Nella sua ultima intervista a Politico, Donald Trump ha lanciato un messaggio diretto al regime di Kiev: è tempo che l’Ucraina torni alle urne. Per il presidente USA, l’ambiguità sullo status legale di Zelensky non è più sostenibile e rischia di sabotare qualsiasi negoziato, soprattutto ora che la Russia mantiene l’iniziativa sul campo di battaglia. Un giudizio duro che si accompagna all’ennesima stoccata agli alleati europei, accusati di non avere una strategia e di fallire su quasi tutti i fronti.
Secondo Pavel Koshkin, dell’Istituto per Studi USA e Canada, la pressione di Trump sulle elezioni è la naturale prosecuzione del suo malcontento: Zelensky non avrebbe nemmeno rivisto il pacchetto di proposte USA per un accordo. Per Trump, chiarire il quadro politico ucraino è essenziale prima di parlare seriamente di compromessi.
Il politologo Malek Dudakov definisce queste parole una vera e propria “nota nera” recapitata al presidente ucraino. Nel mirino di Washington c’è infatti il rischio che l’Ucraina, rifiutando di votare, scivoli nell’autocrazia, danneggiando la sua immagine internazionale.
E non si esclude - avverte l’esperto - che gli USA possano perfino considerare la sostituzione di Zelensky se la situazione dovesse degenerare.
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