Israele blocca il progetto petrolifero del Libano nelle acque contese


Secondo un articolo pubblicato, oggi, dal sito israeliano 'Globes', il regime di Tel Aviv cerca di bloccare i progetti del governo libanese per sfruttare le riserve di gas e le risorse di petrolio in cinque blocchi petroliferi di cui tre si trovano nelle acque comuni, vale a dire nelle acque che il Libano condivide con i territori palestinesi occupati.

Secondo il rapporto, queste acque, che comprende una superficie di circa 800 chilometri, sono oggetto della controversia tra Libano e il regime israeliano.

A questo proposito, di recente, il Ministero degli Affari Giudiziari israeliano ha presentato una proposta di legge dei territori marittimi, con la quale si tracciano i confini delle acque di Israele, comprese quelle condivise da Libano che comprendono i confini e i territori palestinesi occupati.

Lo scorso gennaio, il Libano ha annunciato l'apertura della gara per sviluppare cinque blocchi di petrolio nelle acque territoriali libanesi.

Il Ministro per gli Affari Presidenziali del Libano, Pierre Raffoul, ai primi di gennaio, ha detto che il petrolio e il gas sono una delle priorità del governo del paese arabo.

Il Libano ha inviato alle Nazioni Unite (ONU) una lettera di rigetto nei confronti della mappa presentata dal regime israeliano con confini marittimi tra i due, come egli sostiene che lo priva di 850 chilometri quadrati di acque territoriali.

Il confine tra il regime israeliano e il Libano, terra e mare, non è mai stato definito perché i due sono formalmente in guerra, anche se l'ONU cominciò a delimitarlo nel 2000.

Nel 2010, il Libano ha presentato alle Nazioni Unite una demarcazione dei confini con le coordinate che, conforme ad Israele, contraddice l'accordo che il paese ha firmato con Cipro nel 2007.

Inoltre, martedì scorso, il ministro libanese per l'Energia e l'Acqua, Cesar Abi Khalil, ha affermato in un'intervista con la televisione canale libanese Al-Mayadeen che Beirut proseguirà con la gara per sviluppare i blocchi di petrolio e gas nella data fissata, vale a dire a settembre e non perderà il diritto di rivendicare ciò che gli spetta.

Da parte sua, il regime israeliano ha denunciato Beirut alle Nazioni Unite con una nota ufficiale dove ha chiesto all'organismo internazionale di affrontare il caso e attuare una mediazione.

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