Il Venezuela non si arrende: l'economia cresce nonostante l'assedio USA

17 Ottobre 2025 17:48 Fabrizio Verde


di Fabrizio Verde

In un contesto internazionale segnato da pressioni asfissianti e da un blocco economico di proporzioni storiche, il Venezuela sta scrivendo una pagina inattesa di ripresa e resistenza. I dati diffusi dalla banca centrale e le dichiarazioni del governo di Caracas dipingono il quadro di un'economia che, non solo resiste, ma cresce, trovando nelle avversità lo stimolo per un rinnovato dinamismo.

Una crescita strutturale e plurisettoriale

Il Banco Central de Venezuela (BCV) ha reso noto che nel terzo trimestre del 2025 il Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale è aumentato dell'8,71% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo non è un dato isolato, ma il diciottesimo trimestre consecutivo di crescita, un segnale chiaro che il processo di recupero economico si sta consolidando.

La forza di questa ripresa risiede nella sua natura plurisettoriale. Se il settore petroliero, tradizionale motore del paese, ha registrato un rimbalzo del 16,12%, è la crescita robusta del settore non petroliero (6,12%) a indicare una trasformazione in atto. Settori strategici come le costruzioni (+16,40%), i trasporti e la logistica (+9,35%) e la manifattura (+8,98%) stanno trainando l'economia. Come sottolinea il BCV, queste attività "generano forti incatenamenti interni e un rafforzamento delle catene del valore", conferendo così sostenibilità alla crescita al di là della congiuntura petrolifera.

Resistere al blocco: la strategia della sostituzione delle importazioni

Come è possibile questa ripresa in mezzo a quello che il governo venezuelano definisce un "schema di aggressioni unilaterali"? La risposta risiede in una strategia economica molto precisa e nella forza di un nuovo mondo multipolare.

Il presidente Nicolás Maduro ha annunciato quella che ha definito una "seconda fase della stabilizzazione economica", basata sulla "sostituzione radicale al 100%" delle importazioni. Questo cambio di paradigma, forzato dalla necessità, mira a consolidare la capacità produttiva interna per garantire il corso delle attività economiche, superando qualsiasi tentativo di paralisi dall'esterno.

Il blocco economico, particolarmente quello marittimo, che di fatto crea una "zona di esclusione" nel Mar dei Caraibi dietro il pretesto della lotta al narcotraffico, ha colpito duramente il flusso di merci e valuta. Tuttavia, invece di piegare il paese, ha innescato un processo di autosufficienza strategica. I dati preliminari sembrano confermare l'efficacia di questa contromisura: le esportazioni non petroliere sono cresciute di un significativo 87,66% nei primi quattro mesi del 2025.

Il mondo multipolare: un'ancora di salvezza e una via d'uscita

La forza venezuelana non si spiega solo con la resistenza interna, ma anche con la capacità di navigare nel nascente ordine mondiale multipolare. L'asfissiante blocco unipolare guidato dagli Stati Uniti non è più l'unico giocatore sulla scena globale.

Il Venezuela ha saputo diversificare le sue partnership economiche e politiche, trovando nuovi mercati per il suo petrolio (come evidenziato dal superamento della quota di 1,1 milioni di barili al giorno, nonostante tutto) e per i suoi prodotti non tradizionali. Questo network alternativo di relazioni commerciali e di cooperazione offre a Caracas un respiro fondamentale. Le Zone Economiche Speciali (ZEE), concepite per attrarre investimenti sia nazionali che stranieri con incentivi dedicati, sono un esempio concreto di come il paese si stia posizionando per captare i flussi di capitale e di know-how che provengono da attori globali al di fuori dell'orbita occidentale.

In questo senso, la crescita del Venezuela diventa un caso di studio per molti paesi del Sud del mondo: dimostra che è possibile resistere alla coercizione economica di una singola potenza aggrappandosi alla sovranità nazionale e sfruttando le opportunità offerte da un sistema internazionale più frammentato e, quindi, sicuramente più pluralista.

Sovranità economica

La strada da percorrere rimane in salita. Il governo ammette le pressioni, come la svalutazione del bolívar e la volatilità dei prezzi, alimentate proprio dal clima di incertezza e dalle restrizioni. Tuttavia, i numeri parlano di un'economia che sta rialzando la testa.

La combinazione di una crescita interna diversificata, una strategia industriale volta all'autosufficienza e l'accesso a nuove reti commerciali multipolari sta permettendo al Venezuela di forgiare un proprio percorso di ripresa. In un'epoca di transizione geopolitica, la sua resistenza è la prova che i modelli di sviluppo imposti dall'alto possono essere sfidati, e che la sovranità economica, se perseguita con determinazione, può diventare il baluardo più efficace contro l'assedio. Questo aspetto acquista ancoira più centralità in Europa dove ogni tipo di sovranità,economica, monetaria, popolare è irrimediabilmente perduta. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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