Sud della Siria, proteste contro aumento carburante


Le sanzioni commutate da Washington alla Siria, il cosiddetto Caesar ACT, stanno avendo lo scopo desiderato come avvenuto anche in altri paesi: fomentare il malcontento della popolazione locale stremata.

Nel sud-ovest della Siria, dove vive una forte componente drusa, i manifestanti nella città di Suwayda hanno fatto irruzione negli uffici locali del partito al potere, Baath. Attivisti dell'opposizione hanno rivelato che i manifestanti hanno anche parzialmente bloccato un'autostrada che collega il governatorato di Suwayda, a Damasco.

Secondo il Syrian Observer, le proteste sono iniziate il 16 agosto, a seguito di un significativo deprezzamento della valuta. Oggi un dollaro americano ha raggiunto l'equivalente di 15.000 sterline siriane. All’inizio della guerra in Siria nel 2011, un dollaro USA equivaleva a 47 sterline siriane. All’inizio della scorsa settimana, il governo siriano ha revocato i sussidi per il carburante, aumentandone i prezzi da 3.000 sterline a 8.000 sterline siriane al litro.

Le proteste hanno avuto luogo anche nel vicino governatorato di Deraa, al confine con la Giordania, dove partì la rivolta nel 2011.

Anche lo scorso dicembre, i manifestanti assaltarono in modo simile gli uffici del partito Baath a Suwayda, provocando scontri che culminarono nella morte di un poliziotto e un manifestante.

Questo è, dunque, il risultato raggiunto dalle sanzioni USA. Per capire la natura criminale di questi provvedimenti, basta leggere le stesse dichiarazioni sadiche dei funzionari statunitensi, i quali, hanno ammesso che lo scopo delle sanzioni è quello di schiacciare l’economia siriana e impedire la ricostruzione come parte del più ampio sforzo di Washington per un regime change.

Andrew Tabler, ex alto funzionario statunitense per la politica siriana, si è vantato del fatto che le sanzioni statunitensi hanno distrutto la valuta siriana, portando a “corrispondenti tagli ai sussidi del regime che hanno esacerbato la carenza di carburante e cibo per i siriani”.

La valuta siriana è crollata ulteriormente in seguito alla crisi bancaria libanese del 2019. Il presidente siriano Bashar al-Assad ha ricordato che potrebbero essere stati persi tra i 20 e i 42 miliardi di dollari di depositi di cittadini siriani, aggiungendo che “questa cifra per un’economia come quella siriana è terrificante. Sono i soldi che hanno messo nelle banche libanesi e noi ne abbiamo pagato il prezzo.”

“Questo è il nocciolo del problema di cui nessuno parla”, aveva lamentato Assad.

Per Washington rovesciare Assad significa assestare allo stesso un duro colpo a Russia e Iran, ragione per cui, è facile immaginare quale drammatico scenario possa verificarsi nei prossimi tempi in Siria.

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