Impugnata la legge "Aree idonee". La lotta per la sovranità energetica del popolo sardo è appena iniziata!


di Cristiano Sabino
Alla fine, come ampiamente previsto e prevedibile, il Governo ha impugnato la legge 20 della Regione Sardegna sulle "Aree idonee" per gli impianti di energia rinnovabile (Fer). Una legge che, fin dal suo varo, aveva sollevato dubbi e critiche, non solo per i suoi contenuti, ma soprattutto per il modo in cui è stata concepita e imposta, scavalcando la volontà popolare.
Lo scorso 28 gennaio, il governo centrale ha deciso di impugnare la legge regionale, ritenendo che alcune sue disposizioni eccedano le competenze statutarie della Regione e siano in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia, beni culturali e paesaggistici. In particolare, vengono citate violazioni degli articoli 117 e 41 della Costituzione, relativi alle competenze legislative, alla libertà di iniziativa economica e ai principi di uguaglianza e certezza del diritto.
Ma il vero nodo della questione è un altro: la Giunta Todde, invece di ascoltare i cittadini e sostenere la legge di iniziativa popolare Pratobello 24– che aveva raccolto oltre 210mila firme – ha scelto di affossarla, senza nemmeno portarla in discussione, sostenendo che sarebbe stata "palesemente incostituzionale" e quindi impugnata dal Governo centrale. Al suo posto, ha varato una legge senz'anima e raffazzonata, scritta in fretta e furia e totalmente priva di copertura popolare e pienamente allineata con il Decreto Draghi 199/2021. E non si tratta certo di un caso, visto che i partiti maggioritari a sostegno della Giunta sarda (PD e M5S) hanno sempre sostenuto il tecno Governo Draghi e i suoi provvedimenti antidemocratici e contrari agli interessi popolari, come appunto il decreto 199 che vessa la Sardegna e altre aree marginalizzate dello stato scaricando su di esse tutti i sacrifici imposto dalla direttiva europea in materia di energia da fonti rinnovabili.
C'è da chiedersi, allora, quale fosse il vero obiettivo della legge 20. Era davvero una legge pensata per durare e sbarrare la strada agli speculatori- come la propaganda filo governativa ha sempre sostenuto - o piuttosto si trattava di un diversivo per smontare l'incredibile mobilitazione popolare che si era creata intorno alla legge Pratobello 24?
La risposta, purtroppo, sembra scontata. La legge 20 si è rivelata un aborto, invisa allo Stato per i pochi vincoli che impone e impopolare tra i cittadini che hanno sostenuto una legge fondata sul rifiuto dei decreti Draghi e Pichetto Fratin.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la legge sostenuta dalla Todde's company viene ora impugnata dal Governo in un patetico gioco allo sbirro buono e allo sbirro cattivo, o al gatto e alla volpe se si preferisce. Mentre la Pratobello 24, nata dal basso e sostenuta da centinaia di migliaia di sardi, continua a rappresentare una proposta chiara, condivisa e rispettosa dello Statuto e delle esigenze del territorio per governare in maniera comunitaria e popolare la transizione energetica rifiutando i diktat dello Stato e delle multinazionali.
Cosa diranno ora gli esponenti politici del "campo largo" che a gran voce, per silenziare la mobilitazione popolare, sostenevano con arroganza che "i legislatori siamo noi"?

Cosa diranno tutti quegli utili idioti che per mesi hanno attaccato la Pratobello 24 e hanno fatto le moine alla legge 20?

È il momento di fare chiarezza e di rilanciare con forza la Pratobello 24, un esempio di democrazia partecipativa che ha saputo coinvolgere migliaia di cittadini e proporre soluzioni concrete per la tutela del territorio e delle comunità locali.

Complimenti davvero a questa Giunta di perecottari e a tutti gli infiltrati travestiti da "comitati" e "antagonisti" che si sono prestati a fare da zerbini al potere. Ma noi non ci arrendiamo!
È il momento di ripensare alla rappresentanza e all'ascolto dei cittadini.
Insomma la lotta per la sovranità energetica della Sardegna e del suo popolo sembra essere appena iniziata e sembra essere diventato il nucleo di una nuova riscossa politica dei sardi contro il centralismo e le sue oligarchie.

Noi siamo pronti!

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