Verso la manifestazione del 14 ottobre. Da Acerra la nuova resistenza all’incenerimento dei rifiuti

06 Ottobre 2023 09:30 Francesco Guadagni

È una lotta difficile, ma ad Acerra, in provincia di Napoli, non c’è molta scelta. Si continua a morire di patologie tumorali, cardiovascolari, che colpiscono anche i giovani, basta girare per la città e dare un occhio ai manifesti funebri.

Eppure, quello che si direbbe lo Stato, risposte in tanti anni ai cittadini di Acerra così come nelle località limitrofe, dette Terra dei fuochi, sono state date ben poche. Anzi, sono stati incrementati i siti di raccolta di rifiuti pericolosi e di bonifiche, prevenzione neanche a parlarne.

Le istituzioni latitano, sorde anche sulla semplice richiesta di spiegazione sull’aumento esponenziale delle polveri sottili Pm10 che superano anche quelle principali città italiane.

Alla fine di agosto vi parlammo di quella che è stata la lotta di Acerra contro l’inceneritore.

Siccome tra lottare o morire di cancro non c’è molta scelta, si sta cercando con uno sforzo titanico di riprendere la lotta. L’impulso ultimo è la quarta linea dell’inceneritore che, in pratica, sancisce che Acerra debba diventare il polo della spazzatura, di ogni genere di rifiuto.

Ieri, nella biblioteca diocesi di Acerra, si è tenuta un’assemblea in vista del corteo contro la quarta linea dell'inceneritore del 14 ottobre.

Un’assemblea partecipata, mancava la politica, a farne le veci la mobilitazione dei comitati, degli ambientalisti e del Vescovo di Acerra, Antonio Di Donna che non ha risparmiato in questi anni veri e proprio atti di accusa contro le istituzioni, assenti sulla problematica sanitaria e ambientale.

Oltre al rilancio della mobilitazione, la parola d’ordine dell’assemblea è stata Unità.

Nel suo intervento, Giovanni De Laurentiis del ‘Comitato Unitario No 4° Linea, ha evidenziato che seppure le ragioni della lotta all’inceneritore nel 2004 furono fermate manu militari, restano fondate ancora di più.

“Se si vuole gestire la problematica dei rifiuti bisogna creare gli strumenti per fare una raccolta differenziata che riduca a monte i rifiuti. Se si incentra tutto sull’incenerimento dei rifiuti la raccolta differenziata ce la possiamo dimenticare. Perché questi impianti hanno l’obiettivo alla base di bruciare quanta più materia è possibile”, ha ricordato.

Il rappresentante del Comitato, con questa mobilitazione, apre ad una prospettiva di lotta più grande: “Noi siamo la nuova resistenza. Questa città ha dimostrato di essere resistente, spesso perdendo, per questo riteniamo che il valore dell’unità sia fondamentale. Questa volta l’obiettivo è ancora più importante, fino all’ultimo secondo saremo impegnati a ricercare l’unità della città. A partire dalla manifestazione del 14 vogliamo che la Regione Campania metta per iscritto che non ci sarà nessuna quarta linea, nessun ampliamento dell’inceneritore.”

Il Vescovo di Acerra, Di Donna tra i sostenitori di questa mobilitazione ha chiamato a raccolta anche tutte le parrocchie della città affinché ci sia una partecipazione che lui stesso ha definito “corale”.

Secondo il presule “nonostante le rassicurazioni della Regione sul non voler fare quarta linea, dicendo che è solo manutenzione, noi non ci crediamo più. Non ci ascoltano. L’unica cosa civile, democratica è un No corale di tutta la città che possa avere una forza di pressione. Non si tratta di fare la rivoluzione. Nella Laudato Deum anche Papa Francesco dice chiaramente che i cittadini devono controllare sul potere, comunale, regionale, nazionale altrimenti la battaglia contro l’inquinamento non andrà avanti.”

Inoltre, ha avvertito: “Se questa manifestazione non avrà una massiccia partecipazione si darà un segnale di una città rassegnata. Il NO deve essere corale contro qualcosa che è già grande come l’inceneritore che ormai non ha futuro. Non è solo l’inceneritore il problema di Acerra, ma si inserisce in quella somma di fattori inquinanti. C’è il sospetto che si continua ad infierire in una sorta di accanimento terapeutico contro un malato. Quasi a dire siccome è già un territorio perduto finiamolo di inquinare. Nessuno lo dirà mai, ma i fatti parlano chiaro: perché qui e solo qui?”

Durante l’assemblea è intervenuto anche Antonio Marfella, oncologo e presidente dei Medici per l'Ambiente, intervenuto di recente sul suo profilo Facebook con un video sull’ampliamento dell’inceneritore.

Marfella ha ricordato che “nei nostri territori con dati aggiornati nel 2019 è stato certificato che ci sono morti per cancro al di sotto dei 50 anni, in età pre screening.” L’oncologo ha insistito su quella che dovrebbe essere la tempestività nella raccolta dei dati ed ha fatto un esempio: “E’ la metafora del tachimetro. Il tachimetro della macchina deve essere fuori tara dal 4 all’8%. Così come i dati [quelli dei medici di base NDR] sono fuori tara da un punto di vista epidemiologico, lo dico da epidemiologo, tra il 4 e l’8%. A me interessa la tempestività dei dati. Immaginate se in auto state facendo una curva e il vostro tachimetro vi dà la velocità dopo 10 anni! Che senso ha? si fa Storia, ma non la tutela. Mi occupo dei tumori, i dati sono relativi, perché ormai è tardi. Noi stiamo vivendo sul problema ambientale e dobbiamo ottenere dati in tempo reale visto che abbiamo un inceneritore troppo grande. Oggi la legge ci consente di avere i dati in tempo reale grazie ad una sentenza del Tar Piemonte. L’inceneritore di Acerra rende all’A2A 400 mila euro al giorno. Non vogliono avere una linea in meno perché hanno paura di perderne 200 mila.”

Marfella ha citato dei dati, riguardante non solo, patologie tumorali: “c’è un dato sugli insegnanti di sostegno. Bisogna sapere anche ad Acerra quanti ce ne erano nel 2009 con l’apertura dell’inceneritore e quanti adesso. A Casoria sono passati da 10 a 24. Quando io mi sono laureato [ 1980 ndr] i bambini autistici erano 1 ogni 1500 nativi, adesso il dato ufficiale è 1 ogni 75, siamo arrivati ad 1 ogni 51. Vogliamo sapere adesso ad Acerra qual è la situazione? Non c’è bisogno di chiedere i dati all’Asl, basta andare nelle segreterie delle scuole. Per il 14 voglio i dati di Acerra, i ragazzi si sono impegnati in tal senso.”

Sui rifiuti specialisui quali si alimenta l'inceneritore, il medico ha precisato che nel 2009 “erano 4 milioni di tonnellate. Nel 2019 sono diventati 8 milioni, nel 2023 9,1 milioni. Stanno crescendo in maniera infinita. Con il super bonus è tornata la Terra dei Fuochi, con il 52% di questi rifiuti speciali che provengono dall’edilizia.”

Il quadro è drammatico, ma il 14 ottobre c’è ancora una possibilità per ribaltare la situazione.

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