Draghi pretende i pieni poteri come Trudeau (che congela i conti correnti a chi protesta)

18 Febbraio 2022 11:08 Gilberto Trombetta

Dopo che il Governo è andato sotto per 4 volte, Draghi va prima a Bruxelles (dove viene richiamato agli inderogabili impegni presi con la sottoscrizione del PNRR), poi va a lamentarsi da Mattarella (altro grande guardiano del vincolo esterno).
Dopodiché si presenta in Parlamento dove dichiara che «vanno garantiti i voti in Parlamento oppure non si va avanti».
Una dichiarazione di una gravità inaudita. Sotto ogni punto di vista (istituzionale, politico, costituzionale, etico).
Ovviamente pronunciata senza che nessuno abbia avuto nulla da ridire. Intellettuali? Parlamentari? Stampa? Tutti assenti ingiustificati.
D’altronde Draghi è stato nominato Presidente del Consiglio (supportato da una maggioranza parlamentare bulgara) proprio per stringere ancora di più il cappio del vincolo esterno.
Per inserire insomma il pilota automatico definitivo. Quello che renderà impossibile l’azione politica di qualsiasi Governo.
Tranne, ovviamente, di un ipotetico Governo anti-unionista disposto a rompere – anche unilateralmente – con l’Unione Europea.
Ipotesi possibile, ma ancora lontana dal realizzarsi.
Draghi però fa anche cose buone.
Quindi dal primo aprile (non sfuggirà l’ironia della data scelta, quella del famoso pesce) ci consentirà di tornare a mangiare i popcorn al cinema.
Mentre sempre più Paesi stanno tornando alla normalità, togliendo restrizioni e lasciapassare di vario tipo, in Italia si potrà tornare a mangiare i popcorn (col green pass, ovviamente).
Stavolta però voglio chiudere con un po’ di ottimismo.
C’è chi sta – anche se di poco – peggio di noi.
Parlo del Canada dell’idolo della sinistra rosé Justin Trudeau.
Che dopo aver chiesto i pieni poteri (pensate se si fosse trattato di Orban…), ha deciso di congelare i conti correnti di coloro che hanno partecipato, supportandola, alla protesta dei camionisti.
Un provvedimento, anche questo, di una gravità inaudita che porta il Canada in prima linea nella corsa alla realizzazione della società del controllo pervasivo dei cittadini.
Un provvedimento che, da solo, spiega benissimo il senso dei lasciapassare governativi e della spinta ossessiva alla digitalizzazione di tutti gli aspetti (lavoro, socialità, studio, divertimento, commercio) della nostra vita.
Il controllo.
E la possibilità di spegnere, di cancellare, con un semplice click qualsiasi cittadino non si conformi allo stile di vita imposto di volta in volta dal Governo di turno.

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