Prigioniero palestinese da 61 giorni in sciopero della fame: "Israele impone morte lenta"

04 Luglio 2021 23:19 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Alcuni mesi fa, le pagine di giornali, siti web, Tg, erano in prima linea nel documentare lo sciopero della fame dell'oppositore Aleksei Navalny. Niente di più che un Matteo Salvini russo, per le sue posizioni xenofobe, mentre per il prigioniero palestinese nelle carceri israeliane, Ghazanfar Abu Atwan, da 61 giorni in sciopero della fame per denunciare gli abusi dell'occupante israeliano non c'è traccia sui media mainstream.

Eppure, oggi, il Club dei prigionieri palestinesi ha riferito che Ghadanfar Abu Atwan, 28 anni, ha deciso di astenersi dal bere acqua come misura di protesta contro la continua intransigenza dell'occupazione israeliana e il suo rifiuto di rispondere alla sua richiesta.

Il prigioniero ha inviato un messaggio toccante.

Il testo del messaggio recita: “A tutto il popolo palestinese, giovani e vecchi, al presidente, alla leadership palestinese, alle istituzioni internazionali e per i diritti umani, e alle forze nazionali e islamiche. La mia vita svanisce sotto i miei occhi. Ho perso la mia salute e il mio corpo mi ha tradito... Questa occupazione impone la politica della morte lenta al Kaplan Hospital, per questo mi hanno salvato la vita, ed eccomi qui in sciopero dell'acqua oltre al mio sciopero della fame". Firmato "il martire con pena sospesa", Al-Ghazanfar Eichmann Abu Atwan.

Questo messaggio, appello arriva quando il capo dell'Autorità per gli affari dei prigionieri e degli ex prigionieri, Qadri Abu Bakr, ha avvertito del pericolo della situazione del prigioniero Ghazanfar, che soffre di intorpidimento agli arti e una grave carenza di liquidi.

Il direttore generale del Dipartimento per le relazioni internazionali del Club dei prigionieri, Raed Amer, ha dichiarato che Ghazanfar è entrato nella fase pericolosa.

Amer ha confermato ad Al Mayadeen che le sue condizioni di salute sono pessime, e che l'occupazione potrebbe ricorrere a nutrirlo per via endovenosa, rivelando che c'è una comunicazione con l'Autorità Palestinese per informarlo della gravità della situazione del prigioniero Ghazanfar.

D'altra parte, il detenuto, Munif Abu Atwan di Hebron, condannato all'ergastolo e dopo aver già trascorso 18 anni nel carcere di Raymond, continua per l'undicesimo giorno consecutivo lo sciopero della fame aperto a sostegno del nipote Ghadanfar.

Alcuni attivisti hanno anche annunciato il loro sciopero della fame in solidarietà con il detenuto nelle carceri israeliane, Abu Atwan e l'Autorità per gli affari dei prigionieri e degli ex detenuti hanno avvertito della gravità della sua salute.

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