La "rissa sfiorata" tra Sikorski e Zelensky e le cause della crisi tra Polonia e Ucraina

di Francesco Corrado

La stampa polacca pubblica la notizia secondo la quale, in un incontro tenutosi a Kiev il 13 settembre, il ministro degli esteri polacco Sikorski e il premier ucraino Zelenski sarebbero quasi venuti alle mani. La situazione è tesissima tra gli alleati occidentali.

La sconfitta strategica della Russia di cui si è vaneggiato pare che non si verificherà, dato che la guerra in Ucraina si sta avviando verso una sconfitta per Kiev. Ed i nervi sono a fior di pelle.

I mezzi di informazione polacchi accusano Zelensky di aver creato una situazione definita scandalosa. Il periodico Onet scrive che il presidente ucraino si è permesso, nel relazionarsi col ministro degli esteri polacco, di usare uno stile di comunicazione che ha sorpreso enormemente la delegazione polacca. Tralasciando i particolari più pittoreschi, qual era l'oggetto del contendere? Non dimentichiamo che i polacchi si sono spesi davvero molto per il regime di Kiev tanto che si stima che fino a diecimila militari polacchi siano morti nel conflitto russo-ucraino.

Zelenski ha accusato i polacchi di non fare abbastanza per appoggiare un rapido ingresso dell'Ucraina nell'UE (Zelenski ci aveva creduto davvero!). Il governo polacco in un comunicato ufficiale ha spiegato che le richieste e le pretese della delegazione ucraina non erano realistiche. I fatti sono noti a tutti più o meno: per aderire all'UE è necessario un lavoro preparatorio che può durare decenni. Il caso della Turchia, che ha molti meno problemi dell'Ucraina a rientrare nei parametri europei, peraltro sotto tutti i punti di vista, è emblematico. Il regime di Kiev non rientrerebbe nei parametri economici nemmeno facendo i miracoli. Figuriamoci poi se si parla di istituzioni democratiche, rispetto dei diritti o corruzione.

Il governo polacco ha ricordato laconicamente che nessuno aveva garantito a Zelensky che il percorso di annessione all'UE sarebbe stato del tutto regalato e che comunque i tempi tecnici ci sono e diversamente non si può fare.

Peraltro Zelenski non è l'unico sprovveduto che davvero ha creduto che l'Ucraina potesse entrare in Europa e farlo pure alla svelta, pur senza possedere molti requisiti richiesti. Anche volendo sorvolare per un attimo sul problema della corruzione e sulla condizione di stato economicamente fallito, che vive solo di aiuti ed ha un debito non ripagabile (altro che rapporto debito PIL al 3%), dobbiamo considerare che si tratta, attualmente, della dittatura più rigida al mondo: l'unica che sia riuscita a mettere fuori legge religioni, partiti politici (una decina), una lingua parlata dalla quasi totalità della popolazione (definizione da manuale di apartheid), che ha fatto irruzioni di polizia nelle sedi di canali televisivi poi chiusi, che ha chiuso un numero imprecisato di radio e giornali e che punisce con pene assurde coloro che esprimono il loro pensiero. Fino ad arrivare a bombardare la popolazione civile con artiglieria e droni dal 2014 ad oggi compreso.

Con buona pace della Von Der Leyen ed i suoi deliri sul fatto che l'Ucraina rappresenti i valori dell'UE, l'ordinamento giuridico dell'Ucraina è pieno di mostruosità che sono del tutto incompatibili con i trattati UE.

Zelensky è in grande difficoltà. La guerra è militarmente oramai persa. Ogni giorno si parla di qualche nuovo sistema di arma che gli occidentali darebbero agli ucraini per cambiare le sorti della guerra. Questo ovviamente perché tutte quelle mandate fin'ora si sono rivelate inutili, ma di fatto mancano le cose basilari come soldati e munizioni e la situazione è al collasso. Dopo due anni di sciocchezze, i famosi F16 sono arrivati: addirittura 4, di questi uno solo è entrato in azione ed è stato abbattuto. I russi peraltro hanno fatto nulla in quanto l'aereo è stato tirato giù da un Patriot usato dagli ucraini, almeno questa è la versione ufficiale, anche se c'è chi parla di un'avaria dell'aereo stesso. Il premier ucraino ha capito di essere stato preso in giro ed ora teme anche che, di fronte ad un crollo dello stato, un alleato come la Polonia possa in futuro appropriarsi di parte dell'Ucraina occidentale, che era Polacca fino alla conquista sovietica e che la Polonia rivendica. Forse questo spiega meglio di altre cose la veemenza di Zelensky nei confronti dei polacchi: amici quando si tratta di combattere la Russia, ma pronti ad approfittare della situazione se l'Ucraina dovesse crollare.

Se Zelensky vuole vincere la guerra ha una sola opportunità: coinvolgere la Nato. Cosa che, nella follia generale, diventa sempre tragicamente più possibile a giudicare dalla retorica guerrafondaia dei leader europei, cosa molto pericolosa se la mettiamo in relazione con l'impreparazione delle forze armate dei loro paesi.

Le più recenti da OP-ED

On Fire

Trump: la guerra tra Israele e Iran è "finita" (IN AGGIORNAMENTO)

  AGGIORNAMENTI Ore 20:30 Il ministro della Difesa iraniano arriva in Cina per il forum sulla sicurezza Il ministro della Difesa iraniano Aziz Nasirzadeh è arrivato in Cina per un...

Che cos'e' la droga che i palestinesi avrebbero trovato negli "aiuti" di GHF?

  di Agata Iacono    Cos'è la droga che l'autorità palestinese avrebbe trovato mescolata alla farina dei cosiddetti aiuti umanitari gestiti dai contractors,  (leggi...

"Israele ha il coraggio di fare quello che l'Europa non ha il coraggio di fare". Il discorso shock della deputata di Fratelli d'Italia al Parlamento UE

"Israele ha il coraggio di fare quello che l'Europa non ha il coraggio di fare".  In un discorso shock pronunciato alla seduta plenaria dell'Europarlamento dello scorso 17 giugno, sfuggito alla totalità...

Pepe Escobar - L'intero pianeta è tenuto in ostaggio da una setta dedita al culto della morte

  di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe]     Andiamo al sodo. Il devastante attacco all'Iran da parte dello psicopatico genocida “prescelto”...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa