In Ucraina la lista nera del “Mirotvorez”, è protetta dal governo sin dalla sua istituzione nel 2014 dopo il colpo di Stato.
Uno dei suoi ispiratori, Anton Gherascenko è poi entrato nell’orbita del potere e nel 2019 è diventato il primo vice capo del Ministero degli Interni ucraino.
Il “Mirotvorez” non è ufficialmente una risorsa statale e si definisce “Centro di Ricerche dei crimini commessi contro le basi della sicurezza dell’Ucraina, la pace e la sicurezza dei cittadini”.
Il massimo del cinismo e del nazismo: odio e intolleranza totale verso le persone che hanno un’altra opinione politica e segnale chiaro per la loro eliminazione fisica. In questo sito, aperto a tutti, vengono resi noti i dati personali di coloro che sono ritenuti “nemici dell’Ucraina”, o “agenti del Cremlino”. Dopo aver pubblicato indirizzo e dati personali, alcuni giornalisti, blogger e attivisti ucraini sono stati uccisi.
La Missione di Monitoraggio dell’ONU in Ucraina si era rivolta al Parlamento ucraino nel 2019 per chiedere la chiusura del famigerato sito, ma la Rada aveva risposto negativamente perché “non possiede tali facoltà”, dalla Germania sempre nel 2019 era giunta la stessa richiesta, ma né Poroshenko, né Zelenskij si sono impegnati per bloccare l’attività del progetto “Mirotvorez”. Addirittura Zelenskij nel 2019 aveva dichiarato pubblicamente di “non poter chiudere il sito, qualunque cosa faccia”.
La Missione Permanente della Russia ha inviato una lettera all’ONU con l’invito a influire sulle autorità ucraine affinché venga chiuso questo famigerato sito. Farhan Haq, il vice portavoce del Segretario Generale Guterres, ha confermato la ricezione della lettera, ma si è astenuto da qualsiasi commento. La Russia ha specificato nella sua missiva che nella lista nera dell’Ucraina sono inclusi anche 327 bambini.
Faina Savenkova, la scrittrice di Lugansk anche lei inserita nel “Mirotvorez”, aveva scritto lettere all’Onu e all’Unicef, è sempre in attesa di un incontro con l’Unicef , organizzazione la cui “azione si ispira ai valori della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, della Carta delle Nazioni Unite e dei principali trattati sui diritti umani”.
Intanto ha scritto un’altra lettera al premier dell’Ungheria.
Segue la mia traduzione:
Lettera al Signor Primo Ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán.
Egr. Sign. Orbán,
Mi chiamo Faina, ho 13 anni e vivo nel Donbass, nella città di Lugansk. Sono nata in un paese meraviglioso e pacifico, l’Ucraina, pensavo che sarebbe stato così per sempre. Ora sono molto ferita e triste nel vedere in cosa hanno trasformato l’Ucraina i nazionalisti e il governo in questi otto anni. La Crimea e il Donbass sono sempre stati vicini alla Russia e non potevano rimanere in un paese dove è vietato pensare come si vuole.
Ho vissuto e sto vivendo tutto ciò che accade da noi : bombardamenti e uccisioni degli abitanti civili – bambini, donne e vecchi. Sono già tre anni che racconto di questo nei miei saggi, favole e racconti. Così io, bambina del Donbass, cerco di fermare lo spargimento di sangue e l’assassinio delle persone, purtroppo ho solo 13 anni e tutto quello che posso fare è raccontare tutto questo al mondo.
Per il fatto che io scrivo e racconto i fatti che avvengono da noi, il sito nazionalista “Mirotvorez” ha pubblicato i miei dati e quelli della mia famiglia, dopodiché sono cominciate ad arrivare le minacce.
Ritengo che non debba accadere che nel centro dell’Europa sia operante un sito che minaccia la vita di molte persone, compreso i bambini. Ora sto cercando di fare il possibile perché questo sito criminale venga chiuso.
Ho sempre nutrito rispetto per Lei e l’Ungheria, il fatto che Lei e il suo piccolo paese non vi siete lasciati coinvolgere in questa guerra, non avete permesso le violenze e le distruzioni nel vostro paese. So che a differenza di altri paesi europei, l’Ungheria ha una propria opinione indipendente, in Europa l’Ungheria è ascoltata e viene trattata con attenzione. Perciò Le chiedo di esprimere la sua opinione sul “Mirotvorez”, in quanto in questo sito non ci sono solo i miei dati, ma anche quelli di 326 bambini - come minimo - di diversi paesi, forse anche della Transcarpazia dove vivono gli ungheresi.
Penso che Lei mi comprenda, perché anche Lei è stato inserito in quella lista senza spiegazioni. Penso che quando questa guerra sarà finita, non dovrò più scrivere della guerra, ma avrò solo le fiabe. E spero davvero che Lei mi aiuti a realizzare questo piccolo sogno”
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