di Giuseppe Masala
Uno dei campi di conflitto più studiati da parte della Nato (ma non solo) è quello che ormai comunemente viene definito come quello della Guerra Cognitiva, che con un immagine un po' retorica può essere definita quella che vede il cervello delle persone come luogo dove si svolge la battaglia tra le potenze in guerra.
Questa nuova branca del cosiddetto Warfare va inteso non solo come quell'intervento militare che ha come obbiettivo ciò che le persone pensano, ma anche il mondo in cui pensano e conseguentemente agiscono.
In definitiva possiamo definire la guerra cognitiva come quel tipo di conflitto che si svolge con la conduzione di ripetuti attacchi informativi e operazioni psicologiche nei confronti del pubblico di un determinato paese (o alleanza di paesi) che viene posta in essere grazie ai cosiddetti influencer che operano per mezzo di social media, social network; ma ultimamente, visto il grande successo di questi strumenti, anche di social messaging (pensiamo all'esplosione di Telegram di questi ultimi due o tre anni).
Non sembra sbagliato sostenere che le guerre cognitive possono avere finalità strategiche e dunque di lungo periodo e finalità tattiche e dunque di breve periodo. Anche se sovente capita che alla campagna strategica si sovrapponga, ad un certo punto, la campagna di tipo tattico che ha obbiettivi più limitati e spesso strettamente correlato a ciò che accade nel campo di battaglia classico.
Per esempio nella guerra che vede contrapposta l'Ucraina sostenuta dalla Nato contro la Russia è chiaro che è in corso almeno da 2014 (anno del colpo di stato di Majdan) una guerra cognitiva da entrambe le parti. L'Ucraina oltre a mandare avanti una narrativa culturale – a livello di guerra psicologica, ovvero attraverso tutti i mezzi tradizionali – che tende a rimarcare le differenze culturali e linguistiche esistenti con il mondo russo manda avanti da anni anche una guerra cognitiva sui social soprattutto tendente a dimostrare che in Donbass e in corso un conflitto che ha le caratteristiche dei conflitti contro bande terroristiche; in questo modo vengono così definite le truppe ribelli filorusse che hanno combattuto per la liberazione del Donbass russofono. A questa guerra cognitiva di tipo strategico si è affiancata successivamente una guerra cognitiva di tipo tattico ovvero con obbiettivi di breve periodo. Per esempio nei canali social vengono trasmessi messaggi e notizie tendenti a minare il morale delle truppe avversarie sul terreno ma anche dell'opinione pubblica del paese nemico. Sempre per rimanere sul conflitto ucraino basta pensare ai tanti post (o messaggi) che asseriscono sconfitte gravissime da parte dell'avversario. Spesso queste notizie peraltro vengono amplificate tramite l'utilizzo di Social Bot che sono dei programmi introdotti nei social o nei canali di messaggistica e che hanno la caratteristica di simulare il comportamento umano sui social, per esempio condividendo le notizie e i post amplificandone il bacino delle persone che possono leggerlo. Va anche detto che secondo molti studi psicologici comunque l'uso di questi strumenti automatici non è sempre necessario, basta molto spesso costruire la notizia da lanciare sui social così da creare indignazione nell'opinione pubblica avversaria riuscendo a frammentarla. Esempi lampanti di questo utilizzo nella guerra in Ucraina possono essere per esempio – da parte di Kiev – delle continue notizie di violenze da parte delle truppe russe contro i civili ucraini. Notizie spesso corredate da immagini che ad una più attenta analisi sembrano artefatte se non direttamente una messa in scena; giusto per fare un esempio viene da pensare al presunto assassinio di massa avvenuto nelle cittadine dell'hinterland di Kiev come quella di Bu?a. Oppure ancora il presunto bombardamento russo dell'ospedale di Mariupol con tanto di attrice ucraina incinta che recita la parte della ferita (essa stessa in una successiva intervista a Giorgio Bianchi ha smentito la ricostruzione ucraina e occidentale parlando di messa in scena alla quale è stata obbligata) (2).
Ma anche gli spin doctors militari di Mosca non stanno certamente a guardare. Pensiamo per esempio alla notizia secondo cui gli ucraini riserverebbero ai propri soldati feriti in battaglia (ma anche a molti bambini) il ruolo di riserva di organi venduti nei ricchi mercati paralleli occidentali. Certamente, tutto è possibile, soprattutto in un paese in guerra come l'Ucraina che ormai vede la tenuta sociale e politica completamente compromessa ma allo stesso tempo non si hanno prove inoppugnabili che questi fatti stiano realmente verificandosi e dunque è corretto – almeno per ora – iscrivere queste notizie a operazioni di guerra cognitiva da parte russa al fine di disgregare l'opinione pubblica ucraina già così profondamente colpita da lutti e distruzioni (3).
Certamente la guerra cognitiva ha come campo di battaglia il cervello umano ma è altrettanto vero che questa è più efficace nell'epoca dei social, di internet e dei messaggi istantanei dove le notizie vengono lette a ritmi frenetici e troppo spesso non si fa uso di spirito critico.
Un fenomeno questo noto ormai universalmente come quello della “mente indebolita” dell'utente internet in generale e dei social network in particolare.
Un campo del Warfare come quello della Guerra Cognitiva è in rapida evoluzione come del resto è facilmente intuibile a causa della continua evoluzione dei prodotti social. Sicuramente il prossimo terreno di scontro sarà quello del Metaverso. Ma l'antidoto è sempre lo stesso: lo spirito critico sempre attivo.
Note
(1) La Stampa, Nella Russia di Putin false verità anche sui massacri in Ucraina e purghe per chi non si adegua, 13 Aprile 2022, https://www.lastampa.it/esteri/2022/04/13/news/nella_russia_di_putin_false_verita_anche_sui_massacri_in_ucraina_e_purghe_per_chi_non2964866/
(2) Mediaset Infinity, Mariana Vishegirskaya: "Sull'ospedale di Mariupol non fu attacco aereo", 13 Aprile 2022
https://mediasetinfinity.mediaset.it/article/mediasetinfinity/fuoridalcoro/mariana-vishegirskaya-ospedalemariupol_SE000000000632_a32871
(3) Ora Zero, Traffico di organi e bambini provenienti dall’Ucraina. Ma chi sono i clienti?, 13 Agosto 2023, https://www.orazero.org/traffico-di-organi-e-bambini-provenienti-dallucraina-ma-chi-sono-i-clienti/
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