In una mossa che cristallizza una frattura profonda tra due nazioni sudamericane, il governo del Perù ha annunciato lunedì la formale rottura delle relazioni diplomatiche con il Messico. La decisione, comunicata dal Ministro degli Esteri peruviano, Hugo de Zela, costituisce l’epilogo di una crisi durata quasi tre anni, innescata dalla destituzione dell’ex presidente Pedro Castillo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la concessione dell’asilo politico all’ex capo di gabinetto peruviana Betssy Chávez presso la residenza dell’ambasciata messicana a Lima. La Chávez, che fu l’ultima Presidente del Consiglio dei Ministri durante la breve amministrazione Castillo, è attualmente sotto processo con l’accusa di ribellione.
In una conferenza stampa tenuta a Lima, il Cancelliere de Zela ha denunciato con veemenza quella che il suo governo definisce una continua e inaccettabile ingerenza messicana negli affari interni peruviani. L’obiettivo principale delle critiche è la Presidente messicana Claudia Sheinbaum, colpevole, secondo Lima, di aver ripetuto “espressioni inaccettabili e false” definendo l’ex presidente Castillo un perseguitato politico.
“La verità è che hanno cercato di trasformare gli autori del tentativo di colpo di Stato in vittime”, ha affermato de Zela, sottolineando come la posizione ufficiale di Città del Messico sembri legittimare, secondo il governo peruviano, atti eversivi. “La realtà dimostra che ciò che noi peruviani viviamo e vogliamo continuare a vivere è la democrazia”, ha aggiunto.
La Reazione Istituzionale e le Conseguenze Immediate
Come diretta conseguenza della decisione, la responsabile dell’ambasciata messicana in Perù, Karla Ornela, è stata dichiarata persona non grata e ha ricevuto notifica formale di dover abbandonare il territorio nazionale entro un termine perentorio. Un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri peruviano ha accusato il Messico di interferire “in modo inammissibile e sistematico negli affari interni del Perù” a partire dal dicembre 2022.
Nonostante la rottura a livello politico-diplomatico, de Zela ha tenuto a precisare che verranno mantenuti i legami consolari. Questa scelta, ha spiegato, è dettata dalla necessità di “proteggere, aiutare e facilitare” le pratiche per le rispettive comunità di migranti. “La volontà del Perù è che le relazioni consolari continuino perché consideriamo molto importante proteggere i peruviani in Messico e anche che i messicani in Perù siano protetti”, ha concluso.
Le Radici della Controversia
La frattura affonda le sue radici nell’evento traumatico del dicembre 2022, quando Pedro Castillo tentò di sciogliere il Congresso e governare per decreto, un atto che le istituzioni peruviane interpretarono come un “autogolpe”. La sua immediata destituzione da parte del Parlamento e il successivo arresto hanno dato origine a due narrative diametralmente opposte.
Da un lato, il governo peruviano e la sua magistratura procedono contro Castillo e i suoi alleati per il reato di ribellione. Dall’altro, il Messico, prima sotto la guida di Andrés Manuel López Obrador e ora con la Presidente Sheinbaum, ha costantemente sostenuto la tesi del colpo di Stato, ritenendo la destituzione dell’ex presidente un atto illegittimo.
Questa divergenza di visioni ha reso la relazione bilaterale sempre più tesa, culminata lo scorso settembre con l’approvazione, da parte della Commissione Affari Esteri del Congresso peruviano, di una mozione per dichiarare Sheinbaum “persona non gradita”. La replica della Presidente messicana non si è fatta attendere: “Dal nostro punto di vista, [Castillo] ha subito un colpo di Stato”, ha dichiarato, ribadendo una posizione che Lima considera una provocazione.
L’ex presidente Castillo rimane in carcere in custodia cautelare dal 2022, in attesa di giudizio per una serie di reati per i quali non è ancora stata emessa una sentenza definitiva.
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