di Francesco Santoianni
Preceduta da una valanga di allarmismi e diffamazioni (per l’organo della “sinistra sushi&spumantino” si trattava, addirittura , di un raduno di “fascio-sovranisti”) e di minacce del Capo della Polizia, si è svolta nel rispetto delle attuali normative anticovid (come chiesto più volte dal palco) la Marcia della Liberazione.
Una bella, combattiva e serena manifestazione che (nonostante lo spazio spropositato a qualche marginale e deprecabile episodio dato dai media) ha visto la presenza – per ben cinque ore - di circa quattromila persone e varie organizzazioni “sovraniste” contro il neoliberismo, l’Unione Europea, le privatizzazioni...
E sull’emergenza Covid? Pur essendo stato questa ad animare la piazza e i tanti interventi dal palco, non se ne trova quasi traccia nell’appello definitivo della manifestazione. Come mai? Forse per la preoccupazione di alcune organizzazioni sovraniste (sopratutto dopo l’orrenda manifestazione del cinque settembre) di confondersi con gente come l’ex generale Pappalardo o i fascisti di Forza Nuova. O di inimicarsi il sovranista Gianluigi Paragone (leader di una Italexit che i sondaggi danno, strumentalmente, al quattro per cento) che di questa questione si direbbe non voglia sentir parlare.
Nonostante ciò, il movimento sovranista, pur perdendo qualche sua figura storica, come Paolo Maddalena (che dichiarandosi inorridito dai “negazionisti del Covid” ha ritirato la sua adesione dalla Marcia della Liberazione) con questa manifestazione (pienamente riuscita, nonostante lo Stato di emergenza che domina il paese) si conferma essere una forza politica che non è possibile più ignorare rifugiandosi negli anatemi o nella spocchia. Come ha fatto, per anni, la “sinistra antagonista” nei confronti del Movimento Cinque Stelle. Non ci fosse stato questo stupido settarismo, forse oggi, dalla attuale liquefazione del partito di Grillo, avrebbe potuto nascere un qualcosa di buono.
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