"Il mondo libero è con voi". Margaret Thatcher e le origini del terrorismo in Afghanistan

15 Agosto 2021 17:49 Fabrizio Verde

A metà degli anni '60, le correnti rivoluzionarie democratiche nazionali dell’Afghanistan si unirono per formare il Partito Democratico Popolare (PDP), una formazione di ispirazione marxista-leninista.

Quando il PDP salì al potere nel 1978, iniziò a lavorare per una più equa distribuzione delle risorse economiche e sociali. I suoi obiettivi includevano la continua emancipazione di donne e ragazze dall'ex schiavitù tribale (un processo iniziato sotto Zahir Shah), pari diritti per le nazionalità delle minoranze, incluso il gruppo più oppresso del paese, gli Hazara, e un maggiore accesso per la gente comune all'istruzione, all'assistenza sanitaria , alloggi dignitosi e servizi igienico-sanitari.

La corrispondete di People’s World, Marilyn Bechtel, racconta: «Durante due visite nel 1980-81, ho visto gli inizi del progresso: donne che lavorano insieme nelle cooperative artigiane, dove per la prima volta potevano essere pagate decentemente per il loro lavoro e controllavano i soldi che guadagnavano. Adulti, sia donne che uomini, imparano a leggere. Donne che lavorano come professioniste e ricoprono alti incarichi di governo, compreso il ministro dell'Istruzione. Le famiglie povere che lavorano possono permettersi un medico e mandare i propri figli - ragazze e ragazzi - a scuola. La cancellazione del debito contadino e l'inizio della riforma agraria. Cooperative contadine in erba. Controlli sui prezzi e riduzioni di prezzo su alcuni alimenti chiave. Aiuta i nomadi interessati a una vita stabile.

Ho anche visto gli amari risultati degli attacchi dei mujaheddin da parte degli stessi gruppi che ora compongono l'Alleanza del Nord, che in quegli anni prendevano di mira soprattutto scuole e insegnanti delle zone rurali.

Gli sviluppi dopo il 1978 includevano anche l'aiuto sovietico a progetti economici e sociali su scala molto più ampia, con un nuovo Trattato di amicizia sovietico-afghano e una varietà di nuovi progetti, tra cui infrastrutture, prospezione di risorse e attività minerarie, servizi sanitari, istruzione e progetti dimostrativi agricoli. Dopo il dicembre 1978, quel ruolo includeva anche l'introduzione di truppe sovietiche, su richiesta di un governo del PDP sempre più vessato dai signori della guerra feudali e tribali sfollati che furono aiutati e organizzati dagli Stati Uniti e dal Pakistan».

Gli aspetti che i liberali di ogni risma e collocazione sullo scacchiere politico fingono di non ricordare. Le manovre degli imperialisti furono cruciali per destabilizzare l’Afghanistan e innescare il processo che ha poi condotto fino all’invasione statunitense e lo sfacelo attuale.

Nel 1981, meno di due anni dopo l’arrivo delle truppe sovietiche in Afghanistan su richiesta del governo di Kabul, il primo ministro britannico Margaret Thatcher si recò al confine tra Pakistan e Afghanistan, affermando di trovarsi in «un'area strategicamente cruciale».

La conservatrice britannica, nota anche per aver applicato in patria misure di neoliberismo selvaggio, in quell’occasione arringò una folla di combattenti islamisti. La Thatcher disse chiaramente loro: «Il mondo libero è con voi».

Il Cremlino commentò così: «Provocazione della Thatcher volta a fomentare l'isteria antisovietica».

Questo il commento di Ishaan Tharoor della rivista "Time”, il quale evidenzia come come la politica estera della Thatcher sia finita dalla «parte sbagliata della storia»:

«Persa nella nebbia della Guerra Fredda, Thatcher, insieme agli Stati Uniti, ha sostenuto il governo militare del generale Mohammed Zia ul-Haq in Pakistan, aiutando a sostenere un generalissimo dell'Asia meridionale ora considerato uno dei principali artefici della radicalizzazione islamista del suo paese. Dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, Zia divenne la persona di punta per il contrattacco anglo-americano; sotto il suo controllo, i mujaheddin afghani sono sbocciati e sono stati piantati i semi di una nuova era di militanza terroristica. Durante una visita del 1981 in Pakistan, la Thatcher pronunciò un discorso salutando gli sforzi di Islamabad».

L’agenzia allora sovietica Tass denunciava: «Stati Uniti e altri paesi occidentali stanno armando i ribelli afghani».

Il resto è purtroppo storia nota. L’ipocrisia dei vari liberali che adesso pontificano su un ventennio di scelte sbagliate, fingendo di dimenticare quel che c’è stato prima dell’invasione statunitense, non conosce limiti. La storia non li assolverà.

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