Acque contese Libano-Israele. Tel Aviv tentenna, ma Hezbollah avverte: “Senza una risposta, agiremo”

20 Agosto 2022 14:30 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Forse c’è uno spiraglio in quello che nel prossimo settembre potrebbe rivelarsi un pericoloso focolaio di guerra, ovvero la questione delle acque contese tra Libano e Israele ricche di gas. Quel gas che metterebbe Tel Aviv fra i fornitori principali dell’UE dopo le sanzioni alla Russia e la conseguente reazione di Mosca che sta chiudendo i rubinetti dei vari gasdotti, dal momento in cui i paesi dell’Unione Europea si rifiutano di pagare in rubli.

Israele chiede tempo per le nuove elezioni politiche, probabilmente il nuovo esecutivo prenderà altro tempo, rivedrà i termini dei negoziati, ma la pazienza, soprattutto il popolo libanese ne ha poca, stanco della drammatica situazione economica in cui versano da alcuni anni.

Poiché i ritardi nei negoziati marittimi indiretti tra Libano e Israele hanno sollevato preoccupazioni, i media locali di entrambi i paesi riferiscono di una maggiore possibilità di un accordo finale nelle prossime settimane al fine di prevenire un conflitto militare nel Mar Mediterraneo.

Il 19 agosto il quotidiano libanese Al-Akhbar ha riferito che Israele ha inviato un messaggio a Hezbollah attraverso i canali diplomatici, affermando di accettare tutte le richieste del Libano.

Israele riconoscerà che la linea 23 e il campo prospettico di Qana si trovano in territorio libanese, ma ha chiesto a Hezbollah di abbandonare le sue minacce di attaccare i giacimenti di gas israeliani nel caso di un accordo ritardato.

Allo stesso modo, all'inizio di agosto, gli Stati Uniti hanno inviato un messaggio a Hezbollah tramite un mediatore del Kuwait chiedendo più tempo per finalizzare un accordo, alla luce delle imminenti elezioni israeliane di novembre.

Tuttavia, il segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah rifiuta di accettare qualsiasi ritardo, sottolineando che la situazione economica in Libano è insostenibile per un ulteriore compromesso.

"Il tempo è poco e, a seconda della risposta [israeliana], agiremo sicuramente", ha annunciato Nasrallah in un discorso, ieri, durante la processione dell'Ashura.

Il termine fissato da Hezbollah al Libano per assicurarsi i propri diritti scade il 15 settembre.

Tra l’altro, il leader della resistenza libanese ha anche messo in chiaro che i negoziati in corso per rilanciare l’accordo sul nucleare iraniano non avranno alcun effetto sulle azioni di Hezbollah.

"Nel caso in cui il Libano non ottenga i suoi diritti... aumenteremo l'escalation, indipendentemente dal fatto che l'accordo nucleare venga firmato o meno", ha aggiunto.

Nasrallah, in seguito, ha rimproverato personaggi dei media e diplomatici, i quali hanno sostenuto che l'esito dei colloqui di Vienna potrebbe far "dimenticare" ad Hezbollah la pretesa del Libano sul giacimento di gas di Karish.

"Gli occhi dei libanesi dovrebbero essere puntati su Karish, non su Vienna", ha ribadito Nasrallah.

Il portale Walla ha riferito che un alto funzionario israeliano dovrebbe visitare gli Stati Uniti per discutere la disputa sul confine marittimo con il Libano, nella speranza di firmare un accordo.

Israele riconosce che la necessità di porre fine alla controversia ha la precedenza sull'urgenza di evitare i pericoli di un conflitto militare con il Libano e che qualsiasi ritardo interromperebbe gravemente le operazioni delle compagnie del gas israeliane.

Al-Akhbar ha precisato che alcune società hanno minacciato di ritirare le loro navi e le strutture esistenti insieme ai loro dipendenti se Israele non fosse in grado di garantire la sicurezza di tutte le attrezzature e del personale per la durata del contratto.

La situazione rimane poco chiara e ingannevole, secondo lo sceicco libanese Sadiq al-Nabulsi, che accusa Israele di aver indotto Hezbollah a fare concessioni mentre non sono stati compiuti progressi concreti per porre fine alla controversia.

Nelle ultime settimane, mentre da un lato il Libano sembrava ricevere segnali positivi da Usa e Israele, l'esercito israeliano ha tenuto due esercitazioni navali simulando la difesa dei propri assetti marittimi contro possibili attacchi dei droni di Hezbollah.

L'establishment della sicurezza israeliana valuta che Hezbollah effettuerà un attacco contro il giacimento di gas di Karish e altri beni marittimi se le richieste del Libano non saranno soddisfatte prima dell'inizio dell'estrazione di gas in Israele a settembre.

"Nel caso in cui riceviamo informazioni in anticipo su un'operazione di Hezbollah, Israele neutralizzerà [preventivamente] la minaccia", ha ribadito il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz, citato da Walla News.

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