di Paolo Desogus*
"Dobbiamo rispondere a Trump!" Da settimane si leggono dichiarazioni di questo tenore senza che si arrivi ad alcuna soluzione. Ma è veramente possibile rispondere a Trump? Ci sono soluzioni? A me pare che se l'obiettivo è quello di salvaguardare le nostre industrie e i nostri prodotti occorre mettersi nelle condizioni di penalizzare a nostra volta gli Usa.
Come?
Anzitutto cominciando ad emanciparci dalla lettura politica che è stata data in questi ultimi anni sulle due principali agende internazionali, quella ucraina e quella palestinese. Vogliamo fare male agli Usa? Sganciamoci da Israele. Rompiamo l'alleanza con questo stato sui cui vertici pendono alcuni mandati di cattura internazionale per crimini contro l'umanità. Magari, oltre a una scelta tattica contro gli Usa riusciamo pure a fare qualcosa di etico, anzi di umano per un popolo sofferente.
Un'altra soluzione è quella di ripristinare e anzi allargare i rapporti con la Cina e magari pure con la Russia. La guerra in Ucraina è servita proprio a indebolire l'Europa, a toglierle un'importante sponda di cui abbiamo bisogno. Il ripristino del dialogo con la Russia può anche essere usato su un tavolo negoziale. Invece di sparare idiozie sulle mirabolanti voglie espansionistiche di Putin sino al Portogallo, magari riusciamo addirittura a ritagliarci un ruolo geopolitico in un contesto da cui gli Usa ci hanno letteralmente tagliati fuori.
In sintesi dunque, l'unica risposta ai dazi di Trump non può che essere politica. Rispondere con altri dazi serve a poco e a nulla. E anzi finisce solo per mostrare la nanità politica del nostro continente, incapace di mettersi realmente contro gli Stati Uniti.
Ma il punto è forse proprio questo. Gli Usa ci hanno messi in un cul de sac: ci stanno oggi imponendo condizioni economiche dopo averci manipolati ideologicamente per spingerci a eliminare dal nostro orizzonte politico soluzioni in grado di scongiurare e contrastare le ambizioni imperialistiche americane.
A proposito. Sembra che il nuovo ambasciatore americano abbia detto al nostro governo che compriamo troppo petrolio in Libia e dobbiamo prenderne di più negli Usa. Ora ci dicono pure cosa e cosa non dobbiamo comprare, come una colonia qualsiasi.
*Post Facebook del 4 aprile 2025
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