Bollette salate per colpa di Putin. È l’ultima carta che si giocherà l’informazione mainstream quando le piazze saranno piene di gente, lavoratori e piccoli imprenditori ridotti in miseria. Per aizzare la gente contro il “dittatore del Cremlino” e, magari, convincerla a supportare quella che degenererà in una Terza guerra mondiale.
In questa campagna elettorale, sarebbe, quindi il caso di ribadire che la fornitura di gas russo all’Europa continua come sempre, ai prezzi di anni fa, essendo stato il gas escluso dalle sanzioni; e questo al di là di qualche momentanea interruzione dell’erogazione di gas russo (veri e propri “avvertimenti” da parte del Cremlino) mimetizzata con ineffabili “problemi tecnici” o “chiarimenti delle norme contrattuali” (come sta succedendo oggi per la Francia). E denunciare che il folle aumento delle bollette del gas (e, quindi, dell’elettricità) cominciato già nel 2021, dipende ESCLUSIVAMENTE dalla decisione dell’Unione Europea di privatizzare le forniture di gas obbligando gli stati a rivenderlo ai cittadini ai prezzi stabiliti dai brooker della Borsa TtF di Amsterdam; e dalle enormi accise imposte dalla UE per finanziare il fallimentare progetto, contro il “Climate Change”, di ridurre le emissioni di anidride carbonica tramite lo sviluppo di “energie alternative”.
Sacrosante le mobilitazioni contro le sanzioni alla Russia (bellamente disertate da tanti “compagni” e liste elettorali) soprattutto perché la mancanza di materie prime graveranno pesantemente sulla nostra economia. Ma per quanto riguarda il gas sarebbe il caso di chiedere la fine del sistema TtF, la rinazionalizzazione dell’Eni e adeguare il prezzo del gas venduto ai cittadini a quello usato per acquistarlo dalla Federazione russa.
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