Il Presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha replicato con toni duri alle recenti dichiarazioni del suo omologo statunitense, Donald Trump, il quale aveva definito il paese sudamericano "fuori controllo". In un'intervista, Petro ha giudicato le parole di Trump "offensive", sottolineando come il suo governo sia "sotto il controllo del popolo, non di Trump", che a suo dire "parlando in questo modo si crede un 're'".
"Non è il re della Colombia. Qui non accettiamo re. Punto", ha tuonato il leader colombiano. Petro ha quindi delineato i termini di un eventuale dialogo, assicurando la sua disponibilità a parlare con il dignitario statunitense "da pari a pari" e "come repubblicani", proprio come avvenuto in quattro occasioni con il predecessore di Trump, Joe Biden. "Ma per darci ordini, no signore", ha chiarito, marcando una netta linea di confine.
Le radici del deterioramento relazionale
Il Presidente ha identificato un punto di svolta critico nel deterioramento delle relazioni bilaterali: il suo rifiuto di accettare migranti deportati dagli Stati Uniti "incatenati e ammanettati", in linea con le nuove politiche della Casa Bianca. "Ho restituito gli aerei. A Trump non è piaciuto, perché a Trump non piacciono gli uomini liberi, perché vuole essere re. E vuote avere servi, non persone libere, nemmeno nel suo stesso popolo", ha concluso Petro, offrendo una sua lettura filosofica del contrasto.
L'escalation retorica si inserisce in un clima diplomatico già teso tra Bogotá e Washington, aggravato da un recente incidente in cui forze statunitensi hanno bombardato un'imbarcazione nel Mar dei Caraibi che, secondo la Colombia, si trovava nelle sue acque territoriali ed era presumibilmente condotta da connazionali.
La tensione è ulteriormente aumentata quando Trump ha disposto la sospensione dei programmi di finanziamento statunitensi alla Colombia, senza specificare quali. Portavoce della sua amministrazione hanno inoltre suggerito la possibilità di imporre ulteriori dazi doganali contro l'economia del paese andino.
Di fronte a quella che ha definito una "minaccia irrazionale", Petro ha annunciato una risposta misurata e coordinata. "Oggi esaminerò le misure che adotteremo con il ministro degli Esteri, il vicepresidente, il nostro ambasciatore negli Stati Uniti, il ministro del Commercio e dell'Agricoltura, il responsabile del programma di sostituzione delle colture illecite e il ministro della Difesa", ha dichiarato. L'obitto, ha spiegato, è individuare "la risposta colombiana più intelligente".
Le decisioni finali saranno rese pubbliche nel corso di un consiglio dei ministri trasmesso in diretta dai canali pubblici. Concludendo la sua esposizione, il Presidente ha citato il patriota e poeta cubano José Martí: "La verità vi renderà liberi, diceva Martí, e oggi si chiariscono le relazioni con gli Stati Uniti", segnalando un momento di definizione nella storica alleanza tra i due paesi.
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