L’11 giugno il governo statunitense ha annunciato, ipocritamente, in quanto sono 10 anni che vengono armati e addestrati da istruttori USA, come documentato nel mio libro del 2014 “ Ucraina tra golpe, neonazisti…”, Zambon editore, la revoca del divieto sull’uso di armi fabbricate negli Stati Uniti da parte del “Battaglione Azov”, affermando che questa forza armata, designata dalla Russia come “organizzazione terroristica”, non ha precedenti di gravi violazioni dei diritti umani.
Ritengo sia utile sapere e conoscere in modo documentato, storico, inoppugnabile, con fatti, testimonianze, leggi decretate, crimini attestati e pubblici, inoppugnabili e pubblici, cos’è e qual è la storia ed il ruolo di Azov e dei Battaglioni ATO nell’Ucraina del dopo Maidan.
Dopo il golpe di febbraio 2014, va analizzato quale ruolo “operativo” hanno assunto queste forze negli avvenimenti di guerra e aggressione al popolo del Donbass.
Nell’Ucraina sudorientale, Donbass e aree limitrofe, la cosiddetta “ Operazione Antiterrorismo” ATO (così fu denominata la campagna di aggressione militare contro le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk), ha scatenato una guerra fratricida, ed è stata in gran parte condotta e guidata dalla “Guardia Nazionale”, battaglioni fanaticamente ideologizzati, e da unità speciali composte dalle bande neonaziste di EuroMaidan e da mercenari stranieri, spesso diretti da “contractors”, cioè professionisti della guerra sporca, al servizio degli interessi occidentali nell’area.
Discorso diverso va fatto se si parla dei soldati dell’esercito ucraino, spesso costretti all’arruolamento forzato, e in gran parte estranei alle logiche di una guerra fratricida.
Tutto ciò è documentato dai documenti svelati da Wikileaks e dai video girati con interviste ai soldati ucraini catturati dalle Milizie di autodifesa del Donbass, e dalle migliaia di soldati che volontariamente si arrendevano e chiedevano di non combattere più.
Un altro dato molto significativo, sono le decine di migliaia, diventati negli anni, centinaia di migliaia di certificati sanitari per “problemi psichici” che i cittadini ucraini richiamati alle armi per andare a combattere nel Donbass, presentavano alle autorità della Giunta di Kiev, per non dover andare in una guerra non voluta da loro.
La Guardia Nazionale, per Decreto della Giunta golpista, da marzo 2014 fu formata dall’integrazione in essa delle varie formazioni armate neonaziste protagoniste della rivolta di EuroMaidan; cioè, da criminali e assassini (ricordiamo l’infamia dei cecchini di Piazza Maidan, dove gli stessi manifestanti ignari, furono uccisi da questi, per far precipitare la situazione, come documento), da fanatici o prezzolati a seconda dei casi, essi sono diventati la legge e i “garanti” del Diritto nell’Ucraina “liberata” e amica dell’occidente.
Il Battaglione Azov. Sicuramente la “punta di diamante” di tutta la galassia neonazista ucraina, sotto tutti i punti di vista.
La decisione di creare una formazione armata volontaria Azov, fu presa il 4 maggio 2014 a Mariupol, in seguito il battaglione fu poi trasferito a Berdyansk. All’interno del battaglione c’era anche una compagnia per il servizio di pattuglia della polizia per scopi speciali.
Il battaglione era formato principalmente da attivisti EuroMaidan, dall’Assemblea Social-Nazionale dell’Ucraina (SNA) (un gruppo di organizzazioni di estrema destra e neonaziste fondato nel 2008 con in comune l’ideologia social-nazionale, concordanti sulla costruzione di uno stato sociale-nazionale in Ucraina), dal movimento di estrema destra “Patriot of Ukraine” composto da attivisti provenienti da tutta l’Ucraina, ultras della “Dynamo Kiev”, oltre a stranieri, tutti radicali nazifascisti.
All’inizio i volontari erano circa 500, nel tempo è diventato il battaglione più potente e dotato militarmente.
I membri del battaglione sono anche conosciuti come gli “uomini neri”.
Il retroterra di Azov, la sua dirigenza, il suo reclutamento e gli emblemi sono tutti profondamente allarmanti.
Esiste una chiara connessione tra l’unità combattente all’interno di Azov chiamata Borodach e il Deaths’ Head, infatti i simboli derivano dalla divisione nazista Waffen SS Totenkopf:
La cosa più rilevante è che Azov non è solo un gruppo estremista di estrema destra, come ce ne sono in occidente, organizzazioni neonaziste marginali all’interno dei vari paesi, esso è stato integrato nella Guardia nazionale ucraina dello stato, dando così alla proliferazione del neonazismo nel paese l’imprimatur ufficiale delle istituzioni dell’Ucraina golpista.
Il battaglione è armato con armi leggere, fucili d’assalto AKS-74, fucili da cecchino SVD e mitragliatrici PKM. Dispone anche di artiglieria, auto blindate e propri campi di addestramento.
Il principale si trovava a Mariupol, nel sud dell’Ucraina, città oggi denazificata.
Nel 2015 il comando dei mercenari stranieri passò a Gaston Besson, un mercenario francese che aveva combattuto in Cambogia, Laos, Birmania, Suriname e Croazia.
Azov è passato in breve tempo da movimento paramilitare a organizzazione con ruoli e tentacoli in profondità della società ucraina, occupando una sua zona di potere e autorevolezza fondamentali, poiché i suoi combattenti venivano proposti come eroi che combattevano contro l’espansione russa e il comunismo.
Il Battaglione comprende varie organizzazioni: il reggimento Azov, il partito del Corpo Nazionale, la Confraternita dei veterani, hanno inoltre autorità e controllo su altre associazioni neonaziste, come i Wotanjugend, l’Intermarium Support Group e altre minori, ma tutte parte del mosaico nero ucraino.
Ma la cosa più grave è che i combattenti Azov sono pienamente interni all’apparato statale e alle strutture del ministero dell’Interno. Riscuotono sostegno politico e militare, e vengono finanziati dallo stato nei loro programmi propagandistici radicali per i giovani. E anche i bambini sono martellati nelle idee del nazionalismo nello spirito di “un fucile dà origine al potere”.
Ecco perché la segretaria del Dipartimento Internazionale del Corpo Nazionale, Elena Semenyaka, il 29 ottobre 2018, scriveva con orgoglio su Facebook che “in soli quattro anni il movimento Azov si è trasformato in uno Stato nello Stato.”
National Corps. Andriy Biletsky è il capo del National Corps, ha basato le sue idee e i suoi proclami sui concetti russofobici del fondatore dello stato polacco, Jozef Pilsudski, l’odiatore seriale della Russia, che riteneva necessario unire tutti i paesi dal Baltico al Mar Nero in un’alleanza regionale contro il Cremlino.
Biletsky è un seguace di Pilsudski, e su queste idee e sul suprematismo bianco, lavora come programma politico.
Il Battaglione è sempre stato finanziato dal bilancio del Ministero degli Affari Interni, da donazioni private e dall’aiuto di oligarchi e uomini d’affari.
Ma in realtà, in Ucraina è risaputo che è finanziata e diretta dall’oligarca israelo-ucraino Kolomoisky, già governatore di Dnepropetrovsk e ritenuto anche il finanziatore delle milizie nazionalistiche di Pravyj Sektor, considerate le responsabili della strage di Odessa.
Si tratta dello stesso Kolomoisky citato nei Pandora Papers come sponsor del presidente Zelenskyj.
Anche Arsen Avakov, ministro degli interni dell’Ucraina dal 27 febbraio 2014 al 15 luglio 2021, ha usato Azov per il proprio interesse. Ha sempre dichiarato di essere l’unico che poteva controllarlo. Avakov ha sempre difeso i militanti quando venivano accusati di neonazismo o crimini contro civili. Anche Zelensky li ha sempre difesi e spesso li ha premiati per il loro valore in battaglia. Azov è così potente che è visto da alcuni analisti ucraini come una minaccia per lo stesso Stato ucraino.
Va ricordato che il governo golpista dal 2014, ha dato appoggio esplicito a queste organizzazioni estremiste sia inviando la Guardia presidenziale ai funerali di loro esponenti, sia sostenendoli economicamente.
Oggi il Battaglione Azov è ufficialmente parte dell’Esercito Ucraino con il nome di Reggimento di Operazioni Speciali Azov e inquadrato nella Guardia Nazionale. Il battaglione ha rapporti con diverse organizzazioni di estrema destra in Europa e negli Stati Uniti.
Amnesty International, dopo un incontro avvenuto l’8 settembre 2014 tra il Segretario Generale Salil Shetty e il primo ministro Arsenij Jacenjuk, aveva chiesto al Governo ucraino di porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni di volontari che operavano unitamente alle forze armate di Kiev. Il governo ucraino aprì un’inchiesta ufficiale al riguardo, dichiarando poi che non risultavano indagati, ufficiali o soldati del Battaglione Azov.
Nel marzo 2015, il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov annunciò che Azov sarebbe stata una delle prime unità a essere addestrata dalle truppe dell’Esercito statunitense, come parte della loro missione di addestramento denominata Operation Fearless Guard.
L’addestramento degli USA era stato “ufficialmente” interrotto il 12 giugno 2015, quando la Camera dei Rappresentanti aveva approvato un emendamento che vieta tutti gli aiuti (comprese le armi e l’addestramento) al battaglione a causa del suo passato neonazista.
L’emendamento fu poi revocato su pressione della Cia e i militari di Azov sono stati sempre addestrati negli Stati Uniti. “…Alleniamo questi ragazzi ormai da otto anni. Sono davvero dei bravi combattenti. Ecco dove il programma dell’Agenzia potrebbe avere un serio impatto...”
Nel 2016 un rapporto dell’Osce ritenne il Battaglione Azov responsabile dell’uccisione in massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica. Nel frattempo il vicecomandante del Battaglione, Vadim Troyan veniva nominato capo della polizia della regione di Kiev, dal Ministro dell’Interno di allora A. Avakov.
Questi sono gli “eroi” che hanno combattuto in questi dieci anni nell’esercito ucraino contro la popolazione del Donbass e l’Ucraina antifascista. E questi eroi del Battaglione Azov, invece di tutelare i propri figli, usano fare di loro carne da macello, arruolando bambini e bambine, in violazione del Protocollo Opzionale alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, concernente il coinvolgimento dei minori nei conflitti armati: uno strumento giuridico ad hoc che stabilisce che nessun minore di 18 anni possa essere reclutato forzatamente o utilizzato direttamente nelle ostilità, né dalle forze armate di uno Stato né da gruppi armati.
Il 26 settembre 2019 il noto gruppo di esperti statunitensi legati all’FBI del “Soufana Center” ha presentato un rapporto di 80 pagine sull’estremismo razzista transnazionale, dove emerge il ruolo dell’Ucraina, infatti sulla copertina del Rapporto vi è la foto dei militanti di Azov con le torce in marcia in onore del 75° anniversario dell’UPA.
Il Soufana Center è un gruppo di esperti che studia le questioni di sicurezza globale. La credibilità del Soufana è dimostrata dal fatto che nel settembre 2012, il Segretario degli Interni degli Stati Uniti Janet Napolitano lo aveva incluso nell’Advisory Board on Homeland Security.
Nel 2015 è entrato a far parte della sottocommissione dell’organismo sull’estremismo violento.
L’Homeland Security Advisory Board fa parte dell’ufficio del Presidente degli Stati Uniti.
Pertanto, il Soufana può essere considerato un rappresentante del ramo esecutivo degli Stati Uniti, quindi questo Rapporto stilato dal Centro, può essere considerato l’opinione dei circoli vicini al ramo esecutivo degli USA.
La parte relativa all’Ucraina recita: “Il pericolo del terrorismo, sta crescendo a causa del fatto che gli estremisti bianchi impegnati nell’idea di superiorità razziale rafforzano le reti transnazionali e persino imitano le tattiche, i metodi e le tecniche di gruppi come al-Qaeda e lo Stato islamico (ISIS). Queste reti condividono approcci comuni al reclutamento, al finanziamento e alla difesa. L’Ucraina sta diventando un hub per una rete di estremismo razzista bianco transnazionale, attirando reclute straniere da tutto il mondo. Segli jihadisti vanno a combattere in luoghi come la Siria, i suprematisti bianchi hanno il loro teatro di guerra dove imparano a combattere, l’Ucraina, dove il conflitto tra separatisti filo-russi e forze governative ucraine infuria dal 2014, attirando combattenti da tutto il mondo…Per combattere in Ucraina, come nel caso della jihad, molti militanti, soprattutto dai paesi occidentali, hanno approfittato del conflitto in Ucraina per espandere il movimento estremista globale dei suprematisti bianchi. Coloro che hanno viaggiato in Ucraina in cerca di avventura per motivi nazionalisti o per noia possono alla fine diventare radicalizzati e interessati all’ideologia del razzismo bianco, che ha le sue radici storico identitarie nel nazismo. Ciò dimostra che l’estremismo suprematista bianco (BDT) ha radici transnazionali e connessioni globali e sta crescendo nella frequenza e nella forza delle sue manifestazioni.
Il conflitto nel Donbass preoccupa il ‘Centro Soufana’.”
Nella parte principale del testo vengono tracciati i contatti degli estremisti americani con quelli ucraini: “…In Ucraina, i gruppi razzisti estremisti condividono un interesse comune per le arti marziali miste e i cosiddetti combattimenti senza regole. Il Battaglione Azov ha usato questo come metodo per espandere la sua rete, in connessione con i neonazisti degli Stati Uniti che si sono recati in Ucraina per rafforzare i legami con estremisti razzisti provenienti dall’Europa e da altre regioni…”
Quasi due pagine del rapporto sono dedicate all’Ucraina e al battaglione Azov (pp. 31-33).
“…Il nuovo epicentro dell’estremismo di estrema destra sembra essere in Ucraina. Proprio come i jihadisti hanno usato i conflitti in Afghanistan, Cecenia, Balcani, Iraq e Siria per scambiare tattiche, metodi e tecniche e per rafforzare le reti transnazionali, anche gli estremisti di estrema destra stanno usando l’Ucraina come campo di addestramento... In Ucraina, il Battaglione Azov ha reclutato stranieri, tra cui molti cittadini occidentali motivati dall’ideologia del razzismo bianco e del neonazismo. Dopo essersi uniti ai suoi ranghi hanno ricevuto un addestramento militare, l’indottrinamento ideologico e una preparazione per le azioni di guerriglia… Alla fine di settembre, un soldato dell’esercito americano di stanza a Fort Riley in Kansas è stato arrestato dopo aver distribuito online un’istruzione per la fabbricazione di bombe e aver pianificato un viaggio in Ucraina per combattere nel battaglione Azov. I membri dell’”Ufficio di propaganda occidentale” di Azov si recano regolarmente in Europa per promuovere l’organizzazione e incontrare militanti che la pensano allo stesso modo. Inoltre, il gruppo ha invitato noti ideologi dell’estremismo razzista bianco a visitare l’Ucraina… Nell’ottobre 2018, lo statunitense Greg Johnson, uno dei principali ideologi del movimento nazionalista bianco, è andato in Ucraina e ha partecipato a una serie di eventi organizzati dal Corpo Nazionale. Nell’estate del 2018, volantini in tedesco sono stati distribuiti tra il pubblico in un concerto rock in Turingia, invitandoli a far parte del battaglione Azov: ‘unisciti ai ranghi dei migliori per salvare l’Europa dall’estinzione’. Tali tentativi di infiltrarsi nella società tedesca giocando sulle corde del razzismo e dell’odio si verificano costantemente… L’Ucraina sta diventando un rifugio per i gruppi estremisti suprematisti bianchi che si riuniscono, si addestrano e si radicalizzano lì. E proprio come i membri dei gruppi jihadisti, l’obiettivo di molti di questi membri è quello di tornare in patria (o in paesi terzi) per seminare il caos e usare atti di violenza come mezzo per attirare nuovi membri alla loro causa… I gruppi razzisti estremisti in Ucraina, si sono intensificati a seguito delle proteste di EuroMaidan nel 2014 e dei successivi conflitti armati in Crimea e Donbass. I gruppi più ampiamente pubblicizzati sono associati al battaglione Azov. Le simpatie di questo gruppo paramilitare per l’estremismo razzista internazionale sono ben documentate. Ma i veterani del movimento hanno creato diverse organizzazioni di strada più informali. Attualmente, la forza paramilitare è ufficialmente incorporata nelle forze armate ucraine, almeno in teoria. Queste organizzazioni di strada, come il Corpo Nazionale o la Guardia Nazionale, sono attive in brutali attacchi ai campi etnici Rom e ai pogrom, che giustificano con retorica ultra-nazionalista e l’obiettivo di “ripulire le strade”. Altri movimenti non affiliati ad Azov, come il gruppo neonazista Combat 18, hanno ricevuto il permesso ufficiale da funzionari governativi di ‘pattuglie di strada’… Il Battaglione Azov ha strette relazioni con i membri della Divisione Atomwaffen, così come con i combattenti R.A.M operanti nel sud della California, che l’FBI considera ufficialmente un ‘gruppo razzista estremista’… Ad oggi, è stato accertato che cittadini provenienti da Germania, Gran Bretagna, Brasile, Svezia, Stati Uniti e Australia sono in Ucraina col battaglione Azov…”
Il limite di questo, seppur importante, rapporto sta nel fatto che, poiché l’Ucraina, secondo gli autori, svolge un ruolo così eccezionale in questo fenomeno, sarebbe logico aspettarsi alcune raccomandazioni a esso correlate. Ma non ce ne sono. E questo non è affatto casuale.
Non è un caso che il Centro Soufana scriva dei pogrom contro i rom commessi dai radicali ucraini, ma non scriva delle atrocità contro i residenti del Donbass e delle intimidazioni degli oppositori ideologici, perpetrati tra il 2014 e il 2022. Non viene sottolineato il ruolo dello stato dell’Ucraina, la cui connivenza con Azov è documentata”, non viene mai direttamente biasimato, tranne per la menzione che i funzionari di Kiev hanno dato a Combat 18, formazione neonazista, il permesso di fare “pattuglie di strada”.
Curiosamente, gli stessi analisti mentre tacevano sulla situazione ucraina, denunciavano a gran voce un crescente nazionalismo in Ungheria, Serbia e paesi dell’est Europa, come altamente pericoloso.
I think-tanker occidentali hanno adottato in toto la storica strategia politica di riferimento del Dipartimento USA, fondata su “il nemico del mio nemico è mio amico”.
Perché per essi, il nazionalismo ucraino in quanto tale, non viene rifiutato, ma solo nelle sue forme più estreme, che “Azov” rappresenta. Quella incentrata sul razzismo bianco come pericolo per gli USA sul proprio territorio. Nella forma tradizionale di un culto storico lontano, Bandera e il suo radicalismo, non provocano una reazione tangibilmente negativa. Dopo tutto, esso ribolle nel suo stesso brodo, ma combatte contro l’odiata Russia e i russi.
A costoro, inevitabilmente, sono destinate le armi letali fornite da NATO, USA, dall’UE, compresa l’Italia, con l’appoggio dei partiti politici cosiddetti “antifascisti”.
di Agata IaconoSono andata alla manifestazione per la Palesina a Roma il 5 ottobre. Volevo fare sentire anch'io la mia infinitesimale voce, presenza, vicinanza, al popolo palestinese dopo un anno dal più...
di Alessandro Bianchi La reazione dell'Iran ai crimini di Israele si è manifestata con 200 missili nella sera di martedì 1 ottobre. Decine hanno colpito obiettivi israeliani con Teheran...
Al giornalista di Sky news che gli chiedeva un commento sul "fallimento" dell'iniziativa iraniana del lancio di razzi contro Israele, il Professore di Letteratura inglese dell'università...
di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe] Prima c'è stata l'azione: Il Presidente Putin – sereno, calmo, raccolto – avverte...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa