Dalla BBC al Time: quando i media occidentali denunciavano i  neo-nazisti in Ucraina, ora nostri alleati...

di Marinella Correggia

E’ passato solo un lustro ma la Bbc- British Broadcasting Corporation sembra aver cancellato i suoi stessi report a proposito del battaglione neonazista ucraino Azov e sulla sua stretta collaborazione con la polizia nazionale ucraina. Rinfresca la memoria un tweet del giornalista statunitense Max Blumenthal, che riporta anche un video della televisione britannica, Il video del 2017 accompagna immagini di violenza e distruzione con queste testuali parole: “Ecco la milizia nazionale mentre i giornalisti non guardano”. Una testimone commenta le immagini di una telecamera: “Indossavano maschere e avevano martelli e mazze da baseball. Vestivano giubbotti della milizia nazionale. Gridavavno ‘Gloria all’Ucraina’ e altri slogan. Hanno iniziato a spaccare tutto”. Il servizio continua mostrando le immagini di incendi appiccati: “La milizia nazionale ci dice di lavorare a fianco della polizia. Ma in diverse occasioni ci sono stati scontri e hanno usato spray urticanti contro i poliziotti. La milizia nazionale fa parte di un gruppo chiamato Azov, inizialmente un battaglione di volontari, ha legami diretti con l’estrema destra. Il suo fondatore, Andriy Biletsky, ha espresso in passato posizioni razziste e antisemite. Il logo ha chiari richiami nazisti”. Il servizio continua indicando i legami fra il ministro dell’Interno (fino al 2021) Arsen Avakov e il battaglione Azov, tanto che il ministro aveva nominato come suo vice uno dei comandanti del battaglione neo-nazi.

Particolarmente importante un video-reportage del Time, “Inside A White Supremacist Militia in Ukraine” frutto del viaggio, nell’estate 2019, del corrispondente Simon Shuster. E’ un’indagine sul campo sui suprematisti bianchi e sulla loro opera di reclutamento. Fra i gruppi più minacciosi, “il battaglione Azov, emerso dalla rivoluzione del 2914, ha acquisito molta forza in un terreno di coltura ideale: l’impegno nella guerra contro i filo-russi in Ucraina orientale” (Donbass). Shuster spiega, a corredo di immagini di parate, campi di addestramento e braccia tese: “Nel corso degli eventi pubblici, mi ha sorpreso quanti ucraini tendano a vedere i miliziani di Azov non come estremisti ma come eroi. A Kiev, nel giorno dell’indipendenza, i veterani Azov marciavano con altre milizie fra gli ucraini plaudenti che li ringraziavano di difenderli dalla Russia. E nella parata erano evidenti i simboli dell’ideologia di estrema destra così comune fra gli Azov… loro dicono che il simbolo combina le lettere I e N per idea di nazione ma gli esperti vedono l’emblema del nazismo (..) il simbolo di una delle divisioni delle SS. Ma non è solo un fatto di simboli: quando fu fondato, nel 2014, Azov prese molti dei suoi comandanti e reclute fra i gruppi di estrema destra e neo nazisti”. Fu reclutato chiunque sapeva maneggiare un’arma. Spiega un’esperta intervistata: “La difesa dello Stato ucraino era nelle mani di volontari; dunque molti avventurieri che pensavano a un tour ideologico, per salare il futuro della razza bianca”. E così, prosegue il giornalista, “il gruppo di Azov è diventato una forza paramilitare combattente importante con sue basi e campi di addestramento vicino alle linea del fronte a Est”. Shuster intervista anche il fondatore Biletski: “Creiamo unità d autodifesa che mantengono l’ordine nelle strade”. E naturalmente, “i leader di Azov hanno anche cercato di farsi avanti in politica. Non hanno avuto seggi al Parlamento nel 2919 ma hanno ambizioni per l’Ucraina”, parlano di nuovi valori. Shuster precisa che “quello che preoccupa le autorità occidentali è la strategia di reclutamento dell’Azov. Cerca di costruire amicizie con gruppi di estrema destra in Europa e Usa. Nel 2019 ho assistito a uno dei maggiori eventi di reclutamento nella storia di Azov.

Migliaia di persone impegnate in sport di combattimento e spudorata propaganda. Simboli neonazisti, tatuaggi, poster dappertutto”. Ed ecco fra quelli arrivati da fuori, Robin, svedese, faccia tatuata, perseguito nel suo paese per reati di odio. Entusiasta potenziale recluta: “E’ come quello che si legge, della grande Germania degli anni 1920. E’ un revival dell’anima intereuropea. E tutto accade qui in Ucraina. Siamo ariani e we will rise again”. In seguito, Robin scrive al giornalista di essere stato reclutato. Un ex soldato dell’esercito statunitense che adesso aiuta la guardia nazionale ucraina sembra minimizzare: “Non sono una formazione neonazista. Ci sono neonazisti nell’organizzazione sì, ma direi che anche nell’US Army se ne può trovare”. Shster conclude: “Basta che qualcuno dei reclutati torni a casa e faccia un atto di terrorismo per danneggiare la repurtazione dell’Ucraina (...) E’ stato veriixato in Occidente (Usa e Ue) un aumento del 320% di attacchi terroristici e suprematisti fra il 2014 e il 2919”.

Dal canto suo, l’agenzia Reuters nel 2018 titolava “Il problema dei neo-nazisti in Ucraina”, “vigilantes di estrema destra che usano l’intimidazione e la violenza per portare avanti i loro piani, cbe che spesso godono della tacita approvazione delle orze che dovrebbero applicare la legge”.

Ed ecco Euronews nel 2018 dare conto della sfilata al centro di Kiev di “centinaia di persone in mimetica e assetto tattico che promettono di riportare l’ordine nel paese. Convocata dalla formazione di estrema destra Nationalni corpus, la manifestazione chiede di riconoscere le attività paramilitari come equivalenti a quelle della polizia nazionale. In testa Andriy Biletsky”. La parata ha suscitato le proteste da parte di molti ucraini a partire da quelli impegnati nella difesa dei diritti civili: “Perfino il ministro dell’interno Avakov ha dovuto prendere le distanze dall’iniziativa dichiarando che la tutela dell’ordine pubblico spetta solo ai corpi ufficiali”.

Nell’aprile 2021, sul sito World Socialist Website un articolo dal titolo “Ukrainian President Zelensky deepens alliance with far right” (“Il presidente ucraino Zelenski approfondisce l’alleanza con l’estrema destra”)

"Nel mezzo del confronto militare in corso con la Russia, sono emerse notizie che dimostrano che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky stia cercando di nominare l'elemento di estrema destra Serhiy Sternenko a capo del servizio di sicurezza ucraino (SBU) a Odessa, nel tentativo di rafforzare la sua alleanza con i neonazisti. In qualità di ex capo del settore della destra neonazista a Odessa, Sternenko è stato direttamente implicato nel massacro di 46 persone alla Camera dei sindacati del 2014. È un criminale condannato e attualmente sotto inchiesta per omicidio. Sternenko è stato anche sostenuto dai più importanti politici di destra ucraini, l'ex presidente Petro Poroshenko e l'ex primo ministro Yulia Tymoshenko, che hanno entrambi criticato la condanna di Sternenko.

Dall'incendio della Casa dei sindacati di Odessa, i teppisti del settore destro di Sternenko hanno interrotto una serie di eventi commemorativi delle vittime da parte dei membri della famiglia. Nessuno di loro è mai stato ritenuto responsabile del massacro."

E FanPage nel 2021 nell’articolo “Inchiesta neonazismo, campi di addestramento paramilitare in Campania. Collegamenti a gruppi ucraini” notava: “Sono emersi, secondo le indagini della Procura, anche contatti e frequenti rapporti con formazioni ultranazionaliste ucraine, apertamente neonaziste, come il Battaglione Azov, la Misantrophic Division, il Pravi Sector e Centuria, anche in vista di reclutamenti nelle fila di tali gruppi militari combattenti”.

Ma ecco Repubblica che pochi giorni fa scrive: Il mondo di Andry Bilecky, 42 anni, fondatore del famigerato Battaglione Azov, quello dei volontari della prima ora che accumulò encomi militari e denunce per crimini di guerra. In Italia è considerato una banda di neonazisti con fama di ferocia al fronte; in Ucraina un corpo speciale di patrioti. Punti di vista. Se c'è qualcuno poco disposto ad accettare di posare il fucile, qui lo trovi di sicuro”.

Molti poi sono stati gli articoli, pochi anni fa, sulla corruzione in Ucraina. Nel 2015, anno post-Maidan, il quotidiano britannico Guardian titolava “Benvenuti in Ucraina, il paese più corrotto d’Europa” (l’articolo si focalizzava su salute – cattiva – e ospedali). E su New Europe nel 2021 scriveva: “E’ chiaro che il presidente ucraino Zelenski ama la cleptocrazia quanto il suo predecessore Petro Poroshenko”.

Sempre nel 2021 su Al Jazeera (media del Qatar) (https://www.aljazeera.com/news/2021/10/4/pandora-papers-ukraine-leader-seeks-to-justify-offshore-accounts) che Zelenski (preso di mira nell’inchiesta giornalistica internazionale anticorruzione Pandora Papers) “ha cercato di giustifcare le compagnie off-shore come una protezione contro le forze pro-russe”.

Quanto all’Antidiplomatico, più volte negli ultimi anni ha attirato l’attenzione sul rischio di trasformazione dell’Ucraina in uno Stato nazista. Ad esempio qui, nel giugno 2021 (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-come_lucraina_si_sta_trasformando_in_uno_stato_nazista/8_41650/): “I gruppi neonazisti sono divenuti fondamentali strumenti nelle mani delle classi dirigenti ucraine: a Odessa, Kharkov e nel Donbass, dove poi è scoppiata la guerra civile” (inquietante la foto di una parata, sotto bandiere ucraine, di nerovestiti compresa la mascherina nera_ antiCovid? Anti-riconoscimento? E ricorda (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-1500_denunce_di_crimini_di_guerra_commessi_dal_regime_nazista_ducraina_inviate_alla_corte_europea_dei_diritti_delluomo_echr/82_21307/) le “500 denunce documentate di crimini di guerra commessi dal regime nazista d’Ucraina sono state inviate alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo! La commissione pubblica della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR) ha raccolto tutte le testimonianze documentate dalle vittime, residenti della DPR che hanno sofferto abusi causati dalla guerra criminale condotta dal criminale di guerra e capo nazista dell’Ucraina Poroshenko!”.

Peccato che pochi anni fa il marchio di fabbrica dell’Azov sia stato esposto perfino in una mostra al Parlamento europeo (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-apologia_del_neonazismo_nel_parlamento_europeo_il_battaglione_azov_in_bella_mostra_a_bruxelles/82_12123/)

E non è passato inosservato a tutti https://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=20837 il fatto che “si rinnova, come ogni estate dal 2015, la preparazione dei giovani e giovanissimi ucraini alla ‘democrazia europeista’, nel segno delle tradizioni della Hitlerjugend nazista. Il nuovo führerdell’Ucraina golpista, Andrej Biletskij, ha riaffermato i “valori” dei Patrioti d’Ucraina, organizzazione antesignana del neonazista battaglione Azov di fronte ai giovani dei campi estivi allestiti per l’educazione ‘civica’ e ‘patriottica’ all’uso delle armi contro i ‘terroristi’ del Donbass”.

Ricordiamo poi i paladini pro-occidentali della libertà in Bielorussia, quando si trattava di demonizzare il presidente rieletto Lukaschenko… ebbene i legami di uno di questi paladini, Roman Protasevich, con la galassia di estrema destra bielorussa, sono “ratificati” da alcune foto https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-escono_le_foto_ecco_il_simbolo_bielorusso_dei_diritti_umani_per_lue_in_divisa_coi_neonazisti/8_41517/: “Eccolo Roman Protasevich nella divisa militare della formazione militare neonazista del Battaglione Azov. La foto risale al 2015, anniversario dell'occupazione militare di Mariupol in Donbass, proprio da parte del Battaglione Azov”.

Il 5 maggio 2021, “A Odessa si è svolta una conferenza stampa sulle violazioni dei diritti e delle libertà perpetrate dall'apparato ucraino nei confronti dei propri cittadini. Per potersi riunire, i relatori si sono visti costretti a riparare nell’ufficio dell’avvocato Julia Gavriljuk: l’edificio dove si sarebbe dovuta tenere la conferenza è stato infatti circondato dai funzionari dell'SBU (i servizi segreti ucraini): questi, secondo la testimonianza di Elena Berezhnaja, hanno minacciato di far arrivare sul posto 400 neonazisti locali per interrompere la conferenza con la forza nel caso in cui gli organizzatori avessero inteso comunque darle inizio” (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gli_squadroni_della_morte_agli_ordini_dei_servizi_segreti_ucraini_la_testimonianza_di_un_ex_agente_sbu/8_41255/)

Già, Odessa. Un atto di nazismo del 2014: già dimenticato?

(https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-2_maggio_fino_a_quando_lue_chiuder_gli_occhi_sulla_strage_nazista_di_odessa/8_41070/) e (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_rimozione_di_odessa_questo__il_nazismo_non_lo_dobbiamo_dimenticare/34145_41075/)

Le più recenti da IN PRIMO PIANO

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa