di Francesco Fustaneo
L’improvviso annullamento del viaggio previsto dal ministro tedesco degli Esteri in Cina ha messo in luce le crescenti tensioni tra Berlino e Pechino. La motivazione ufficiale, fornita da un portavoce del ministero di Berlino, è che la Cina non ha confermato altri appuntamenti oltre all'incontro con il suo omologo diretto, Wang Yi.
La mossa arriva in un momento di forte attrito tra i due paesi su diverse questioni. Poche ore prima dell'annuncio, il Ministro dell'Economia tedesco, Katherina Reiche, aveva dichiarato che Berlino avrebbe presentato una protesta diplomatica ufficiale contro le restrizioni cinesi all'esportazione di semiconduttori, vitali per l'industria tedesca.
Le ragioni della tensione
I punti di contesa sono chiari e, per Berlino, sempre più interconnessi:
Le conseguenze e il passo indietro
Di fronte alla mancanza di un'agenda più ampia da parte cinese, Berlino ha preferito il rinvio. "Rimandiamo il viaggio a un momento successivo", ha dichiarato un portavoce, aggiungendo che ci sarebbero stati "problemi urgenti" da discutere, "soprattutto in questi giorni".
Mentre Wadephul e Wang Yi pianificano ora un colloquio telefonico, l'Unione Europea prosegue per i suoi canali diplomatici: Bruxelles ha confermato che la prossima settimana si terranno riunioni tecniche ad alto livello con le controparti cinesi.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, quanto accaduto nei fatti, e’ un vero e proprio schiaffo diplomatico dato dalla Cina alla Germania e di riflesso, all’intera Unione Europea.
Pechino sa di avere le credenziali politiche, economiche e militari per trattare anche con la prima potenza economica europea senza cedere a pressioni, minacce o ricatti e non esiterà a far di tutto affinché il proprio status, la propria immagine e i propri interessi siano rispettati.
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