della BCE - di una politica sostanzialmente decisa a Bruxelles.

Addirittura di questo «pilota automatico» - per utilizzare un’espressione proprio di Mario Draghi - che condanna l’Italia si rende conto anche Fubini sul ‘Corriere della Sera’, ovvero uno mei massimi cantori dell’austerità neoliberista.

«l rapporto fra i partiti, il nucleo tecnico del governo e Bruxelles è però l’altra dinamica che sta cambiando. Più di quanto molti abbiano capito a Roma, soprattutto in vista dei prossimi anni. Perché sempre più è chiaro, almeno a Bruxelles, che quelle oltre 500 pagine di schede-progetto mandate dall’Italia non sono solo la messa in musica delle 300 pagine del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr)», scrive Fubini che poi segnala come queste politiche siano il «di fatto il programma, già scritto dal governo a Roma e blindato nel rapporto con Bruxelles, della prossima legislatura in Italia. I cronoprogrammi allegati al Pnrr e gli obiettivi quantitativi delle schede sono infatti più di semplici impegni: sono soglie che possono bloccare i singoli pagamenti dei fondi Recovery, qualora non siano superate nei modi e nei tempi previsti. La prima vera verifica dell’attuazione del piano e delle relative riforme cade probabilmente fra dicembre e gennaio prossimi. Ma questo meccanismo resterà attuale per la durata del Recovery fino al 2026, a scadenze di pochi mesi da un esborso all’altro. Anche perché i singoli governi europei, anche i più intrattabili, avranno un diritto di mettere in pausa i pagamenti agli altri se hanno dubbi e rimostranze. Non è ancora chiaro come funzionerà esattamente il meccanismo degli «alert» e cosa accade su un Paese salta un impegno. Ma quel meccanismo ci sarà».

Se qualcuno credeva che i fondi per la ripresa in arrivo da Bruxelles sarebbero stati liberi da condizionalità, dovrà ricredersi perché la Commissione «vuole scadenze e obiettivi misurabili, perché ha bisogno di strumenti di lavoro. E vuole riforme senza ombre. Vuole obiettivi cifrati sull’emersione del lavoro sommerso, inclusi dati, sanzioni previste, certezze sulla lotta al caporalato. Vuole anche più certezze operative su merito e tempi delle norme per la concorrenza (il governo di Giuseppe Conte non aveva lasciato niente e Draghi ci è arrivato all’ultimo). Né accetterà un ritorno mascherato alle pensioni a 62 anni. E ha dubbi su un meccanismo come quello di Industria 4.0 del Recovery perché troppo generico (quasi ogni spesa strumentale rientra negli sgravi) o in un ecobonus che include le terze e le quarte ville dei ricchissimi.
Quello che uscirà da questo confronto con Bruxelles sarà dunque un programma (blindato) di governo. Fino al 2026».

Siamo di fronte a quello che potrebbe essere il colpo definitivo per un’Italia già devastata dai danni derivanti dall’euro e l’austerità europea, legando le mani anche a eventuali governi intenzionati a imprimere il necessario cambio di passo al paese, ribaltando le attuali politiche economiche suicide, per tentare di portarlo fuori dalle secche in cui l’ha impantanato il fanatismo neoliberista.

Forse è proprio questo il vero obiettivo: non permettere che l’Italia si liberi dal giogo infernale in cui è intrappolata e così condannata a morte certa.

Le più recenti da Italia

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa