Gaza, ucciso Abu Shabab capo della gang appoggiata da Israele

05 Dicembre 2025 12:30 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Yasser Abu Shabab, il contrabbandiere e capobanda sostenuto da Israele che comandava una milizia di combattenti anti-Hamas con base a Rafah, è stato ucciso il 4 dicembre, secondo quanto riportato da fonti ebraiche.

Il capo della cosiddetta milizia delle Forze popolari è stato colpito a Rafah da "uomini armati", hanno riferito la radio dell'esercito israeliano e il canale 14.

Fonti citate dal Times of Israel hanno riferito che Abu Shabab è morto per le ferite riportate dopo essere stato trasportato in un ospedale in Israele in seguito allo scontro. Haaretz ha citato una smentita dell'ospedale Soroka, secondo cui Abu Shabab sarebbe morto a Gaza.

"L'ospedale ha dichiarato che Abu Shabab non è arrivato", ha riportato Haaretz .

Il canale israeliano Channel 12 ha affermato che Abu Shabab è stato ucciso in "combattimenti tribali interni".

Il canale Radaa Force, legato ad Hamas, ha pubblicato un'immagine del capobanda con la didascalia: "Ve l'avevamo detto; Israele non vi proteggerà".

"L'esercito non è stato in grado di proteggere la milizia, e la prova di ciò è l'uccisione del leader della più grande milizia di Gaza. Purtroppo, la propaganda di Hamas sul destino della milizia ha avuto successo", secondo l'analista militare israeliano Avi Ashkenazi.

Il canale israeliano Channel 12 ha definito la sua morte un "clamoroso fallimento" derivante dalla politica a breve termine di Tel Aviv volta a trovare un'alternativa ad Hamas a Gaza, aggiungendo che "alla fine, la milizia è crollata e Hamas è sopravvissuta".

Durante la guerra, Abu Shabaab e la sua banda sono stati armati e sostenuti da Israele. Le sue forze erano dietro ai continui saccheggi dei camion degli aiuti umanitari, per i quali Tel Aviv ha lanciato una campagna per attribuire la responsabilità ad Hamas.

I miliziani di Abu Shabab hanno anche esplorato la zona alla ricerca di truppe israeliane prima delle operazioni e si sono ripetutamente scontrati con la resistenza a favore di Tel Aviv.

Si dice che il suo gruppo, soprannominato Forze Popolari, sia la più grande delle milizie anti-Hamas attualmente operative nella Striscia. Abu Shabab comandava circa 2.000 combattenti con base a Rafah, distrutta e occupata dall'esercito israeliano durante il genocidio.

Altri gruppi sostenuti da Israele includono la milizia di Hossam al-Astal, un beduino legato all'Autorità Nazionale Palestinese (AP).

Alla fine di ottobre, Sky News ha riferito che le bande di Astal e Abu Shabab, insieme ad altri gruppi, si stavano preparando per una campagna sostenuta da Israele, dai paesi arabi e dall'Autorità Nazionale Palestinese per cacciare Hamas da Gaza.

Da quando il mese scorso è stato raggiunto il cessate il fuoco, Hamas ha iniziato a reprimere le bande sostenute da Israele.

A metà ottobre, le forze del Ministero dell'Interno di Gaza si sono scontrate con gruppi armati e hanno ucciso decine di combattenti. Decine di altri sono stati arrestati. Il periodo di amnistia annunciato dalle autorità di Gaza – riservato esclusivamente ai membri delle milizie non coinvolti nelle uccisioni – è scaduto.

A luglio, Hamas ha annunciato di aver concesso ad Abu Shabab 10 giorni di tempo per arrendersi alle autorità con l'accusa di tradimento, ribellione armata e formazione di banda armata, pena il processo in contumacia.

Abu Shabab è stato arrestato da Hamas nel 2015 e condannato a 25 anni di carcere con l'accusa di traffico di droga e furto.

Fuggì nell'ottobre 2023 dopo che i raid aerei israeliani colpirono la prigione in cui era detenuto. I leader del clan Tarabin di Abu Shabab lo hanno pubblicamente rinnegato e hanno chiesto la sua morte per aver collaborato con Israele.

Quando il cessate il fuoco a Gaza è entrato in vigore in ottobre, i media ebraici hanno ribadito che Abu Shabab e la sua banda non sarebbero stati evacuati in Israele.

_______________________________________________________________

UNO SGUARDO DAL FRONTE

19,00

UNO SGUARDO DAL FRONTE DI FULVIO GRIMALDI
IN USCITA IN TUTTE LE LIBRERIE DAL 12 DICEMBRE.

PER I PRIMI 50 CHE ACQUISTANO IN PREVENDITA: SCONTO DEL 10% E SENZA SPESE DI SPEDIZIONE!

Fulvio Grimaldi, da Figlio della Lupa a rivoluzionario del ’68 a decano degli inviati di guerra in attività, ci racconta il secolo più controverso dei tempi moderni e forse di tutti i tempi. È la testimonianza di un osservatore, professionista dell’informazione, inviato di tutte le guerre, che siano conflitti con le armi, rivoluzioni colorate o meno, o lotte di classe. È lo sguardo di un attivista della ragione che distingue tra vero e falso, realtà e propaganda, tra quelli che ci fanno e quelli che ci sono. Uno sguardo dal fronte, appunto, inesorabilmente dalla parte dei “dannati della Terra”.

Le più recenti da IN PRIMO PIANO

On Fire

"Se l'Italia entra in guerra".... un sondaggio shock del Garante agli adolescenti italiani

di Agata Iacono per l'AntiDiplomatico "Come ti informi sulla guerra? Quali emozioni provi davanti alle immagini dei conflitti? Cosa pensi del ruolo della tua generazione nella costruzione...

“Sulla NATO incombe una sconfitta strategica”. Intervista esclusiva al gen. Marco Bertolini

  Intervista esclusiva de L'Antidiplomatico al gen. Marco Bertolini   Generale, la NATO, fondata con i presupposti di un'alleanza difensiva, sembra essere stata radicalmente trasformata dalla...

L'Ambasciata russa pubblica le "risposte di Lavrov che il Corriere della sera si è rifiutato di pubblicare"

Nei suoi profili social l'Ambasciata della Federazione russa in Italia ha accusato il Corriere della Sera di aver tagliato in modo pretestuoso l'intervista che il ministro degli esteri russo Lavrov gli...

Censura e russofobia: comunicato ufficiale del Prof. Angelo d'Orsi (con importante aggiornamento)

di Angelo d'OrsiLa mia conferenza Russofobia, russofilia, verità, prevista il 12 novembre a Torino nei locali del Polo del ‘900 è stata inopinatamente annullata. L’accusa che...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa