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Carlos Tejada era il vicedirettore asiatico per il New York Times. Aveva 49 anni. Dopo il Johnson & Johnson ha scelto "la terza dose" mischiata con il Moderna. Booster effettuato il 17 Dicembre. Carlos Tejada muore improvvisamente per arresto cardiaco il 18 dicembre.
In un mondo normale dominato da libertà di stampa (vera) e onestà intellettuale (vera) dovrebbe essere una notizia importante ed è invece presente solo su quei social network tanto odiati, temuti e sempre più oggetto di una morsa liberticida ad opera di presunti "fact-checkers".
Eppure Carlos Tejada non era un giornalista qualsiasi, è stato il vincitore del premio Pulitzer 2021. Noto il suo impegno sul Covid-19 e a favore dei vaccini di Big Pharma. Chi non ha potuto evitare di dare la notizia ma lo ha fatto con uno scarno comunicato è stato il suo giornale, il New York Times: "Carlos Tejada, il vicedirettore asiatico del New York Times, che ha contribuito a plasmare la copertura della crisi globale di Covid-19 nel 2021 che ha vinto un Premio Pulitzer, è morto venerdì in un ospedale di Seoul".
Nulla sulla dose di un vaccino di Big Pharma il giorno prima. Il suo giornale ha solo aggiunto: "la moglie ha annunciato che la causa è stato un arresto cardiaco".
Incredibile.
La moglie di Tejada ha dato la notizia al mondo sulla pagina Twitter del giornalista, al momento non più raggiungibile: “A scrivere è la moglie di Carlos, Nora. È con profondo dolore che devo condividere con voi che Carlos è morto la scorsa notte per un attacco di cuore. Ho perso il mio migliore amico e i nostri figli hanno perso un padre davvero eccezionale. Sarò fuori dai social per un po'".
Era il 18 dicembre. Il giorno prima Tejada si vantava su Instagram di aver effettuato la sua terza dose di richiamo e sfidava apertamente omicron a raggiungerlo. Scriveva testualmente: “Doppia vaccinazione. Alimentato da Janssen, potenziato da Moderna. Ehi, Omicron: colpiscimi con il tuo moccio bagnato".
L'arresto cardiaco è sopraggiunto subito dopo la terza dose ma di questa morte non si parlerà. Al contrario di altre morti - come quella dell'ex Senatore "novax" Bartolomeo Pepe (affetto da anni da gravi patologie) o del campione di kickboxing "che negava l’esistenza del virus" - che vengono strumentalizzate con dosi spropositate di visibilità mediatica e relativo sciacallaggio. Ma la morte del Premio Pullitzer il giorno dopo il "booster" no, non è una notizia.
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