Una protesta simbolica nella città turca di Trabzon, sul Mar Nero, ha innescato una nuova tensione diplomatica tra Israele e Turchia. Sabato, un manichino raffigurante il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato esposto, appeso a una gru edile, con uno striscione che recitava: “Pena di morte per Netanyahu”.
Le immagini della manifestazione, divenute rapidamente virali sui social media e riprese dal quotidiano turco Yeni Safak, hanno provocato l’immediata condanna di Gerusalemme. Il Ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato su X un video dell’accaduto, affermando che l’effigie è stata creata “con l'orgoglioso sostegno di un'azienda statale” e accusando le autorità turche di non aver denunciato “questo comportamento vergognoso”.
Turkish academic creates model of hanged ????????PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior.
In Erdo?an’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It's celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW
Secondo i media turchi, l’iniziativa è stata organizzata da Kemal Saglam, professore di comunicazione visiva presso un’ateneo locale. Saglam ha dichiarato che il gesto aveva l’intento simbolico di attirare l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani a Gaza. Al momento, i funzionari turchi non hanno rilasciato una risposta ufficiale sull’incidente.
Le relazioni bilaterali, già tese da anni, si sono ulteriormente deteriorate in seguito agli attacchi del 7 ottobre 2023. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ripetutamente accusato Netanyahu di condurre un “genocidio” a Gaza.
La controversia si inserisce in un contesto diplomatico delicato. La Turchia, il cui presunto influsso su Hamas è stato indicato come cruciale per facilitare il rilascio di ostaggi nell’ambito del piano in 20 punti dell’ex Presidente americano Donald Trump, è attivamente coinvolta nei negoziati. Venerdì scorso, Erdogan ha esortato gli Stati Uniti a esercitare maggiori pressioni su Israele, inclusi embarghi militari, per garantirne la compliance agli accordi.
Domenica, Netanyahu ha ribadito la sovranità di Israele sulle decisioni di sicurezza, affermando che sarà Gerusalemme a decidere quali forze straniere potranno partecipare a una eventuale missione internazionale a Gaza, lasciando intendere una netta opposizione a un ruolo delle forze turche nella Striscia.
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