Loretta Napoleoni - Quel vento di scisma tra i cattolici Usa


di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico


Nell’anno del Giubileo negli Stati Uniti, e non solo lì, tira il vento dello scisma. Che l’elezione di Trump possa dare scossa anche alla madre Chiesa? Ormai tutto è possibile, nella realtà fluida in cui viviamo persino le grandi profezie religiose potrebbero avverarsi. Ma torniamo sulla terra. Nonostante la crescita fantasmagorica delle cosiddette chiese senza denominazione, quelle che nascono come i funghi dopo un acquazzone nei boschi, il cattolicesimo in America è ancora forte e radicato. Ed ecco alcuni numeri.

Negli Stati Uniti ci sono circa 66 milioni di cattolici, il che significa che questa è la quarta nazione dopo il Brasile, il Messico e le Filippine con il numero piu’ elevato al mondo. In termini percentuali i cattolici praticanti oscillano tra il 20 ed il 25 per cento del popolo credente, equivalente a 13-16 milioni. In Europa, invece, i cattolici sono circa 285 milioni, pari al 35 per cento della popolazione. I praticanti sono appena il 10-15 per cento, e cioe’ 28-43 milioni.

Negli Stati Uniti è forte il movimento cattolico conservatore in netta contrapposizione al papato di Papa Francesco. I temi caldi sono i cambiamenti climatici, l’immigrazione, l’inclusione dei LGBTQ, l’aborto, l’ascesa delle donne al sacerdozio, la poca chiarezza sugli abusi sessuali del clero e la messa in Latino. L’idea centrale è che Papa Francesco abbia perso la cosiddetta ‘retta via’ e si sia allontanato dai valori veri della Chiesa. Questa, pero’, è una disputa che si trascina da anni; i nuovi temi, il nuovo terreno di scontro è l’atteggiamento della Chiesa nei confronti del conflitto ucraino.

In linea con la politica di Trump, ai cattolici conservatori americani questa guerra non piace, non è mai piaciuta, ancora meno piace l’atteggiamento che il papa ha preso nei suoi confronti, in particolare la condanna della Russia quale paese aggressore. Dai pulpiti delle chiese cattoliche tradizionali dove si fa messa in latino alle radio, alle televisioni e ai social cattolico-conservatori emerge una visione diametralmente diversa di quella di Piazza San Pietro. E vediamola.

Molti cattolici tradizionalisti sono da sempre scettici sul globalismo, vedono con sospetto istituzioni come le Nazioni Unite, l’Unione Europea, che secondo loro promuovono principi laici a discapito dei valori fondamentali cristiani. Ne consegue che l’appoggio dell’occidente all’Ucraina, in particolare quello dell’UE, fa parte di questa politica, mira a sopprimere lo spirito tradizionale cattolico. Ma non basta, c’e’ chi vede la Russia, e la chiesa ortodossa - elemento chiave dell’unità della cristianità - come difensore dei valori tradizionali cristiani contro il laicismo occidentale.

Sicuramente, durante la campagna elettorale, Donald Trump ha puntato molto sul vento di scisma incorporando nei suoi discorsi il lessico cattolico-conservatore. Ed i risultati sono stati molto buoni. Trump ha portato a casa il 59 per cento del voto cattolico contro il 39 della Harris. È riuscito anche a guadagnarsi quello della popolazione latina, che nel 2020 aveva preferito Joe Biden.

Adesso, nello sforzo di porre fine al conflitto in Ucraina, quel lessico è tornato a farsi sentire ed alimenta una sorta di fervore rivoluzionario nelle chiese dove forte soffia il vento dello scisma: nel Kansas, nel Nebraska, nell’Ohio, nell’Idaho, in Montana ma anche in Florida, in Texas e persino in California. In questi stati le chiese di domenica traboccano di fedeli, famiglie vestite per la festa partecipano a messe in latino, una lingua di cui sanno a memoria solo i versetti della celebrazione domenicale, ma che sono convinti sia quella con la quale si colloquia con Dio, una lingua che Papa Francesco ha messo da parte.

Se continua cosi’ nelle prossime elezioni il convertito J.D. Vance potrebbe lanciare il MAGA in latino Fac Americam Magnam Iterum. E perche’ no? Tutto, ma proprio tutto e’ ormai possibile.

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