Auto elettriche e lotta di classe contro l'Unione Europea


di Gilberto Trombetta


L'obiettivo dell'Unione Europea e dei suoi servi non è costringere i cittadini a comprare un’auto elettrica (fuori dalla portata economica della maggioranza dei cittadini), ma togliere il mezzo di trasporto privato a più persone possibili.

Stesso discorso vale per le caldaie a gas, per l’efficientamento energetico degli immobili e altre assurdità cui è stata data una bella mano di vernice verde (greenwashing) per renderle più accettabili agli occhi della popolazione (spingendo sul senso di colpa).

Ovviamente non ci sarebbe niente di male a disincentivare abitudini dannose (per il singolo e per la collettività) mentre si incentivano quelle più utili (sempre per il singolo e per la collettività).

Ma non è questo il caso. Qui si impongono soluzioni che non risolvono neanche lontanamente i problemi che dicono di voler affrontare, mentre si scaricano i costi sulla maggior parte della popolazione. Favorendo cioè l’ennesimo trasferimento di ricchezza dal basso verso l’alto.

Se si volesse combattere, per esempio, l’inquinamento atmosferico dei grandi centri urbani, la prima cosa da fare, la più importante, sarebbe quella di migliorare il trasporto pubblico e renderlo gratuito per i cittadini. Ai quali andrebbe comunque lasciata la possibilità di scegliere se utilizzare o meno il proprio mezzo.

Se si volesse invece combattere l’inquinamento (atmosferico e non solo) in generale, la prima cosa da fare sarebbe quella di distruggere il modello economico iperglobalizzato che si basa, oltre che sullo sfruttamento dei lavoratori, sullo spostamento delle merci su scala globale attraverso le grandi navi container che inquinano, quelle sì, molto di più di tutti i mezzi di trasporto del mondo messi insieme.

Ma questi tipi di interventi comporterebbero che la guerra la si facesse al grande capitale (soprattutto straniero) e non ai comuni cittadini. Per questo non solo non vengono neanche presi in considerazione, ma vengono violentemente avversati.

Perché vorrebbe dire ribaltare l'attuale lotta di classe che viene portata avanti esclusivamente dai più oscenamente ricchi riproponendo i defunti conflitti verticali che sono stati scientemente sostituiti dai quotidiani confitti orizzontali.

Le più recenti da Lo Squillo

On Fire

"Se l'Italia entra in guerra".... un sondaggio shock del Garante agli adolescenti italiani

di Agata Iacono per l'AntiDiplomatico "Come ti informi sulla guerra? Quali emozioni provi davanti alle immagini dei conflitti? Cosa pensi del ruolo della tua generazione nella costruzione...

L'Ambasciata russa pubblica le "risposte di Lavrov che il Corriere della sera si è rifiutato di pubblicare"

Nei suoi profili social l'Ambasciata della Federazione russa in Italia ha accusato il Corriere della Sera di aver tagliato in modo pretestuoso l'intervista che il ministro degli esteri russo Lavrov gli...

Censura e russofobia: comunicato ufficiale del Prof. Angelo d'Orsi (con importante aggiornamento)

di Angelo d'OrsiLa mia conferenza Russofobia, russofilia, verità, prevista il 12 novembre a Torino nei locali del Polo del ‘900 è stata inopinatamente annullata. L’accusa che...

"Attacchi preventivi" della Nato? Il Generale Andrei Gurulëv sintetizza la pianificazione strategica russa

  di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico La Russia non aspetterà che un eventuale conflitto passi a quella che l'Occidente definisce una fase "convenzionale". In caso di una guerra di vasta...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa