La passerellla della Guaidò bielorussa e la figuraccia italiana

30 Aprile 2021 13:44 Fabrizio Verde

«In Bielorussia c’è la nuova resistenza nel cuore dell’Europa, l’Italia ci aiuti», il Corriere della Sera riporta le parole di Svetlana Tikhanovskaya definita dal quotidiano milanese ‘leader dell’opposizione bielorussa’ in visita a Roma, dove ha incontrato anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

La considerazione della bielorussa è un po’ curiosa, paragonarsi alla resistenza quando si è contigui e organici ad ambienti che rasentano il fascismo o ne sono pericolosamente affini, rappresenta una mistificazione nei confronti dell’opinione pubblica internazionale martellata da un’incessante propaganda tesa a far apparire la Russia e i suoi alleati, come la Bielorussia di Lukashenko, alla stregua di nuovi nazisti pronti ad assaltare la ‘democratica’ Europa.

La Tikhanovskaya poi esorta l’Italia a bollare «Lukashenko come illegittimo». Una tattica già vista in altri paesi come il Venezuela quando Guaidò ha cercato di spodestare Maduro autoproclamandosi presidente ad interim del paese col sostegno dei paesi occidentali. Un’operazione miseramente naufragata. Proprio come in Venezuela la pretesa è quella di non riconoscere le ultime elezioni che Lukashenko ha vinto con grosso margine, con Svetlana Tikhanovskaya riuscita a raccogliere solo il 10% delle preferenze.

Non poteva mancare il supporto del Partito Democratico, tramite il neo-segretario Enrico Letta, a Tikhanovskaya e i burattini dell’occidente in Bielorussia che sono pronti a precipitare il paese nel caos e la guerra civile, come abbiamo constatato durante il tentativo di golpe recentemente sventato a Minsk, pur di prendere il potere.

Letta ha chiesto nuove elezioni e sanzioni contro Minsk. La concezione ‘democratica’ di questo partito che si auto-definisce democratico è alquanto particolare: quando in alcuni paesi la volontà popolare palesa la propria preferenza verso alcuni leader o partiti lontani dal mondo occidentale, per intraprendere o proseguire una strada di sviluppo sovrano, questi vengono bollati come tremendi dittatori da abbattere. La democrazia, per costoro, è tale sono quando incontra e sposa gli interessi strategici e geopolitici dell’occidente.

D’altronde non dovremmo stupirci più di tanto. In Italia il PD è il partito più fanaticamente europeista. L’UE è un feticcio intoccabile, nonostante le ottuse politiche imposte da Bruxelles abbiano precipitato l’Italia in un abisso da cui sarà difficile rialzarla. Ma se qualcuno prova anche solo sommessamente a far notare il ruolo nefasto e profondamente antidemocratico di Bruxelles, immediatamente viene bollato come un pericoloso e intollerante fascista da emarginare.

Mentre con fascisti e neonazisti, quelli veri, il PD ci va a braccetto in ogni parte del mondo: dalla Bielorussia all’Ucraina fino al Venezuela.

E per la Tikhanovskaya prevediamo lo stesso percorso di Guaidò. Una volta esaurito il suo compito di destabilizzazione assegnatogli dai padroni che siedono in quel di Washington finirà nel dimenticatoio. D’altronde si tratta di prodotti fasulli tenuti in piedi grazie al flusso di dollari che provengono dagli Stati Uniti. Non hanno alcun seguito reale tra la popolazione.

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