Il gruppo Airwars, che monitora i danni ai civili causati guerre e conflitti, ha presentato una nuova analisi in cui stima che gli Stati Uniti abbiano lanciato almeno 100.000 attacchi aerei in tutto il mondo dal 2001 per la loro cosiddetta lotta al terrorismo. In realtà, lo hanno fomentato, vedi ISIS.
Secondo le sue stime, gli Stati Uniti avrebbero ucciso almeno 22.000 civili coinvolti nei conflitti, ma la cifra potrebbe raggiungere le 48.000 persone uccise da bombardamenti e altri tipi di attacchi.
New research from Airwars finds that at least 22,679 civilians - and as many as 48,308 - have likely been directly killed by US strikes in the ‘Forever Wars.’ pic.twitter.com/6UciakY6oI
— Airwars (@airwars) September 6, 2021
Airwars assicura che la maggior parte degli attacchi aerei sono stati effettuati in Iraq, Afghanistan, Siria, Yemen, Somalia, Pakistan e Libia.
L'anno con il maggior numero di civili uccisi da tali attacchi è stato il 2003, durante l'invasione dell'Iraq. Ed è seguito dal 2017 a causa dei bombardamenti della coalizione contro lo Stato Islamico in Siria e Iraq.
Questi dati giungono a pochi giorni dalla commemorazione dei 20 anni degli attentati dell'11 settembre e delle “guerre eterne” da cui Joe Biden aveva promesso di uscire.
Da sottolineare che in questi 20 anni c'è stata anche una presidenza negli Usa cosiddetta "democratica", quella di Barack Obama, il quale ha ricevuto anche il Premio Nobel per la Pace.
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