L'incredibile cifra che gli Usa ammettono di aver versato agli oppositori golpisti in Venezuela

04 Gennaio 2021 17:30 Fabrizio Verde

Nel corso degli ultimi anni l’opposizione golpista venezuelana ha ricevuto fondi cospicui da Washington per destabilizzare il paese e provocare la caduta del governo guidato dal legittimo presidente Nicolas Maduro. Gli USA non hanno lesinato sforzi economici per raggiungere il risultato prefisso. Tuttavia i piani si sono rivelati fallimentari. E tra le fila dell’opposizioni sono sorte innumerevoli divisioni proprio a causa del lauto compenso statunitense che in tanti vorrebbero accaparrarsi.

Ma a quanto ammontano i fondi elargiti dagli USA all’opposizione venezuelana?

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha reso noto di aver stanziato per gli oppositori golpisti venezuelani 1,2 miliardi di dollari dal 2017, come informa HispanTv.

In un messaggio pubblicato sul proprio account sul social network Twitter in spagnolo, la suddetta agenzia dell'amministrazione statunitense indica che il sostegno era rivolto ai "venezuelani vulnerabili”. L’affermazione statunitense ha scatenato numerose polemiche da parte di cittadini venezuelani che non credono a quanto affermato dal Dipartimento di Stato USA.

"Quei dollari sono goduti dai parenti all'estero della falsa opposizione", ha commentato un venezuelano, in riferimento al tweet del Dipartimento di Stato.

Il vice ministro degli Esteri venezuelano con delega alla comunicazione internazionale, William Castillo, ha affermato che il denaro era destinato all'arricchimento dei leader dell'opposizione dell'estrema destra venezuelana, guidata da Juan Guaidó, che si autoproclama "presidente ad interim" del Venezuela con il supporto politico ed economico degli Stati Uniti.

Nel gennaio 2020, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) ha rivelato che, dal 2017, aveva finanziato l'opposizione venezuelana con circa 467 milioni di dollari in "aiuti umanitari" .

Dato questo fatto, il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha espresso forti critiche e ha personalmente ordinato di determinare dove siano finiti questi fondi ricevuti dagli estremisti venezuelani.

Una nuova grana per Guaidò

Man mano che la presidenza fittizia del golpista si sgretola emerge con sempre più chiarezza la fitta trama affaristica e di corruzione che l’ha segnata. Altro che democrazia da recuperare. Soldi, soldi e ancora soldi determinano le mosse degli oppositori di Maduro.

Anche media statunitensi come il Washington Post escono adesso allo scoperto e denunciano gli atti di corruzione che coinvolgono l'amministrazione inventata dal deputato golpista. In questa occasione, i protagonisti della trama sono gli imprenditori Fernando Blasi e Javier Troconis.

Prima di andare al cuore della vicenda bisogna ricordare che Troconis è stato nominato il 28 agosto 2019 da Guaidó come Commissario presidenziale per la gestione e il recupero delle risorse e parte del consiglio di amministrazione di Citgo Holding Inc.

Tutto ha avuto inizio quando Guaidó si è trovato in una situazione difficile per i contanti, poiché è stato esortato a dimostrare che aveva il potere internazionale per porre fine al governo rivoluzionario.

Entrambi gli uomini d'affari hanno presentato una proposta a Guaidó per ottenere ciò di cui aveva bisogno e gli hanno spiegato l'ubicazione di $ 40 miliardi di asset dell'amministrazione bolivariana nei Caraibi.

Secondo Reyes, l'autoproclamato "presidente ad interim" ha contattato Blasi e Troconis nell'aprile 2019, e ha espresso il suo interesse per il piano. Successivamente, ci sono stati una una serie di incontri con importanti membri dell'opposizione e alleati di Guaidó.

"Ma durante un incontro del dicembre 2019 nel sobborgo di Doral di Miami, Reyes ha detto che lui e Antar hanno ricevuto una lettera scritta a mano, una fotografia, che è stata consegnata al media statunitense, con un elenco descritto come ‘richieste sconvolgenti’”, riferisce il Washington Post.

Queste richieste prevedevano la cancellazione di un debito da $ 750.000 a un consorzio situato in Florida, il cui comproprietario è Magin Blasi, che sarebbe il fratello di un alto funzionario dell '"ambasciata" di Guaidó negli Stati Uniti.

Il lavoro di ricerca pubblicato dal portale si è basato su più di 20 interviste, oltre all'analisi di documenti, come i contratti, che hanno permesso di scoprire molti accordi stipulati e che, erano correlati direttamente a Troconis che chiedeva "pagamenti ingenti e insoliti”.

Scandali e corruzione

Questa non è certo la prima volta che l’opposizione venezuelana viene colta con le mani nel sacco. E sicuramente non sarà l’ultima. Ricordate lo scandalo legato agli aiuti ‘umanitari’ che sarebbero dovuti arrivare dalla Colombia in Venezuela?

In ogni caso si tratta di episodi altamente rappresentativi della reale essenza dell’opposizione estremista venezuelana. Essa segue solo l’odore dei soldi e dell’arricchimento personale. Altro che democrazia e benessere per il popolo. Si tratta pur sempre degli stessi uomini che per queste ragioni non esitano nel chiedere maggiori sanzioni economiche e anche interventi armati contro il loro stesso paese. Quale amor patrio può mai possedere una classe politica di tal fatta?

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