L'affarismo politico-militare fa saltare le regole democratiche

di Giuseppe Giannini

La follia bellicista portata avanti dalla NATO e supportata dalla UE attraverso gli Stati, sovranisti o presunti tali, sta provocando la riscrittura dei rapporti internazionali. Al momento, più che la ridefinizione di futuri assetti in nome di intenti geopolitici, la cd. strategia del nuovo (dis)ordine mondiale, appare evidente come si sia deciso di fare a meno di tutto quel complesso di regole – Trattati, Convenzioni internazionali, diritti sanciti nelle Costituzioni – che sono alla base dei rapporti fra le nazioni. La sospensione di principi scritti in nome di un'urgenza, che facendosi prassi rappresenta il banco di prova della tenuta delle relazioni esterne fra gli Stati ed internamente tra gli Stati ed i cittadini.

L'allentamento delle normative di riferimento serve agli esecutivi ed ai decisori politici non per garantire maggiori spazi di libertà ai sottoposti (anzi tutt'altro), ma quale pretesto grazie al quale giustificare il loro operato antidemocratico. Una sorta di continuità con i provvedimenti intrapresi nel mezzo della gestione pandemica, durante la quale tutto appariva lecito, e consentito oltre il dovuto. La paura è il motore del cambiamento, quella che assicura carta bianca ai governi.

Ora, che questa sia reale o percepita viene, in ogni caso, utilizzata dai poteri come scusante in grado di dare fondamento alle misure predisposte. Per cui, non vi sono ragioni credibili che possano reggere quanto stanno facendo. Da oltre tre anni siamo in guerra contro la Russia.

Il fine è quello di estendere l'influenza occidentale su quel che rimane dei Paesi ex sovietici, utilizzando un pagliaccio in mimetica al regime in Ucraina. Ed in più volendo pretendere per gli aiuti interessati le terre rare e la futura ricostruzione del Paese sul modello Iraq. Da circa due anni poi gli USA ed i governi europei indirettamente approvano il genocidio dei palestinesi. In entrambi i casi propaganda, censure, repressione delle voci critiche. Il doppiopesismo sulle sanzioni verso l'invasore ed il mandato di cattura internazionale. Mentre nel primo caso vi sono eserciti che si fronteggiano, nella situazione palestinese il governo israeliano, i coloni, ed i fanatici, più che dare la caccia ai terroristi portano avanti lo sterminio del popolo arabo, prendendo possesso dei territori. Hanno raso al suolo Gaza, colpito scuole, ospedali, ed ucciso deliberatamente i civili in fila per gli aiuti alimentari.

Togliendo di mezzo i testimoni scomodi, i giornalisti non allineati, e minacciando di morte alcuni membri dell'ONU, i sionisti spalleggiati dagli occidentali sono responsabili di crimini contro l'umanità, che rimarranno impressi in quanto tra le pagine più tristi di quella che, una volta, si chiamava civiltà. Il ReArm Europe è l'ultimo passo verso la militarizzazione delle società, che d'ora in avanti, dovranno abituarsi a convivere, stabilmente, con tutto ciò che determinano le politiche di guerra. Comprese le leggi autoritarie come il Decreto Sicurezza per chi manifesta solidarizzando con la popolazione palestinese.

La svolta repressiva produce provvedimenti contro la trasparenza, che vietano trasmissioni televisive su Gaza nel Regno Unito, ed impediscono iniziative del mondo accademico o degli organismi internazionali in Germania, Italia, America. Israele che dichiara guerra agli altri Paesi, e porta avanti il massacro di una popolazione inerme, più che il lavoro sporco per conto dell'Occidente, volendo utilizzare l'infelice battuta del cancelliere tedesco, conduce un deplorevole programma di pulizia etnica, secondo un disegno suprematista, razzista, che, purtroppo, richiama lo sterminio subito in passato dalla sua popolazione durante l'Olocausto.

Chi ha patito quel dramma, imparagonabile con altri episodi deliberati, dovrebbe manifestare maggiore sensibilità ed apertura. Invece, le vittime di ieri sono i carnefici di oggi, e utilizzano da sempre la scusa dell'antisemitismo con cui assicurarsi copertura ed impunità. Le pronunce del Consiglio di sicurezza dell'ONU non contano più. Il diritto internazionale è sospeso e per Israele si fanno delle colpevoli eccezioni. E' anche vero che già in passato è stato aggirato – in Iraq, contro la Federazione Jugoslava – al fine di consentire gli interessi tutt'altro che liberatori dell'Occidente, i quali hanno provocato la destabilizzazione di quelle aree.

Così, la rincorsa al riarmo dei Paesi europei membri della NATO, porterà vantaggi per i colossi del settore, determinando la riconversione delle produzioni industriali (come successo durante la Seconda guerra mondiale), ed in più darà la possibilità di usufruire dei soldi di milioni di cittadini europei. C'è da evidenziare che sono state scavalcate le normali procedure di autorizzazione. Come avviene con i parlamenti nazionali, ridotti al ruolo formale di spettatori, l'urgenza è praticata anche in seno alle istituzioni sovranazionali, che bypassano il Parlamento europeo.

I vincoli di bilancio austeritari accantonati per le superiori esigenze belliche. L'aumento spropositato delle spese militari, fino al 5% del PIL, comporterà ulteriori sacrifici per il welfare. Ad essere tagliate, saranno ancora una volta, la sanità, la scuola, la p.a. ed i servizi ai cittadini, dei quali invece potranno essere utilizzati i risparmi, convogliandoli in investimenti nel settore armato particolarmente remunerativi. Gli Stati, inoltre, per fronteggiare le spese potranno ricorrere a prestiti ed a strumenti finanziari pensati ad hoc, ed è all'orizzonte anche un'apposita Banca europea per le armi. Il rischio è, oltre a quello umano e sociale, dovuto al protrarsi insensato delle politiche di guerra, anche di fare ulteriore debito a causa dell'incapacità di coprire le sovvenzioni.

Addirittura potrebbe scoppiare una nuova bolla, come se non fossero bastate quella finanziaria ed immobiliare. La bolla sarà militare e determinerà l'asservimento e la dipendenza degli Stati incapienti non solo verso i competitor più abili e scaltri, ma anche e soprattutto nei confronti di quei colossi della finanza predatoria e senza regole, che al pari di quelle che dovrebbero gestire i rapporti politici ed economici fra gli Stati, una volta delegittimate, consegneranno le sorti dell'umanità nelle mani di rapaci disposti a tutto pur di trarne benefici.

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