Non solo Ucraina: gli Usa vogliono riaprire il fronte siriano?

16 Febbraio 2022 07:00 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Mentre gli occhi sono puntati sull'Ucraina e le improbabili invasioni russe, c'è un altro fronte che rischia di diventare incandescente.

La scorsa settimana l'intelligence russa aveva già avvertito sul pericolo che, in Siria, gli Stati Uniti d'America fossero intenzionati ad usare bande estremiste per attaccare l'esercito siriano, consiglieri russi e iraniani schierati in varie province del paese arabo.

Ieri, sulla questione è tornato il viceministro degli esteri russo, Oleg Siromolotov, il quale, come riporta l'agenzia Tass ha ripetuto che le truppe russe in Siria hanno informazioni sull'"intenzione dell'intelligence statunitense di utilizzare cellule dormienti estremiste in Siria per svolgere operazioni contro membri delle forze governative siriane, nonché militari e consiglieri russi e iraniani". Non solo, Siromolotov ha sottolineato che "le truppe russe stanno adottando misure adeguate per far fronte a qualsiasi potenziale incidente di questo tipo."

Manovre militari a Tartous e incontro Shoigu-Assad

I fronti caldi nel mondo sono diversi, se è pur vero che la Siria non è più sulle prime pagine dei giornali, cosa non del tutto negativa con risparmio di tonnellate di fake news, la situazione non è certo tranquilla.

Nel nord est del paese l'occupazione statunitense prosegue il furto del petrolio siriano, le milizie filo-curde note come 'Forze democratiche siriane', FDS, continuano i loro soprusi contro la popolazione siriana con continui rapimenti, gli attacchi di Israele si susseguono e nel sud e nella capitale Damasco, non mancano gli atti terroristici come quello di ieri dove un militare è rimasto ucciso ed altri 11 feriti per lo scoppio di un ordigno piazzato su un autobus militare. Per non parlare delle sanzioni che mettono a dura prova il popolo siriano.

Per mettere le carte in regola ed eventualmente mandare un messaggio, proprio ieri, nelle acque territoriali siriani, precisamente a Tartous si sono svolte delle esercitazioni navali sotto gli occhi dle Ministro della Difesa russo Sergey Shoigu.

Manovre in grande stile, hanno partecipato più di 140 navi da guerra e di supporto, 1.000 unità di equipaggiamento militare e circa 10.000 militari.

Se il messaggio non fosse stato chiaro, Shoigu ha fatto anche visita al presidente siriano Bashar al Assad.

L'incontro non è stato formale, anche per i temi affrontati nel colloquio: lotta al terrorismo e sanzioni economiche. Shoigu ha ribadito che il suo Paese continuerà a collaborare con la Siria fino al ripristino della sua sovranità sull'intero territorio, nonostante i tentativi di alcuni Paesi che vogliono fomentare l'attività delle organizzazioni terroristiche. Inoltre, ha precisato che "la Russia continuerà ad aiutare il popolo siriano a superare le conseguenze delle misure coercitive e dell'ingiusto assedio loro imposto."

Nonostante quella che non può definirsi altro che una sonora sconfitta non essendo riuscita a rovesciare Assad con rivolte, bombardamenti, sanzioni, ritornando al vecchio amore del terrorismo, Washington non si rassegna e sogna di mettere i propri tentacoli in Siria, la visita di Shoigu e le manovre navali sono una chiara risposta: In Siria troverete sempre noi.

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