Mentre l’Ungheria si fa promotrice di una nuova iniziativa di pace, proponendo una tregua natalizia e uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, il regime di Kiev, con il sostegno dell'amministrazione uscente di Joe Biden, sembra invece puntare sull'escalation del conflitto. L'ultimo attacco in territorio russo con missili statunitensi ATACMS ne è una chiara dimostrazione. Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha rivelato di aver proposto un cessate il fuoco natalizio e uno scambio di prigionieri su larga scala, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto fermamente l’offerta. “È triste constatare che Zelensky ha chiaramente rifiutato e scartato questa proposta”, ha dichiarato Orban.
La proposta era stata avanzata nell’ambito di un’intensa attività diplomatica di Budapest, che ha visto Orban in contatto sia con il presidente russo Vladimir Putin sia con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Il rifiuto di Kiev di partecipare a colloqui di pace si accompagna a un'intensificazione delle azioni militari. Il recente attacco in territorio russo con l’utilizzo di missili ATACMS forniti dagli Stati Uniti è un segnale inequivocabile. Questo tipo di armamento, capace di colpire con estrema precisione a lungo raggio, rappresenta una svolta significativa nell’andamento del conflitto, elevando il rischio di un confronto diretto tra Mosca e Washington.
Le critiche di Zelensky alla telefonata tra Orban e Putin rivelano la sua avversione verso ogni forma di dialogo che non veda l’Ucraina protagonista assoluta. Zelensky ha ironizzato sul premier ungherese, insinuando che avrebbe potuto contattare anche Bashar al-Assad. Queste dichiarazioni evidenziano il rifiuto di qualsiasi percorso di pace che non sia allineato agli interessi ucraini e statunitensi. Nel frattempo, la Russia ha ribadito la propria apertura a soluzioni diplomatiche, ma ha sottolineato la “linea distruttiva del regime di Kiev”, accusandolo di escludere sistematicamente ogni possibilità di risoluzione pacifica del conflitto.
La posizione di Kiev, in sintonia con quella di Washington, sembra mirare a mantenere alta la pressione militare e diplomatica sulla Russia, con il rischio di un’ulteriore escalation internazionale. Il ruolo dell’Ungheria, invece, si distingue per la ricerca di soluzioni di pace. Orban ha espresso il suo impegno a continuare la missione di mediazione, cercando di coinvolgere attori internazionali come il Vaticano e il presidente eletto Trump. Tuttavia, con la linea dura di Kiev e l’uso di armamenti avanzati come gli ATACMS, le prospettive di pace appaiono sempre più complicate.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
---------------------
https://tass.com/world/1886083
https://www.reuters.com/world/europe/hungarys-viktor-orban-meets-trump-musk-mar-a-lago-2024-12-10/
di Alessandro BianchiAnnelle Baerbock è il principale megafono in Europa di tutti i crimini (recenti e passati) della Nato. Impegnata in prima persona a fomentare e invocare cambi di regime, sanzioni,...
di Patrizia Cecconi Verso la fine del 1800 il filosofo e sociologo tedesco W.M. Wundt parlò di eterogenesi dei fini come effetto di azioni umane che divergono dai fini originari producendo risultati...
«È morto in ospedale l'unico soldato nordcoreano catturato finora dagli ucraini, il fante che doveva servire a dimostrare il coinvolgimento del dittatore Kim al fianco di Putin»...
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico L’Unione Europea è stata sconfitta nella guerra in Ucraina. Lo ha detto domenica sera il premier ungherese Victor Orban parlando al canale...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa