Roma. Manifestanti filosionisti aggrediscono una giornalista (VIDEO)

31 Ottobre 2025 16:00 Agata Iacono

di Agata Iacono

Giovedì 30 ottobre si è tenuta a Roma una "manifestazione nazionale a favore di Israele e contro l'antisemitismo."
È stata indetta da L'Associazione Setteottobre, con "oltre 50 realtà fra cui le Comunità ebraiche di Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Livorno".
Hanno aderito anche Ucei (Unione comunità ebraiche italiane), Ugei (Unione giovani ebrei italiani), le associazioni e federazioni di Amicizia Italia-Israele, la FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane), Evangelici d'Italia per Israele, le Fondazioni Luigi Einaudi, Studi Storici Gaetano Salvemini, Camis De Fonseca e Keshet (Gruppo ebraico LGBTQAI+).
Presenti anche i partiti.
Leggiamo da https://share.google/IDUEUsgv7DaRqyFnH che erano presenti anche molti partiti dell'arco parlamentare.
"Per Fdi, sono intervenuti il capogruppo Lucio Malan e Giovanni Donzelli, presente anche l’ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata. Per Forza Italia il capogrupppo Maurizio Gasparri e Andrea Orsini, per la Lega Simonetta Matone, per i renziani Maria Elena Boschi, per Azione Elena Bonetti. A rappresentare il Pd, che però non ha aderito, c’era Pina Picierno, leader della corrente moderata. Nel pubblico anche Renato Brunetta, il presidente del Cnel che proprio recentemente ha ospitato un convegno dei filo-israeliani nel quale sono circolate affermazioni che hanno suscitato indignazione"
L'evento è stato un flop.
Infatti, i media mainstream hanno preferito tacere, censurare, omettere: non più di un centinaio, in una piazza che, solitamente, (come sappiamo i romani), si sceglie sempre prefigurando un fallimento, visto che permette uno sguardo d'insieme fuorviante, come se piazza Santi Apostoli fosse comunque piena.
Non sono state previste contestazioni né flash mob o sit-in contro la manifestazione sionista, ma non per trascuratezza.
Al contrario: le associazioni palestinesi e i comitati per la Palestina hanno concordato di non dare visibilità all'evento e non offrire alcuna opportunità di essere criminalizzati.
La giornalista Giulia Bertotto è andata a fare il suo lavoro di documentazione per Byoblu.
Ha posto domande legittime, deontologicamente ineccepibili , ai manifestanti che affermavano " i palestinesi sono fortunati" perché possono andarsene altrove...
Alla domanda della dottoressa e collega Bertotto " e se invece i palestinesi volessero restare in Palestina?", si è scatenata un'aggressione anche fisica vergognosa.
Giulia è stata spintonata e insultata con epiteti sessisti, con una violenza che avrebbe dovuto imporre alle forze dell'ordine l'identificazione degli aggressori e provvedimenti nei loro confronti.
Invece è avvenuto l'esatto contrario.
Le forze dell'ordine hanno fermato la giornalista, identificando lei e sottoponendola a controlli. Giulia è stata bravissima a mantenere la calma, a restare sempre professionale e a documentare tutto.
Scrive su facebook:
"Ieri 30 ottobre a Roma, alla manifestazione "Per la nostra libertà- a testa alta con gli ebrei" organizzata dalla associazione SetteOttobre in piazza Santi Apostoli, ho ricevuto gravi e volgari offese a sfondo sessuale, sono stata afferrata per i polsi da un manifestante, mi è stato gridato “antisemita” perché ho replicato "e se i palestinesi volessero restare in Palestina?" ad un manifestante, il quale asseriva che i palestinesi dovrebbero andare a vivere nello Yemen o altrove. Nessuno ha voluto sentir parlare di colonizzazione e di risoluzioni ONU, gli unici termini ammessi sono “Antisemitismo” e “terrorismo”.
Mentre alcuni manifestanti gridavano male parole, le forze dell'ordine sono intervenute allontanando me, una giornalista in servizio durante lo svolgimento del proprio lavoro. Ma il fatto più grave oltre all'oltraggio alla libertà di informazione, è che in questa piazza non è stata detta una sola parola per le più di 60mila persone uccise dallo stato occupante di Israele in due anni. Più di 20mila sono bambini. Il dovere di cronaca di Byoblu non si piega a queste intimidazioni, continueremo ad andare in tutte le piazze ad ascoltare e tentare il dialogo con tutti i cittadini."
Massima solidarietà a Giulia Bertotto, che ha scritto spesso anche per l'AntiDiplomatico.
Ma non fermiamoci qui.
Occorre che dall'espressione di solidarietà si passi ai fatti.
Un giornalista ha il diritto e il dovere di informare liberamente senza dover essere minacciato e insultato.
Altrimenti, tutte le "belle parole" sulla libertà di stampa, (abusate bipartisan per Ranucci), rimarranno, appunto, parole vuote.
Sarebbe intanto indispensabile un'interrogazione parlamentare (con risposta scritta) al ministro degli interni per chiedere ragione del comportamento delle forze dell'ordine che non hanno fermato e identificato chi l'ha aggredita nello svolgimento della propria funzione.

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