di Marco Travaglio - Fatto Quotidiano 13 luglio 2025
Dopo averli studiati per quasi sei mesi, Trump ha capito che i cosiddetti “alleati” europei sono un branco di pigmei fantozziani, di cui si può fare tutto ciò che si vuole. E ieri l’ha fatto: la sua lettera che gli dà i venti giorni sui dazi al 30% sarebbe umiliante anche per una colf, ma non per questa Ue di servi sciocchi che ora fingono stupore e sorpresa, come se non conoscessero il personaggio.
Che, quando si trova davanti un interlocutore in posizione eretta, spara 100 per avere 50. Ma con i nostri pigmei spara 100 e ottiene 110. L’ha appena toccato con mano sul 5% di Pil per le spese Nato: si aspettava chissà quale braccio di ferro, invece ha trovato Rutte e gli altri nani già sdraiati e ci è mancato poco che rilanciassero sul 6%, ovviamente senza interpellare i Parlamenti nazionali, ormai ridotti a soprammobili. Come quello europeo sul riarmo da 800 miliardi. E ha concesso il bis sui dazi.
Ora naturalmente gli euro-nani da giardino strillano parole vuote contro il padrone ingrato che osa fare gli interessi del popolo americano falcidiato dalla globalizzazione e dallo sbilancio commerciale. Come se Trump non l’avesse ampiamente annunciato in campagna elettorale e come se i dazi non li avesse iniziati Biden.
L’Ue ha avuto sei mesi di tempo per alzare i ponti levatoi, ma era troppo impegnata a sabotare l’unica iniziativa di Trump che conviene a noi: il negoziato con Putin per chiudere la guerra in Ucraina.
Abilissimi a dirgli di no quando dovrebbero dirgli di sì e di sì quando dovrebbero dirgli di no, i nostri liderini hanno esecrato la soluzione diplomatica che ci servirebbe come l’oro proprio contro i dazi. Il compromesso con la Russia ci consentirebbe di riprendere la cooperazione economica, ricominciare ad acquistare il gas dove costa meno e spalancarci la strada verso nuove rotte commerciali con i Brics, a partire dalla Cina, riaprendo la Via della Seta e trasformandola in autostrada.
Invece no: i pigmei han continuato come sonnambuli a guardare in cagnesco Mosca, a parlare solo di guerra, a varare sanzioni che danneggiano più noi che Putin, ad accusare Pechino di fare i propri interessi. E a sperare che il nuovo padrone Usa avesse pietà di noi, andando a trattare separatamente, in ordine sparso, per strappare qualche sconticino. Peccato che Trump disprezzi i deboli e rispetti solo i forti: quali noi europei potremmo essere, con la forza di un mercato da mezzo miliardo di persone, se avessimo una classe dirigente all’altezza e non alla bassezza della situazione.
Ora, anziché piagnucolare perché il bullo platinato fa gli interessi del suo popolo, potremmo cominciare a votare per qualcuno che faccia gli interessi di noi europei. Oppure rassegnarci alla fine che meritano i pigmei: l’estinzione.
AGGIORNAMENTI Ore 20:30 Il ministro della Difesa iraniano arriva in Cina per il forum sulla sicurezza Il ministro della Difesa iraniano Aziz Nasirzadeh è arrivato in Cina per un...
di Agata Iacono Cos'è la droga che l'autorità palestinese avrebbe trovato mescolata alla farina dei cosiddetti aiuti umanitari gestiti dai contractors, (leggi...
"Israele ha il coraggio di fare quello che l'Europa non ha il coraggio di fare". In un discorso shock pronunciato alla seduta plenaria dell'Europarlamento dello scorso 17 giugno, sfuggito alla totalità...
di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe] Andiamo al sodo. Il devastante attacco all'Iran da parte dello psicopatico genocida “prescelto”...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa