Il Venezuela reagisce alle provocazioni imperialiste. Il presidente Nicolas Maduro ha ordinato l'attivazione di un'azione difensiva congiunta in risposta all'arrivo della nave HMS Trent, inviata dalla Gran Bretagna verso le coste della Guyana. Il capo dello Stato venezuelano ha affermato che l'invio della nave e la sua accettazione da parte della Guyana "è una violazione degli accordi di Argyle", firmati il 14 dicembre a St. Vincent e Grenadine, ed è "la minaccia del Regno Unito contro un popolo nobile e pacifico, come quello del Venezuela".
L’azione difensiva è stata ordinata dal massimo dirigente venezuelano durante gli auguri di Capodanno alle Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB) dalla sede del Ministero del Potere Popolare della Difesa, situata a Fuerte Tiuna.
"Ho ordinato l'attivazione di un'azione congiunta di tutta la Forza Armata Nazionale Bolivariana sui Caraibi orientali del Venezuela, sulla costa atlantica, un'azione congiunta di natura difensiva in risposta alla provocazione e alla minaccia del Regno Unito contro la pace e la sovranità del nostro Paese". Le esercitazioni militari sono denominate "Azione congiunta Domingo Sifontes", dal nome di un generale venezuelano che nel 1895 scacciò un avamposto britannico che si era stabilito illegalmente in territorio venezuelano.
A seguito dell'ordine, l'ammiraglio Neil Jesús Villamizar Sánchez, comandante generale della Marina venezuelana, ha iniziato le esercitazioni dell'azione congiunta dalla penisola di Paria, nello stato di Sucre, dal pattugliatore oceanico Guaiquerí PO-11, insieme ai comandanti di diverse REDI e ZODI e 5. 682 combattenti, tra cui tre pattugliatori oceanici classe Guaiquerí, due trasporti logistici, tre navi multiuso, tre pattugliatori della Guardia Costiera, sette navi missilistiche, cinque elicotteri, sei caccia K-8w, cinque caccia F-16, dodici caccia Sukhoi Su-30 MK2, otto veicoli anfibi, un'unità di forze speciali URRA (Unità di Reazione Rapida), un'unità della milizia e un'unità di difesa aerea.
Maduro ha affermato che l'invio della nave da parte del Regno Unito, e la sua accettazione da parte della Guyana, "è una violazione degli accordi di Argyle".
"Abbiamo parlato privatamente con la Guyana affinché non accogliesse la nave, e loro hanno invece ricevuto la nave. Il Venezuela ha rispettato gli accordi di Argyle, ma non se ne starà con le braccia incrociate di fronte a una minaccia, da qualunque parte provenga".
"Stiamo rispondendo in modo proporzionato alle minacce: oggi abbiamo emesso un comunicato e ci riserviamo tutte le azioni" per difendere le zone sovrane del Venezuela, ha dichiarato Maduro.
In precedenza, il ministro degli Esteri venezuelano Yván Gil aveva pubblicato una dichiarazione sui social media, condannado l'arrivo della nave britannica in Guyana.
La República Bolivariana de Venezuela rechaza de manera categórica la llegada del buque HMS Trent, de la Armada Británica, a las costas de Guyana, lo que se convierte en un acto de provocación hostil y una violación a la reciente Declaración de Argyle, asumida como una hoja de… pic.twitter.com/JiVrrSiUJ8
— Yvan Gil (@yvangil) December 28, 2023
"Crediamo nella diplomazia, nel dialogo e nella pace, ma nessuno deve minacciare il Venezuela, nessuno deve interferire con il Venezuela. Questa minaccia è inaccettabile per qualsiasi Paese sovrano! La minaccia dell'ex impero decadente e marcio del Regno Unito è inaccettabile! Non la accettiamo!" ha ribadito Maduro in una trasmissione radiotelevisiva nazionale.
"Non ci mettiamo contro nessuno, ma nessuno verrà ad abusare del Venezuela. Né un Regno Unito marcio, né nessun altro verrà a maltrattare un popolo sacro, eroico e benedetto. Tanto meno dopo aver fatto il passo del 14 dicembre, in cui la Celac, la Caricom, tutti noi insieme abbiamo cercato la strada per incanalare i diritti storici del Venezuela".
Il leader bolivariano ha poi spiegato che proprio il Regno Unito è "responsabile del colonialismo, dell'espropriazione, dei crimini del XVIII, XIX e XX secolo, che ha cercato di impadronirsi dell'Orinoco" quando ha occupato illegalmente le aree a ovest del fiume Esequibo.
Il 24 dicembre, il Regno Unito ha ordinato l'invio di una nave da guerra in Guyana, mentre il Ministero della Difesa britannico ha confermato che la HMS Trent parteciperà a esercitazioni congiunte.
Una condanna delle azioni di Londra è arrivata anche dalla vicepresidente bolivariana Delcy Rodriguez, la quale ha sottolineato che il lodo del 1899 è stato falsificato dal Regno Unito per appropriarsi illegalmente del territorio dell'Essequibo.
L’alta dirigente del governo venezuelano ha ribadito che l'unico proprietario storico è stato e continuerà ad essere il Venezuela.
"Il Regno Unito ha l'obbligo di rispettare la Dichiarazione di Argyle, che esclude espressamente le minacce esterne che cercano di seminare o inasprire un conflitto tra Venezuela e Guyana. Il suo comportamento minaccioso nei confronti del nostro Paese e della pace della nostra Regione sarà accolto con una risposta tempestiva e legittima da parte del Venezuela. Più di due secoli fa abbiamo deciso per l'indipendenza. Non accetteremo nessun tipo di neocolonialismo", ha scritto la Vicepresidente sul suo account X.
Delcy Rodríguez ha indicato che il Regno Unito deve riconoscere di essere parte dell'Accordo di Ginevra del 1966.
Venezuela repudia y rechaza la intromisión del Reino Unido en la controversia territorial sobre la Guayana Esequiba. Deben recordar que ellos fraguaron el laudo fraudulento de 1899 para robarse el Esequibo, cuyo único propietario histórico ha sido y seguirá siendo Venezuela.… https://t.co/TnB9pI1Tfq
— Delcy Rodríguez (@delcyrodriguezv) December 29, 2023
Intanto dalla Guyana il vicepresidente Bharrat Jagdeo cerca di minimizzare la provocazione affermando che il suo paese non ha "intenzione di intraprendere azioni offensive" contro il Venezuela.
"Non si tratta di fare guerre, ma di controllare meglio la nostra zona economica esclusiva, la nostra integrità territoriale e la nostra sovranità", ha dichiarato in una conferenza stampa.
Riguardo all'arrivo della nave da guerra britannica, il vicepresidente della Guyana ha assicurato che "si tratta di misure di routine", pianificate con largo anticipo. "Non abbiamo intenzione di invadere il Venezuela, il presidente Maduro lo sa (...) Non abbiamo intenzione di intraprendere azioni offensive contro il Venezuela".
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