Global Times - Il Giappone rischia di trasformarsi in "Ucraina dell'Asia" se segue la linea strategica degli Stati Uniti

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Il Giappone cerca sempre più di giustificare la sua continua militarizzazione con il pretesto delle cosiddette minacce esterne. Guardando alla regione, è il Giappone che sta spingendo la situazione regionale più vicina all'orlo del pericolo, seguendo da vicino la strategia statunitense. La mossa di Tokyo merita molta vigilanza. Se continuerà ad agire come pedina degli Stati Uniti nella regione dell'Asia-Pacifico per creare problemi, il Giappone dovrà guardarsi bene dal diventare esso stesso una vittima degli Stati Uniti o addirittura l'Ucraina dell'Asia orientale.

A conclusione del suo recente viaggio per il vertice G7 a Washington, il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha dichiarato di aver condiviso con i leader del blocco il suo "forte senso di crisi per quanto riguarda il contesto di sicurezza in Asia orientale". "L'Ucraina potrebbe essere l'Asia orientale di domani", ha osservato il leader giapponese, aggiungendo che la sicurezza dell'Europa e dell'Indo-Pacifico sono "inseparabili".

Non è la prima volta che Kishida lancia un simile “monito”. Infatti, dall'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, "l'Asia orientale è l'Ucraina di domani" è diventata una delle sue frasi preferite. Per esempio, ha ripetuto la stessa identica opinione nel suo discorso programmatico al 19° Dialogo di Shangri-La a Singapore, a giugno, e più tardi nello stesso mese al vertice della NATO.

Il messaggio che Kishida vuole trasmettere è chiaro: chiede una maggiore attenzione alla regione e ai cosiddetti problemi di sicurezza del Giappone da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO, che dallo scoppio della guerra si sono concentrati sul contrasto alla Russia in Europa. In particolare, le parole di Kishida sono rivolte alla Cina. Vuole cercare di convincere gli altri Paesi occidentali che la Cina è la prossima "sfida più grande" che deve essere affrontata congiuntamente dall'Occidente.

Quest'idea è stata ulteriormente discussa durante il recente viaggio del leader giapponese in Europa e negli Stati Uniti. Nell'incontro 2+2 di mercoledì, Tokyo e Washington hanno raggiunto un accordo su come fronteggiare Pechino, stabilendo una "alleanza strategica" contro la Cina, secondo quanto riportato da RFI.

Inoltre, spingendo per la cooperazione con l'Europa nella realizzazione di un "Indo-Pacifico libero e aperto", Kishida tenta di portare più membri della NATO nel quadro della sua strategia per l'Asia orientale e di convincerli a rafforzare la cooperazione militare con il Giappone per far fronte contro la Cina.

Lian Degui, direttore del Dipartimento di Studi Giapponesi dell'Università di Studi Internazionali di Shanghai, ha spiegato che affermando che "l'Asia orientale è l'Ucraina di domani", il Giappone e gli Stati Uniti intendono ostacolare la riunificazione della Cina.

Gli Stati Uniti e il Giappone continueranno a oltrepassare la linea rossa della Cina per provocare la Cina continentale a usare per prima la forza. Lian ha sottolineato che si tratta di un complotto ordito da Stati Uniti e Giappone: vogliono mettere la Cina in un dilemma in cui è costretta a usare la forza, per poi scaricare la responsabilità sulla Cina continentale e incolparla di aver scatenato una guerra.

Tuttavia, per quanto possa essere enfatizzata la teoria della "minaccia cinese", il Giappone sta seguendo i passi di Washington per spingere la situazione in Asia orientale verso un possibile conflitto. Il Paese ha intensificato gli sforzi per aumentare la propria forza militare per "garantire un Indo-Pacifico libero e aperto". La mossa più significativa è stata l'approvazione, il mese scorso, di tre documenti chiave per la sicurezza.

Il pilastro principale dei documenti, tra cui la nuova Strategia di Sicurezza Nazionale, descrive la Cina come "la più grande sfida strategica" che il Giappone abbia mai affrontato, specifica il possesso di capacità di contrattacco per distruggere le basi di lancio missilistiche nemiche e altri obiettivi militari per l'autodifesa e mira ad aumentare il bilancio della difesa del Paese a circa 43 mila miliardi di yen (318 miliardi di dollari) per i cinque anni a partire dall'anno fiscale 2023. A giudicare dal passato di militarizzazione del Giappone, più Paesi della regione hanno iniziato a temere che queste azioni possano minacciare l'attuale pace e stabilità, contrariamente alle visioni proclamate dal Giappone per la regione.

"Se il Giappone spera veramente di vedere un'Asia orientale pacifica e stabile, dovrebbe riflettere seriamente sulla sua storia di aggressione militarista e trarne insegnamenti, invece di andare a fomentare i problemi e soffiare sul fuoco”, ha dichiarato a luglio l'allora portavoce del Ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian.

Il Giappone dovrebbe anche riflettere su quanto vuole aderire alla strategia statunitense. Per ora, è chiaro che, indipendentemente da chi è al potere in Giappone, la politica estera del Paese segue quella degli Stati Uniti. Ma questo è davvero vantaggioso per Tokyo? Se continua ad agire come una pedina degli Stati Uniti nella regione Asia-Pacifico, il Giappone deve guardarsi bene dal diventare una vittima degli Stati Uniti o addirittura l'Ucraina dell'Asia orientale.

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

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