La tensione tra India e Pakistan è esplosa nuovamente dopo l'attacco terroristico che martedì scorso ha causato 26 morti a Pahalgam, nella regione contesa del Kashmir. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha definito l’attentato "atroce" e ha promesso "la risposta più dura" ai responsabili, denunciando una "cospirazione" per distruggere la pace appena riconquistata nella regione.
La risposta di Nuova Delhi non si è fatta attendere: il governo ha sospeso il trattato sull'acqua dell'Indo, espulso diplomatici pakistani e chiuso importanti rotte commerciali. Sul terreno, intanto, sono stati arrestati oltre 1.500 sospetti. Islamabad ha replicato con minacce pesantissime.
Il ministro delle Ferrovie, Muhammad Hanif Abbasi, ha dichiarato che il Pakistan è pronto a usare il suo arsenale nucleare se l’India dovesse tagliare il flusso d’acqua. "I nostri missili non sono per esposizione", ha avvertito, parlando di "guerra su vasta scala" come ipotesi concreta.
Le accuse reciproche di violazioni lungo la linea di controllo e la chiusura di spazi aerei e accordi commerciali aumentano il rischio di un'escalation incontrollata. Con due potenze nucleari coinvolte, il mondo osserva con crescente apprensione.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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