"Almeno 14 morti". Colombia, la brutale repressione di Duque in Italia non fa notizia

Violenza e repressione brutale non hanno fermato i colombiani decisi ad affossare la riforma tributaria decisa dal regime di Duque. Una serie di misure che avrebbe colpito con forza la classe media e i ceti più bassi, in un paese che è già tra i più diseguali del mondo. Un regno neoliberista dove vige la legge del più forte.

Le proteste hanno provocato almeno otto morti e feriti gravi. A questo punto il regime è stato costretto a fare una parziale retromarcia: il presidente Duque ha annunciato che la riforma deve essere realizzata, ma per placare la rabbia popolare ha annunciato alcuni cambiamenti.

Duque ha annunciato che cambierà il contenuto della proposta e sostituirà alcuni punti.

Il presidente colombiano ha dichiarato di avere "la ferma intenzione di raggiungere il consenso con i settori popolari e le istituzioni".

Quali cambiamenti propone Duque?

Non ci sarà IVA per beni e servizi; L'imposta sui prodotti del paniere familiare di base non verrà aumentata.
La base imponibile dei redditi non verrà ampliata: chi oggi non paga l'imposta sul reddito non dovrà pagarla.
Non ci sarà IVA sui servizi pubblici.
Non ci sarà IVA sulla benzina.

Adesso, la prossima settimana sarà decisiva per sapere cosa accadrà con la riforma fiscale al Congresso, dopo aver incaricato il ministero delle Finanze di costruire un nuovo testo, che comprenda le proposte che i partiti e le organizzazioni hanno fatto.

Nonostante la parziale retromarcia di Duque i cittadini hanno continuato a protestare per chiedere la completa cancellazione della riforma. E annunciato uno sciopero generale il 19 maggio se la riforma non sarà ritirata.

La repressione del regime è stata inaudita e brutale. Non ci sono ancora cifre chiare, ma secondo la rete per i diritti umani di Isaías Cifuentes il bilancio potrebbe essere di almeno 14 morti.

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