1973 e 1979. Prima e seconda crisi petrolifera (o energetica).
La prima crisi, quella del 1973, venne innescata dallo scoppio della guerra del Kippur. I Paesi OPEC si schierarono al fianco di Siria ed Egitto contro Israele. Aumentarono i prezzi del petrolio anche per finanziare la guerra e tagliarono le forniture verso quei Paesi ritenuti filo-israeliani.
Questo comportò il vertiginoso aumento del prezzo del petrolio e, conseguentemente, anche l’aumento generalizzato dei prezzi.
L’anno successivo, in Italia, l’inflazione registrò un impressionante +19,4%.
La seconda crisi venne invece innescata dalla rivoluzione islamica in Iran a cui si aggiunse, l’anno dopo, lo scoppio della guerra tra Iran e Iraq.
Anche in quel caso il vertiginoso aumento dei prezzi del petrolio si riversò sui prezzi. Nel i980 in Italia l’inflazione raggiunse il suo massimo storico: +21,6%.
Quelle due violente fiammate inflazionistiche vennero utilizzate da Governi e istituzioni (soprattutto da quelli occidentali) per scatenare una violenta guerra contro lavoratori e salari.
Sfruttarono insomma un’inflazione da offerta spacciandola per inflazione da domanda, imponendo per esempio oltre a politiche deflazionistiche da un punto di vista salariale la baggianata dell’indipendenza delle Banche Centrali.
Il punto che volevo sottolineare però è un altro.
Al di là della retorica e della propaganda liberista, come si uscì dall’inflazione generata dalle due crisi degli anni 70?
Nel modo più logico possibile.
Agendo cioè sull’offerta, aumentandola.
La crisi inflazionistica cessò nel momento in cui si stabilizzò, almeno in parte, la situazione in medio-oriente.
Cessò quando grazie ai massicci investimenti realizzati da tanti Paesi venne migliorata l’efficienza del settore energetico (dall’estrazione alla produzione dell’energia passando per le fasi di lavorazione) vennero scoperti nuovi giacimenti petroliferi.
Cessò quando si investì per diversificare le fonti energetiche (gas naturale, energia atomica).
Insomma, la più violenta crisi inflazionistica da offerta della storia recente venne realmente risolta aumentando l’offerta, non ammazzando la domanda.
Oggi, in una situazione per molti versi simili, si sta invece lavorando per distruggere la domanda.
Con l’aggravante che anziché venire da 30 anni di boom economico, veniamo da 30 anni di austerità e deflazione salariale. Nel nome, ça va sans dire, del “Ce lo chiede l’Europa!”.