Riprendiamo dal sito del Center for health security della Johns Hopkins university: “Il Johns Hopkins Center for Health Security, in collaborazione con l’OMS e la Bill & Melinda Gates Foundation, ha condotto Catastrophic Contagion, un esercitazione da tavolo sulla pandemia svolto nell’ambito del Grand Challenges Annual Meeting di Bruxelles, in Belgio, il 23 ottobre 2022″.
“Lo straordinario gruppo di partecipanti era composto da 10 attuali ed ex ministri della sanità e alti funzionari della sanità pubblica provenienti da Senegal, Ruanda, Nigeria, Angola, Liberia, Singapore, India, Germania, con la presenza di Bill Gates, co-presidente del Bill & Melinda Gates Foundation“.
“L’esercitazione ha simulato una serie di riunioni del comitato consultivo di emergenza sanitaria dell’OMS impegnato ad affrontare una pandemia immaginaria ambientata nel prossimo futuro”.
“I partecipanti si sono confrontati su come rispondere a un’epidemia localizzata in una parte del mondo che si è poi diffusa rapidamente sviluppando in una pandemia, con un tasso di mortalità più elevato del COVID-19 e che colpisce in modo massiccio bambini e giovani”.
Non ci sarebbe che da rallegrarsi per un’iniziativa tanto lodevole, se non che il pregresso non aiuta in tal senso. Uno studio analogo, con gli stessi protagonisti, cioè il Johns Hopkins Center for Health Security e la Bill & Melinda Gates Foundation si produssero in un’esercitazione simile prima che si scatenasse il Covid-19.
Non portò fortuna. E, peraltro, immaginare che a gestire la prossima pandemia, sempre se ci sarà (ma certe profezie tendono ad auto-avverarsi), siano gli stessi personaggi che hanno gestito quella recente mette i brividi, per l’approssimazione e gli evidenti, tragici, errori, per non dire altro, che si sono registrati nella gestione della pandemia Covid-19.
Basti pensare, solo per fare un esempio, alla raccomandazione iniziale di non usare gli anti-infiammatori, un diktat, più che un consiglio (chi suggeriva di usarli veniva castigato duramente), che non solo non aveva alcuna evidenza scientifica, come si è dimostrato successivamente, ma che risulta incomprensibile nella sua genesi.
Prima di sconsigliare una cura praticata da tempo nelle infiammazioni delle vie respiratorie, infatti, qualcuno doveva aver fatto un qualche studio che ne avesse accertato la loro nocività per gli affetti da Covid-19. Ma se si fosse fatto uno studio simile, sarebbe stato appurato il contrario, come dimostra la prassi successiva.
Così si è impedito a lungo ai medici di tutto il mondo di curare i propri pazienti con tale farmaco in base a mere supposizioni, a pensar bene (e a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina).
Il fatto che le stesse persone e gli stessi organismi internazionali stiano studiando come gestire la prossima emergenza pandemica evidenzia come il sistema sanitario globale sia gestito da irresponsabili, dove quell’irresponsabili va inteso nel senso che non sono chiamati a render conto delle proprie azioni, al contrario dei dirigenti di altri settori. E ciò non rassicura affatto, date le tante vite e i tanti lucrosi interessi in gioco.
Di ieri il tweet di Elon Musk che ha fatto infiammare il mondo: “I miei pronomi sono incriminate/Fauci”. Il fromboliere della tesla ha un modo tutto suo di dire le cose, ma nel caso specifico non è un battitore libero.
Tanti, anche in ambiti di potere, hanno fatte proprie le domande emerse da ogni dove in questi anni pandemici e chiedono risposte che finora non ci sono state.
Non si tratta solo di fare chiarezza riguardo al passato (un processo che non dovrebbe spaventare, come sembra, scienziati di chiara fama che siano consapevoli di aver fatto tutto il possibile). Ma anche e soprattutto di evitare errori futuri. La notizia di cui alla nostra nota urge in tal senso.
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