Nella Striscia di Gaza, mentre si muore per la fame usata come arma di guerra, c’è stata la visita del Presidente israeliano Isaac Herzog, un atto vergognoso, di sfida che lascia intendere che sia un passo verso l'occupazione totale dell'enclave palestinese.
La presenza di Herzog nel territorio devastato dai bombardamenti indiscriminati dell'esercito di occupazione israeliano è stata presentata dai media ebraici come una dimostrazione di "impegno umanitario", ma solleva seri interrogativi sul suo vero intento: stiamo assistendo al primo passo ufficiale verso l'occupazione totale di Gaza?
Durante il suo tour, Herzog ha ribadito che "Israele agisce in conformità con il diritto internazionale" e che "fornisce aiuti umanitari". Tuttavia, le sue dichiarazioni giungono in un momento in cui il mondo assiste al blocco totale degli aiuti imposto da Tel Aviv, all'attacco dei centri di distribuzione e alla morte di centinaia di persone in disperata ricerca di cibo.
La realtà a Gaza contraddice la narrazione ufficiale. Nelle ultime 24 ore, almeno dieci persone sono morte di fame e si stima che nelle ultime settimane quasi 900 palestinesi abbiano perso la vita in coda per le razioni. Scene di fame di massa, bambini emaciati e cadaveri per le strade fanno da sfondo a questa controversa "visita presidenziale".
Lungi dall'essere un gesto di solidarietà, l'arrivo di Herzog – accompagnato da truppe e funzionari del cosiddetto Fondo Umanitario per Gaza, finanziato da Israele e Stati Uniti – rafforza i timori che Israele si stia preparando a dichiarare il pieno controllo su Gaza, non come occupante, ma come "amministratore umanitario" di un territorio ridotto in rovina, dove circa 60.000 persone sono state uccise e altre migliaia sono sepolte. Una narrazione che tenta di insabbiare quella che molti già descrivono come pulizia etnica e annessione occulta.
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