di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico
Quando tutto stava portando verso una probabile escalation del conflitto in Ucraina, a causa della volontà degli USA di concedere a Kiev i missili da crociera Tomahawk, si è verificato una sorta di “miracolo” che ha bloccato la decisione di consegna della nuova “arma letale” americana e ha aperto la strada ad un nuovo vertice tra Putin e Trump a Budapest, che secondo il mainstream ci porterà alla pace.
Come sapete, il miracolo che dovrebbe portare alla risoluzione definitivamente del conflitto in Ucraina è stata la telefonata tra Putin e Trump avvenuta il 16 di Ottobre. Proprio il giorno prima che fosse annunciata la consegna dei missili da crociera made in USA durante un vertice tra Trump e Zelensky.
In questi giorni si susseguono le indiscrezioni proprio su quel “drammatico” vertice tra il presidente americano e quello ucraino. Secondo il Financial Times, per esempio, si è trattato di un vertice tesissimo, al limite della violenza fisica e dove la linea rossa dello scontro verbale sarebbe stata ampiamente superata. Tutto perchè – come peraltro prevedibile – Zelensky punterebbe i piedi a qualsiasi ipotesi di accordo con la Russia sollecitato da Trump. Dal punto di vista del leader ucraino la cosa è pienamente comprensibile: con la sua decisione folle e sconsiderata di provocare un conflitto con la Russia ha portato alla distruzione del suo paese, alla morte di centinaia di migliaia di ucraini e alla invalidità permanente di altre centinaia di migliaia, oltre che, all'esodo verso l'Europa e la Russia di milioni di cittadini ucraini: chiaro che il suo destino (come quello della cricca di gerarchi che lo sostiene) è segnata in caso di fine della guerra. Inutile dire qual è il destino che fanno i despoti responsabili di simili disastri.
Peraltro nell'ostilità a qualsiasi road map che porti alla pace, Zelensky non è certamente solo. Vi sarebbe un altro grande sconfitto che sarebbe certificato da una eventuale pace in questa fase e in queste condizioni. Si tratta ovviamente dell'Europa nel suo complesso e di alcuni paesi in particolare, quali la Francia, la Gran Bretagna e i paesi dell'Est. L'Europa ha scommesso molto (o forse è stata obbligata, obtorto collo, da Washington a farlo) sulla sconfitta strategica di Mosca e sul conseguente insediamento al Cremlino di un nuovo Eltsin che svenda agli occidentali, gli interessi, le risorse e, in definitiva, il popolo russo. Per arrivare a questo l'Europa nel suo complesso ha speso decine di miliardi di dollari in sostegno finanziario allo stato ucraino e altrettante risorse in aiuti militari diretti. Inoltre ha imposto una serie impressionante di pacchetti di sanzioni (al momento ben 18) che si stanno rivelando rovinosi per l'Europa stessa, perchè hanno causato, oltre che la chiusura del mercato russo alle merci europee, anche la perdita di competitività sostanzialmente per tutto il settore produttivo europeo che è entrato in una crisi rovinosa, in particolare per quanto riguarda il comparto delle aziende energivore a partire da quelle del settore chimico. Va inoltre aggiunto che un eventuale scoppio della pace sarebbe rovinoso per l'Europa anche a causa dell'obbligo morale (e forse anche politico espresso in camera caritatis a Zelensky) di contribuire in maniera sostanziale alla ricostruzione dell'Ucraina con un esborso economico che si annuncia esorbitante. E' chiaro che date le premesse appena elencate per l'élite europea l'eventuale pace sarebbe da considerarsi terrificante e probabilmente comporterebbe la loro caduta a causa della rivolta (anche solo nelle urne) delle popolazioni chiamate a pagare con aumenti di tasse e con tagli al welfare l'enorme disastro economico causato dalla guerra russo-ucraina.
Che le concrete posizioni europee siano quelle che sto illustrando è dimostrato anche dal fatto che, immediatamente dopo, l'annuncio del vertice di Budapest tra Putin e Trump, Bruxelles ??si sta affrettando a rafforzare la posizione di Kiev temendo che un accordo tra i due leader possa indebolire la sicurezza europea.
Infatti secondo Politico.com gli europei mirano a presentare un pacchetto di sostegno unito e triplice già durante il vertice di questa settimana a Bruxelles: più armi per l'Ucraina, nuove sanzioni contro la Russia e ulteriori aiuti finanziari. Sono state avanzate richieste agli USA relative alla questione che il presidente ucraino Zelensky debba essere presente a tutte le negoziazioni relative all'Ucraina.
Infine ieri Macron ha annunciato un vertice della coalizione dei volenterosi che si terrà a Londra il 24 di Ottobre per ribadire il sostegno all'Ucraina.
Tutte mosse – che come si può facilmente intuire – mirano a controbilanciare l'apertura americana a colloqui di pace. Insomma, come si può vedere il fuoco di sbarramento europeo a qualsiasi, anche tenue, speranza di pace è in pieno svolgimento.
Per quanto riguarda la reale posizione americana, le valutazioni sono tutte da fare. Innanzitutto bisogna dire che le condizioni economiche americane che hanno portato alla gravissima situazione di instabilità mondiale sono tutte ancora permanenti: il deficit cronico della bilancia commerciale ancora permane, così come la posizione finanziaria netta in devastante passivo ( - 26100 miliardi di dollari di NIIP negativo nel secondo trimestre 2025) e il debito pubblico permangono fuori controllo. Per non parlare poi del deficit tecnologico americano nei confronti della Cina che è sempre più evidente.
L'unico risultato positivo che al momento gli USA possono vantare nella loro strategia per mantenere l'egemonia mondiale quello della completa sottomissione dell'Europa, Ma nonostante la grassa Europa sia stata espugnata gli indicatori economici fondamentali continuano ad essere drammatici per Washington.
Inoltre va aggiunto che l'annuncio di vertici non è sufficiente ad accendere concrete speranze di pace. Ci furono infatti vertici tra la parte americana e quella russa a Ginevra nel 2021 ma non evitarono lo scoppio del conflitto in Europa. C'è stato un vertice in Alaska, ma al netto dei tappeti rossi e delle belle parole, nulla è cambiato da allora anche in questo caso.
Infine non va sottovalutato che gli USA hanno perso molta credibilità diplomatica: ricordiamo a riguardo il clamoroso episodio in cui mentre veniva annunciato un vertice sulla questione nucleare tra Iran e USA che si doveva tenere in Oman il 15 giugno, gli israeliani partirono con i bombardamenti dei siti nucleari iraniani, ai quali si aggiunsero qualche giorno dopo gli stessi statunitensi. Di per sé, colloqui di pace con gli USA, non significano molto anche perchè Washington considera trattative degne di essere fatte solo quelle dove gli interlocutori accettano integralmente i loro dictat.
Anche le indiscrezioni provenienti dal mainstream anglosassone su presunte litigate furibonde tra Trump e Zelensky lasciano il tempo che trovano. Gli americani usano da decenni i loro giornali e le loro tv non solo per manipolare le opinioni pubbliche del loro impero, ma anche per provare ad instillare falsi convincimenti nei propri interlocutori. Non può essere escluso che la notizia sulla litigata tra Trump e Zelensky sia solo il copione di una commedia per gettare fumo negli occhi dei russi.
La Verità Vera e che gli USA ormai danno l'impressione di essere come dei predoni del deserto che cercano di continuo carovane da assaltare e quando vengono respinti da una si gettano immediatamente su un'altra. Prima la Russia, poi l'Iran, poi la Cina, ora il Venezuela, in un continuum che non vede fine. Questa è la tragica realtà.
Poi certo, tutti speriamo che si verifichi un miracolo. Ma veramente le speranze di pace sono appese ad un lumicino.
Addendum
Ad appena 24 ore da quando è stato scritto questo articolo quelle che ad alcuni potevano apparire come semplici illazioni si sono rivelate delle previsioni azzeccate. Prima fonti anonime della Casa Bianca hanno rivelato agli organi di stampa che il vertice di Budapest tra Trump e Putin era da ritenersi rinviato sine die. Poi è stato lo stesso Trump ad aver confermato che le posizioni erano ancora troppo distanti e che dunque, al momento, fare un vertice era una perdita di tempo. Ad aver fatto deflagrare la situazione è stata una telefonata tra Lavrov e Rubio dove non si è riuscito a trovare un accordo minimo, a partire dalla richiesta di cessate il fuoco avanzata da Rubio e fermamente respinta da Lavrov. Oggi intanto il Segretario della Nato Rutte, uno tra i più intransigenti falchi antirussi sarà a Washington per riportare Trump sulla via della guerra...semmai l'avesse mai abbandonata.
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