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La BCE ha annunciato che terminerà il PEPP, il programma di acquisto dei titoli di stato varato in occasione dello scoppio della crisi legata alla gestione del Covid, a marzo del prossimo anno¹.
Cioè tra 4 mesi.
Si passerà quindi da una media di circa 100 miliardi di acquisti mensili a 20 miliardi.
Uno scenario che alla luce anche della fiammata inflattiva (aggravata prevalentemente dalle scellerate scelte di politica energetica della stessa Unione Europea) che stiamo vivendo peggiorerà la crisi verso cui la UE ci sta per fare schiantare.
Avremo quindi una drastica diminuzione degli acquisti dei titoli di stato da parte della BCE, il conseguente e asimmetrico aumento dei tassi di interesse passivi sul debito (e, quindi, dello spread), il ritorno in tutto il suo splendore del Patto di stabilità e crescita (taglio della spesa pubblica e ritorno degli avanzi primari).
Il tutto, come detto, in un contesto di inflazione esogena (dovuta cioè a cause esterne all’Italia, ma solo in parte esterne alla UE).
La classica tempesta perfetta.
E se sentite una musica in lontananza, non stupitevi. È perfettamente normale.
È quella dell’orchestra del Titanic che continua a suonare mentre la nave si dirige a massima velocità contro l’iceberg.

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